THE MONOLITH DEATHCULT – “The Demon Who Makes Trophies Of Men”

(Human Detonator Records) Ancora? Ancora un altro album? Ma non sono stanchi di comporre sempre la stessa roba? Ormai non c’è nemmeno un’etichetta li vuole, tanto che dopo esser stati cacciati dalla Season of Mist hanno dovuto inventarsi questa fatiscente e decadente Human Detonator Records, label da loro (mal)gestita al 100%. (altro…)


(Pure Steel Publishing) Arriva nientemeno che dalla Nuova Zelanda, il secondo disco dei Forsaken Age: una band che dal titolo dell’album e dalle immagini promozionali dice subito tutto di sé. Heavy metal iperclassico appena spruzzato di horror per “Death Terror”, dotata
(Fighter Records) Dopo due singoli e un EP, i Diamond Chazer mettono insieme tutta la propria produzione, ci aggiungono tre ulteriori brani e pubblicano il loro debut. La band colombiana ben si inserisce nel filone dell’heavy metal sudamericano di
(Pride & Joy Music) Indovinate cosa accade se mettete insieme, in una nuova band, membri degli Altaria (il bassista Marko Pukkila) e dei Celesty (il frontman Kimmo Perämäki, che però ha da tempo lasciato la band)? Beh, non può che uscirne un altro disco di melodic metal scandinavo! I
(Pure Steel Records) Gli svedesi Mindless Sinner avevano fatto a tempo a pubblicare il proprio nuovo disco, “
(Metal on Metal Records) I texani Ignitor sono per chi scrive una bella scoperta: scoperta tardiva, purtroppo, dato che i nostri sono in circolazione dal 2003
(High Roller Records) Ennesimo ‘finto album’ (dico così perché hanno tutti la lunghezza di un generoso EP) per gli Haunt di Fresno, California: dopo “If Icarus Could Fly” (
(Pure Steel Records) Già ritornati in pista nel 2015 con “Reincarnation”, e poi nel 2018 con “
(Qua’ Rock Records) “From Another World Pt.1” è stato pubblicato nel 2017 sempre da Qua’ Rock Records (
(Pure Steel Records) Gli US power metallers Niviane danno un seguito a “The Druid King” (
(Autoproduzione) Pagan metal da Melbourne, Australia?!? Beh, in fondo perché no: onore anzi per l’originalità agli Ardduc, che sono tra l’altro una one-man-band (Ash Ardduc, che su Facebook si dichiara nientemeno che ‘Heathen, Musician, Horticulturalist/Arboriculturalist, Weight-Lifter, Martial Art-er, Home-Brewer’, si occupa di ogni cosa).
(Autoproduzione) Stavolta non è la consueta ‘female fronted metal band’… i Sorceress of Sin vengono dalla Gran Bretagna, vantano tutti un curriculum lungo così, e hanno una vocalist d’eccezione in Lisa Skinner, tutt’altro che la solita sirenetta, la cui ugola potrebbe essere accomunata a quelle di Leather Leone o della nostra Federica De Boni.
(Autoproduzione) Brasiliani e al debutto, i Rider vogliono essere più classici del classico… e ci riescono, devo dire, decisamente bene! Il loro “Midnight Line” si colloca certamente nell’ambito della NWOTHM, e le foto promozionali lo dimostrano del resto oltre ogni ragionevole dubbio.
(Cruz del Sur Music) Il debut degli heavy/doomsters tedeschi Old Mother Hell, uscito nel 2017, aveva acceso le speranze di molti defenders: 
(Melodic Passion Records) Christian Liljergen, il vocalist dei gloriosi Narnia, è (o è stato) occupato in numerosi progetti di power christian metal che, a giudizio di chi scrive, non hanno poi mastodontiche differenze; nel lotto ora possiamo contare anche The Waymaker, dove
(Revalve Records) Fondati a Londra nel 2009, ma letteralmente rifondati dalla singer Elisa Tomaselli nel 2018, stavolta in Italia, i Sense of Creation debuttano con questo “Forsaken Era”. Nelle note promozionali i nostri si definiscono ‘symphonic rock/metal’, ma mi sembra che di rock ce ne sia pochissimo…
(Autoproduzione) Con la sua copertina così oscura da rendere difficile distinguere cosa rappresenti, arriva in redazione il secondo disco dei nordirlandesi Bakken; la band è attiva dal 2011 e torna sul mercato dopo un silenzio durato ben sei anni. La band propone un sound serrato e tagliente, che come
(Autoproduzione) Non si può certo dire che l’isola di Cipro sia aliena al power e all’epic metal, dato che da qui provengono sia i Solitary Sabred che i Winter’s Verge: diciamo quindi che i bravi Harmonize non sono del tutto una sorpresa. Nel loro debut, i nostri mostrano un sound citazionista veramente particolare e 

(Pitch Black Records) Il secondo album dei norvegesi Sinsid ha decisamente gli stessi pregi e gli stessi difetti del debut “Mission From Hell” (
(On Fire Records) Che bella sorpresa, gli spagnoli Lèpoka! Era dai tempi in cui imperversavano i Mago de Oz che non sentivo un folk metal così cristallino… c’è tutta una complessa storia dietro “El Baile De Los Caídos”, che è diviso in due atti e presenta un booklet ricchissimo. Sono i fiati il valore aggiunto alla briosa e sostenuta “Seguimos En Pie”;
(Autoproduzione) I nord-irlandesi Whiteabbey hanno scelto di essere poco appariscenti per il proprio esordio: copertina e titolo anonimi, e poche informazioni sui contenuti (il disco è comunque un concept diviso in tre parti). Musicalmente siamo su un
(Pure Steel Records) Il ritorno sulle scene dei Kenziner, con “Phoenix” (
(Pride & Joy Music) “My Shelter” è l’esordio del progetto solista del francese Jean Michel Volz, in forza agli a me sconosciuti A Taste of Freedom; stando alla nota stampa, il nostro ha contattato come guest singer Pasi Humppi dei mitologici
(Autoproduzione) A Tato Rivas, musicista e sound engineer venezuelano trapiantato negli USA, non manca certo il coraggio: e così la pandemia diventa una occasione per produrre il suo debut come musicista metal. In “This is Lyonen” Tato fa
(Napalm Records) Dopo un solo singolo, gli Ad Infinitum si sono immediatamente accasati presso la Napalm Records, che ha dato loro massima fiducia nella pubblicazione del debut. E direi che la fiducia è stata ben riposta:
(Infernö Records) Buon esordio per i siciliani Hellraiders, che sotto la guida di Thrashererlady ci sparano 35’ di heavy/speed fedele alla tradizione. Riff istintivo, muscoli e positiva rudezza per i due minuti della opener “Beat to Death”; 