ACID KING – “Beyond Vision”
(Blues Funeral Recordings) Otto anni son passati dal precedente “Middle of Nowhere, Center of Everywhere”, ma non è cambiata la formula: (altro…)
(Blues Funeral Recordings) Otto anni son passati dal precedente “Middle of Nowhere, Center of Everywhere”, ma non è cambiata la formula: (altro…)
(Sun and Moon Records) Ascoltando questo trio cileno sorge uno spontaneissimo dubbio: il loro, è un avantgarde metal così avanti da essere ‘altro’, o ci stanno solo tirando un brutto scherzo? (altro…)
(Scarlet Records) Se si parla di power metal, Germania e Italia sono di casa. In Italia poi, abbiamo un riferimento su tutti che risponde al nome di Rhapsody Of Fire. E i compatrioti Frozen Crown, qui al quanto album in appena sei anni, non possono che avere l’ardito standard come obiettivo. (altro…)
(Scarlet Records) La Scarlet Records mette le mani sul nuovo album degli HateSphere, proprio come fece con il precedente “Reduced to Flesh” nel 2018. Cinque anni e la band danese sigla l’undicesimo lavoro in studio di una carriera inaugurata nel 2000. In realtà iniziò negli anni ’90 come Necrosis. Da allora ad oggi (altro…)
(Fastball Music) I teutonici Black Hawk pubblicano l’ottavo album di una carriera inaugurata nel 1981 che li ha visti però pubblicare solo nel 2005 il primo full length, dopo alcuni lavori minori realizzati in precedenza e nel ‘vecchio’ secolo. Teutonici ma di derivazione Judas Priest per alcuni aspetti e tutti (altro…)
(Ellie Promotion / Season Of Mist) Con “Call Me Inhuman” i francesi Asylum Pyre si dimostrano brillanti ed efficaci nel comporre e registrare del materiale accattivante e qualitativamente valido. La cantante Ombeline Duprat è in forma smagliante, mentre l’architettura musicale attorno è vivace, mutevole, con suoni (altro…)
(Napalm Records) Giungono al tredicesimo album gli americani Kamelot, a ben cinque anni dal precedente lavoro “The Shadow Theory” (recensione qui): ma si parte comunque proprio dalla potenza sonora di quel disco per crescere ulteriormente, intensificando quella componente proggy che tanto sia adatta alla stupenda voce di Tommy Karevik, ormai in formazioni da oltre un decennio. (altro…)
(Atomic Fire Records) Solo dal 2020 ad oggi i Lordi hanno pubblicato nove album, sette dei quali sono un ideale viaggio nel tempo. Bisognerebbe riflettere su questa politica, perché è un di dato di fatto che la band finlandese è ciarliera di creatività, ma di quale livello? “Screem Writers Guild” segna (altro…)
(Morningstar Music / Back on Black) Ne è passato di tempo. Anzi, dal 2010 in poi solo tre album, questo “Kartharsis” che fa seguito all’ottimo “Epistemology” uscito ormai otto anni fa (recensione qui)! (altro…)
(Peaceville Records) James McBain è un maledetto ruffiano perché riversa ogni possibile idea di grido che possa attirare l’attenzione del metalhead medio e uscirne con un applauso. Un ruffianata questo album, però gli riesce bene allo scozzese. James McBain ha fatto bene le cose, mischiando heavy e speed metal, black (altro…)
(Non Serviam Records) Primo full length per Death Reich, formazione svedese fondata nel 2018 da Jonas Blom (Runemagick, ex Sacramentum) e con due EP all’attivo (recensione qui e qui). Prima di evolvere il proprio death metal in una direzione più brutale e moderna, i Death Reich suonavano un death di matrice statunitense, tipico delle produzioni di Scott Burns; (altro…)
(Amor Fati) Il dio o forse il demone del black metal ha tirato fuori dal suo calderone ribollente una entità nuova, corrotta, infernale. Sono i Verminous Serpent, un quartetto fondato da Joseph Deegan alla chitarra e membro dei dublinesi Slidhr, in più Matt Bree alla batteria e parte dei Malthusian, black metal band (altro…)
(Peaceville Records) Sesto capitolo. Sesta gelida tormenta che soffia poderosa dal terribile inverno norvegese. La creatura di Thomas Eriksen non si arresta, non rallenta, scrivendo un’altra intensa pagina di black metal freddo, poderoso, penetrante. Evoluzione? (altro…)
(Napalm Records) Possente. Poderoso. Tuonante. Ed infinitamente malinconico, una malinconia pregna di disperazione espressa da growl penetrante di Jaakko Mäntymaa! È il quarto album dei finlandesi Marianas Rest, una sintesi di tristezza, di gelo, di panorami desolati dal brutale e crudele inverno, di perfezione stilistica ormai al livello di massima creatività. (altro…)
(AFM Records) Nicolas van Dyk assesta la formazione dei Redemption con il tastierista Vikram Shankar e alleggerendo così il proprio lavoro che si concentra maggiormente, almeno per le registrazioni, sulla chitarra. La filiera dei pezzi passa comunque attraverso i validi contributi di (altro…)
(Hummus Records) Difficile descrivere le sonorità dei Monument, quintetto svizzero eclettico, strano, imprevedibile, distopico, spesso ipnotico e surreale come conferma la copertina di questo debutto. L’unica certezza è il rock, per il semplice fatto che è la definizione più vasta per tutto quello non riconducibile ad altri generi ben definiti… ma dentro “Abyss” c’è alternative, c’è noise, c’è prog, c’è jazz, c’è ambient, c’è shoe gaze e c’è pure post punk. Un miscuglio confusionario? (altro…)
(Everlasting Spew Records) Dopo una sfilza infinita di split, demo e singoli, esce finalmente il debut album dei giapponesi FesterDecay, fautori di un gore grind stilisticamente identico a quello dei Carcass era “Reek Of Putrefaction”. (altro…)
(Ad Noctem Records) Secondo album per i meneghini Abbinormal, dopo “1996” pubblicato nel 2019, e saldamente legato a questa esaltante mistura di grindcore e brutal death metal. Pattern ritmici, schitarrate, soluzioni che abbracciano sia il death quanto il grind, mostrandosi costantemente (altro…)
(Peaceville Records) Storia nota ai più quella dell’album “Goatlord” e per chi ne fosse a digiuno ecco il sunto: i Darkthrone pubblicano il primo album “Soulside Journey” nel 1991, con una formazione a quattro e orientata al puro death metal, poi l’anno dopo si presentano con uno (altro…)
(CrazySane Record) I berlinesi sono autori di uno shoegaze sbarazzino, con punte di etereo smarrimento e spunti briosi che mettono ritmo e virano verso un indie a tratti adagiato sul pop. Forti ascendenze Interpool, qualche schitarrata energica che ricalca i Sonic Youth, tinteggiando situazioni in maniera post rock come (altro…)
(Inferna Profundus Records) Continua l’opera di recupero dei Wampyric Rites da parte della Infernal Profundus. Questa volta tocca ad una demo del 2020 di quattro brani, il quale apre con una lunga e malinconica intro strumentale. (altro…)
(Indie Recordings) Crescono molto i norvegesi The New Death Cult con questo loro secondo album. Se il debutto (recensione qui) offriva molti spunti variegati, il nuovo lavoro mette tutto a fuoco, mira con precisione e rivela una band di heavy rock alternativo irresistibile e travolgente, rivelando un disco che si mostra esplosivo, brillante, incalzante, decisamente tuonante. (altro…)
(Rockshots Records) Quinto album per i cremonesi Embryo, una delle realtà più belle e solide del panorama estremo italiano degli ultimi anni. Attiva sin dal 2000, la band lombarda ha dimostrato una sensibile crescita a livello tecnico e compositivo, tanto da riuscire a coinvolgere il leggendario George Kollias, il quale si è occupato di tutte le parti di batteria di quest’ultimo album. (altro…)
(MNRK Heavy) Molto diversi i Pop Evil di “Skeletons” rispetto a quelli di, per esempio, “Up” (recensione qui), album nel quale il loro libertinaggio stilistico si esprimeva al meglio. “Skeletons” è più diretto, più legato ad un metal incrociato tra nu-metal e sonorità attuali, moderne, giovani… pop! (altro…)
(Massacre Records) “Bring Out Your Dead” è l’esempio di come sprecare una buona occasione, a nove anni dal precedente e secondo album “Someplace Better” pubblicato come il precedente debut da Massacre Records. La gothic metal band da subito lascia trasparire che elemento gothic è debolmente presente (altro…)
(Long Branch Records) Dopo un EP di debutto nel 2019 intitolato “The Thing With Feathers”, i britannici ci riprovano con un secondo di cinque pezzi con oltre 24’ di musica, la quale potrebbe essere classificabile come un prog nel quale entrano sia elementi rock quanto pop. Il trio che vede Lynsey Ward al canto, ed è un canto (altro…)
(Avantgarde Music) Ormai tornati in piena attività, i francesi Dark Sanctuary danno seguito al loro EP “Iterum” (recensione qui) uscito un anno fa… ed ecco che questo “Cernunnos” è il primo full length che la band propone negli ultimi… quattordici anni! (altro…)
(ROCKSHOTS Records) Gli italiani Bad Bones non ci girano tanto attorno: metallo vecchio stampo, roba classica, roba ribelle, un sound che ricorda il primo thrash ma anche i leggendari Motörhead! (altro…)
(Metal Blade Records) Il sesto album dei Downfall Of Gaia viene pubblicato quattro anni dopo il precedente “Ethic of Radical Finitude” che data 2019, dunque l’anno prima della pandemia da Covid-19. Oggi dopo con il ritorno a una normalità che ovviamente normale non lo è (altro…)
(Narnia Songs) Devo ammettere di essere stato per anni piuttosto prevenuto nei confronti degli svedesi Narnia, per il semplice motivo che ai tempi dell’esordio “Awakening” avevo letto recensioni altisonanti per poi rimanere deluso soprattutto per l’utilizzo della drum machine che ha inficiato non poco il risultato finale. (altro…)
(Avantgarde Music) Secondo capitolo per la poderosa e suggestiva post doom metal band spagnola, la quale offre il successore dell’ottimo “Cuerpos En Sombra” uscito nel 2021 (recensione qui). Dieci nuovi imponenti brani, meravigliosamente avvolti da un senso di mistero che emerge dalle sonorità, dagli arrangiamenti, dall’impostazione generale in grado di unire la freddezza del post metal alla carnalità sulfurea del doom. (altro…)
(Nordic Mission) L’altro giorno mi sono imbattuto online in un meme di quelli che stimolano il mio perverso e decadente lato ironico: una bellissima casetta di legno rossa, collocata sul pendio di un soleggiato fiordo norvegese, con vista mare e boschi; sulle placide acque una imbarcazione da turismo porta a spasso turisti incantati dalle bellezze naturali del paese scandinavo. (altro…)
(CrazySane Records) Jolle, ovvero un chitarrista e un batterista armati di intenti garage rock, stoner, grunge, noise e una sano, robusto e sincero bagaglio krautock. Il duo di Potsdam mischia le carte nel proprio studio casalingo, prendendo a prestito un po’ di cose del rock e del pop anni ’60 e ’70, con concetti punk e garage (altro…)
(Steamhammer / SPV) Evvai! Questo genere, l’hair metal non muore mai! Qualche battuta d’arresto quando saltò fuori il grunge… ma poi il grunge è praticamente deceduto (in verità non aveva mai goduto di buona salute…) mentre l’hard rock non ha mai smesso di fare proseliti: siano essi i ragazzi delle nuove bands che anche oggi fanno canzoni ottaniane… o i fans nostalgici dell’epoca d’oro del rock, i quali -grazie ad act come John Diva & The Rockets Of Love- possono gettare la nostalgia nello stesso bidone dove sta marcendo quell’altra cosa… come si chiamava… ah, il grunge! (altro…)