BLOOD RED THRONE – “Nonagon”
(Soulseller Records) Sono ventisei anni di carriera per i norvegesi Blood Red Throne, nonostante Daniel “Død” Olaisen, chitarrista ed ex dei Satyricon negli anni ’90, e il batterista Freddy “the Shred” Bolsø che lasciò la band agli albori per poi ritornare nel 2013, sono gli unici elementi del nucleo (altro…)

(Xtreem Music) Chi ha scritto questo pezzo quando ha affrontato Rogga Johansson e i suoi sterminati progetti, ha precisato fino alla noia che fossero appunto tanti, troppi per un musicista votato a una sovrapproduzione che in certi casi è stata controproducente. Succede da anni ma ogni volta che il chitarrista, multistrumentista 









(autoproduzione) Haruspex rimette in moto i
(My Kingdom Music) Band laziale che prende vita da elementi di Witches Of Doom e altri progetti e pubblica il suo primo album per la campana, e sempre trasversale nelle proposte, My Kingdom Music. Il quartetto Artificial Heaven appare parzialmente come un tributario alle sonorità dei 
(Scarlet Records) L’album “Dark Secrets of the Soul” impatta sull’ascoltatore al pari di un meteorite che casca verso un pianeta. La band italiana si presenta con questo nuovo album nel quale una generale linea di stile blackened death metal viene arricchita da spunti in breakdown, raddoppi ritmici tra 
(Steamhammer / SPV) Da tempo i Magnum ci hanno abituato a una pubblicazione che casca ogni due anni. Pur tenendosi a un livello di tutto rispetto, la band britannica è ormai uno standard, cioè un qualcosa che presenta un livello qualitativo fisso e tenuto insieme da un manipolo di musicisti aggraziati e
(Sentient Ruin Laboratories) Solo due pezzi per “Divinations”, split tra Aberration e Diabolic Oath, presentato in formato vinile da 7’’ e in digitale. Sono entrambe formazioni dedite al black-death metal, di Minneapolis gli Aberration che nascono nel 2020 e al momento hanno 

(Odium Records) Gentile e cortese proposta della Odium Records che raggruppa in “Drakonian Elitism – A Triumvirate Of Darkness” quattro pezzi degli Ofermod, altrettanti dei Black Altar e un paio degli Acherontas, il cui nome è scritto Αχέροντας, attraverso dunque l’alfabeto greco. Gli svedesi 
(Emanzipation Productions) Nelle session di registrazione dell’ultimo album firmato dai Panzerchrist e intitolato “Last Of A Kind”, alcuni pezzi sono stati esclusi dalla pubblicazione ma la band li recupera
(Osmose Productions) Meyhna’ch, ex di Mütiilation, Hell Militia e altri progetti black metal di Francia, insieme a Kham e alcuni ospiti, pubblica il secondo album di Suicide Circle. Si intitola “Bukkake of Souls” ed è un esempio di ritual black metal pervaso da alcune situazioni
(Buil2kill Records) Il male sotto ogni aspetto e le ragioni che spingono l’uomo a cercarlo sono le tematiche che caratterizzano “The Reasons”, secondo album di Meghistos, one man band lombarda dedita ad un death metal decisamente old school, il quale pesca dallo stile dei pionieri Master, Autopsy e primi Morbid Angel, mentre le tastiere che talvolta compaiono ammantano il tutto di un alone onirico ed oscuro, a metà strada tra Nocturnus ed i nostrani Death SS.
(Osmose Productions) Dopo “Stigmata Mali” dello scorso anno, Maurits Jansen pubblica un nuovo lavoro come Funeral Winds intitolandolo e dedicandolo a colui il cui nome è 333, cioè il Guardiano dell’Abisso, demone della dispersione e noto col nome di Choronzon. Costui è l’ultimo ostacolo
(Autoproduzione) Terzo album per Hyperia, band capitanata dai coniugi Colin e Marlee Ryley, marito e moglie nella vita e, rispettivamente, chitarrista e cantante in seno alla band la quale si presenta in formazione rimaneggiata per tre quinti, con l’entrata in line up del bassista Jon Power, il chitarrista Skyler Mills ed il batterista Aaron Bell.
(Purity Through Fire) Ruvido, sporco e black metal dal 2005, anno in cui Nadir, voce, e Ungod, multistrumentista, si uniscono per creare Sad. Otto album, una valanga di split, un black metal che non è mai mutato, condannato ad essere maledettamente e cocciutamente raw, aggressivo 
(Purity Through Fire) In attività da un paio di anni o poco più, gli Úlfarr pubblicano solo ora il primo album dopo una serie di demo, split, live e cose del genere. Inglesi e lo si avverte con “…Hie Dygel Lond” che segue l’intro omonima all’album. Infatti i 

