KRIGBLAST – “Dawn of the Apocalypse”
(Selfmadegod Records) L’etichetta informa che “ Dawn of the Apocalypse” è il secondo album per i texani, dediti a un D-beat dai toni seri, con atmosfere grige, oltre a impennate black metal. Si, l’atmosfera generale dell’album è decadente, pur riuscendo a toccare (altro…)
(Nuclear Blast) Secondo album per Pänzer, all stars band nata nel 2014 per mano di Schmier, leader dei thrashers Destruction e dell’ex Accept Hermann Frank. La missione dichiarata: “Make metal great again”. Al di là
(Argonauta Records) Da qualche parte vengono definiti ‘finnish doom masters’. Con il precedente “Dead Rising” (
(Massacre Records) Nessuna nuova, buona nuova, dice un vecchio detto: che possiamo certamente applicare ai Lonewolf e al loro nono full-length “Raised on Metal”, che succede a “
(Scarlet Records) Con la produzione di Roland Garpow giunge in redazione il terzo album dei cechi Eagleheart, formazione power metal che non si rassegna alla classica struttura-canzone, ma cerca (spesso bene, talora meno bene)
(Svart Records) Un album strano. Stranissimo. Intanto le premesse: questi Ewigkeit sono una black metal band inglese morta e defunta 10 anni fa, dopo essere esistita dal 1994 per mano di Mr. Fog (James Fogarty), personaggio che -tra le altre cose- ha contribuito con vigore all’ultimo degli In The Woods… Gli Ewigkeit finirono di
(Insideout Music) Letta l’etichetta che ha prodotto il secondo lavoro degli americani ho strabuzzato gli occhi. Ho controllato più e più volte ma non c’erano errori. E perché mai dovevano esserci errori? Beh, non
(Unique Leader Records) Cinque anni sono passati da “And So It Came to Pass”, per il trio death metal inglese. È questo il terzo album in carriera, registrato
(Autoproduzione) Secondo EP nella carriera degli Stilema, che ci offrono una sorta di apprezzabilissimo ‘folk cantautoriale’ in italiano; i tre brani del disco sono ispirati alle composizioni poetiche del greco Konstantinos Kavafis,
(Loud Rage Music) Da quanto non recensivo del doom funereo… Eppure dalla copertina avrei dovuto intuirlo, non lasciava molto spazio a dubbi. Solo cinque tracce per più di un’ora di musica, dove ti ritrovi ad essere scaraventato nella depressione e a sperare di arrivare, fiato sospeso, alla
(autoproduzione) Onore alla band, per il nome scelto, per la copertina e il titolo dell’album. I tre elementi insieme sono una sorta di manifesto sulla guerra. Sull’essere guerrafondai.
(Winter Demons) Quarto album per Hyban Draco, formazione catalana nata nel 2006, inizialmente come progetto solista del cantante e chitarrista Hyban Sparda, per evolversi successivamente in una band a
(Dark Descent Records) Misteri del recensore: ho guardato la copertina, peraltro bellissima, e ho dedotto che l’album aveva quattro tracce… Boh… A parte i casi della vita recensoria, la copertina, abbinata alle canzoni che vado ad analizzare non ha fatto altro che confermare la mia
(Dark Essence Records) Britannici, con un EP alle spalle, oggi autori di un full length. Un album monumentale. Non serve altro, non occorre sapere ulteriormente
(Les Acteurs de l’Ombre Productions) I nefasti e putrefatti francesi si erano spenti ben dieci anni fa, dopo la pubblicazione di “Orthodoxyn”, loro ultimo full length. Il duo sembrava scomparso nel nulla fino a questo inaspettato ritorno, con nuova
(Satanath Records) Quando si dice ‘il destino nel nome’… Non è necessaria chissà quanta immaginazione per capire che genere propongono questi uruguaiani… Un black metal acerbo e furente… eppure fin dalle prime note non ho potuto fare a meno di riconoscere una certa maturità
(Extreme Metal Music) Da Parma mi giunge il debut dei Dusius, viking metal band che dimostra come l’interesse per questo genere sia quanto mai vivo nel nostro paese (senza pensarci troppo, sulle stesse sonorità mi vengono in mente
(Dusktone) La luce si spegne. Il calore si estingue. La terra frana in un abisso senza fine che inghiotte tutto, tutti, anche l’aria e qualsivoglia fonte di vita. Ennesimo lavoro per questa one man band canadese che in un contesto black
(Grimm Distribution) Allora, quando si parla di black sotterraneo è molto difficile parlare di recensione propriamente detta. Si perché di tutti i sottogeneri del metal, forse questo è quello più legato alle sensazioni suscitate piuttosto che alla qualità sonora in senso stretto. A me ad esempio
(Season of Mist) Il black metal è da sempre un genere che offre un taglio atmospheric. Quello dei bavaresi Der Weg Einer Freiheit si presta a questo discorso, in quanto palesano un black veloce, con grandi tratti epici e intermezzi rock di natura alternative, post
(Dusktone) Anamnesi, ossia quell’insieme di indagini in cui si raccolgono i dati per stilare una diagnosi. Nome geniale, copertina stupenda, metal cantato in italiano. Chi mi conosce sa che già qui la rece parte con un 7 su 10 secco. Invece mi sa che con “La Proiezione Del Fuoco” andrò anche
(Autoproduzione) I Gravil hanno un curriculum , soprattutto live, tutto sommato di spessore. Han suonato di spalla a nomi grossi e in festival dai nomi altisonanti. Il punto di partenza insomma parrebbe buono. Gli inglesi, messomi ad ascoltare il loro
(Nuclear Blast Records) Più pesanti. Più tetri. Più melodici ma in chiave decadente. I belgi Diablo Blvd. fanno un passo avanti con questo quarto album rispetto al precedente “Follow the Deadlights” (
(Season of Mist) Li prendiamo sul serio con un nome del genere? Si, certo. Del resto suonano davvero bene. Land Phil, basso, dei Municipal Waste creò questa band con Josh HallHammer, batterista
(Sliptrick Records) Gli svedesi Veonity, che si erano fatti notare due anni fa con il simpatico “
(Hecatombe Rcords / Wild Wild East / …) Tornano a due anni di distanza dall’ottimo “Sang i Sutge” (
(autoprodotto) Se avete mai guardato la serie TV “Desperate Housewifes”, avrete notato il personaggio Bree Van de Kamp (interpretato dall’attrice Marcia Cross). Bree è ossessiva, compulsiva, maniaca e a tratti psicotica. Esattamente come “Architecture Of Future Tribes”
(Selfmadegod Records) Primo album, battezzato con tutta la rabbia possibile. Forse i sei anni passati dal precedente lavoro, un sette
(Ghastly Records) Per la miseria, son vecchio per questa musica. Troppo complessa… Scherzi a parte, i nostrani Integral hanno deciso di accendere un bel braciere e mettere molta, ma molta carne al fuoco con questo album. Un crogiolo di vari stili che son stati fusi assieme per dare vita ad
(Artemisia Records) È questo il black metal del Nord America, il cascadian black metal, quello delle foreste dell’Oregon, di una fettina del Canada, delle coste pacifiche e così via.
(autoproduzione) La band ha un grande impatto sonoro, aiutato anche da una produzione ai lmimti della perfezione. Aspetto non secondario. Nati
(Aural Music) Si sono formati nel 2011 in Romania e, prima di questo debutto, hanno pubblicato solo un EP cinque anni fa. I membri? Gente che è o è stata attiva in vari act dell’underground del loro paese. Premesse
(SPV/Steamhammer) Ed ecco tornare anche i Jag Panzer, a sei anni da “The Scourge of Light”, ad almeno quattro dal ‘rimpasto’ di line-up che ha visto il ritorno di Joey Tafolla, in formazione già negli anni ’80, e l’abbandono di Christian Lasegue.
(Unholy Prophecies) All’ascolto della prima traccia avrei giurato che i Morbid Flesh fossero americani… Sbagliato! Siamo a Barcellona! Devo dire che non ho mai sentito un gruppo europeo fare un black di questo tipo, se non altro non così bene e non in
(Svart Records) Interessante raccolta da parte della Svart Records, che riunisce in un unico CD tutta l’opera dei finlandesi Lubricant, band nata nei primissimi anni ’90 che ha pubblicato tra il 1991 ed il 1993 un demo tape