SLOW – “Abîmes I”

(code666) Settimo peccato. Settimo sigillo. Settimo album per i belgi Slow (il moniker in realtà è ‘Silence Lives Out / Over Whirlpool)’… un album profondo, pesante, lento, drammaticamente lacerante. (altro…)

(code666) Settimo peccato. Settimo sigillo. Settimo album per i belgi Slow (il moniker in realtà è ‘Silence Lives Out / Over Whirlpool)’… un album profondo, pesante, lento, drammaticamente lacerante. (altro…)
(Overdub Recordings) Dopo un EP d’esordio di cinque anni fa i BS Bone pubblicano il loro primo album, nel quale includono anche i quattro precedenti pezzi del demo. La band spazia dall’alternative rock al metal mostrando un crossover maturo e arrembante. La base ritmica vede una batteria misurata (altro…)
(Crazysane Records) Popolano l’underground musicale berlinese da dieci anni i Voodoo Beach, attingendo dalla scena noise e alternative rock degli anni ’90. Nel loro sound si riscontrano anche derivazioni dark, post punk e comunque sono la visione generale e ampia delle vie di fuga del rock in generale. Adorabili (altro…)
(Sentient Ruin Laboratories) Matt Auxier è un musicista membro di realtà industrial come 6th Circle e Ash Prison, proviene da Columbus nell’Ohio e si è prodigato per scrivere, suonare, fatta eccezione per la batteria che ha affidato a David Mahony, irlandese e parte di Unyielding Love, infine (altro…)

(Art Gates Records) Si definiscono ‘Ghost Metal’ ovvero ‘musica per introspettiva cuori freddi’. Li avevamo già gustati con l’ottimo “Away From Light” di cinque anni fa (recensione qui), ma il loro progressive metal a tinte oscure, decadenti, legate al doom con una espressività gotica, continua a evolversi verso una poesia sonora che va ben oltre ogni confine musicale, purché lontano dalla luce, abbracciato con amore dal gelo lacerante delle tenebre. (altro…)

(Dark Essence Records) Emersero tre anni fa con il debutto intitolato “Orsök” (recensione qui), cercando di spingersi oltre i già estremi confini del black di matrice islandese, confini che loro immersero dentro l’affascinante inospitalità della loro terra, sferzata dal gelo, da una geologia ribelle, con mari e venti freddi e quella opprimente mancanza di luce per moltissimi mesi all’anno. (altro…)

(Nuclear Blast Records) Eccoli! Pure i mitici Dimmu Borgir giungono all’apparente arresto creativo (che ormai dura da qualche anno) il quale porta a divagazioni come cofanetti costosi, edizioni speciali o, come in questo caso, all’album di cover. Avendo amato profondamente i Dimmu fin dagli inizi, non nego che la notizia del cover album con tanto di oscuro e suggestivo titolo in latino, mi fece storcere il naso… facendomi ovviamente pensare alla solita mossa strettamente economica, quelle cose fatte per pagare le bollette. (altro…)

(Osmose Productions) Quarto album per i finlandesi Aegrus, il primo per Osmose Productions, la quale ha fatto a mio avviso il colpaccio mettendo sotto contratto la band scandinava. (altro…)

(Dark Essence Records ) C’era troppo silenzio in casa Koldbrann, selvaggi portatori dell’oscura fiamma underground norvegese da oltre vent’anni. Ma il 2023, dieci anni dopo l’ultimo “Vertigo”, finalmente mostra un barlume di dannazione in fondo a questo tunnel di devastazione: (altro…)

(Autoproduzione) Debutto discografico per Snow, progetto solista creato dall’ex tastierista dei progsters Geminy ed ex chitarrista dei Path Of Sorrow, il genovese Ivano Lavezzini. (altro…)
(Lacerated Enemy Records) Due album fino al 2019 poi ora, nel 2023, i francesi Embrace Your Punishment ritornano attivi e carichi con un nuovo album. Avranno risentito anche loro la pandemia ma sono ripartiti come tutti quanti. Lo hanno fatto riportando in alto i loro intenti, la (altro…)

(Les Acteurs de L’Ombre Productions) Dopo il debutto con un EP uscito un paio di anni fa (recensione qui), torna il francese Romain Paulet con questo suo intenso progetto one man band, il quale fa un salto qualitativo decisamente impressionante. Un black metal più ampio, ricco di melodie, di assoli, di momenti epici, di parentesi trionfali, di assalti furiosi e di mid tempi che coinvolgono e penetrano nella carne. (altro…)
(Soulseller Records) Per questo terzo album i King hanno integrato definitivamente nella band il bassista Tim Anderson collaboratore dal vivo di lungo corso. Nati a Melbourne nel 2014 i King ad oggi si sono distinti per un death/black metal vivace, tendente ad atmosfere epiche, grandiose. Le (altro…)
(Selfmadegod Records) Sublimazione del brutal death metal che si converte in slam death metal e di contro un intermittente grindcore che fissano i pezzi, ben 20, nello spazio di circa 20’. Reap sono questo, una band che si vota (altro…)
(Selfmadegod Records) Secondo album in studio per la band di Cleveland che si dimena in un arruffato e istrionico death metal-grindcore. Abraded compongono e suonano undici pezzi per “Unadulterated Perversity”, per una durata di oltre (altro…)

(C. M. Releases / The Triad Records) Decimo album in venticinque anni di carriera per Blood Thirsty Demons, progetto nato nel 1997 dalla mente del poli strumentista lombardo Cristian Mustaine, il quale ancora una volta si occupa di tutte le parti strumentali. (altro…)
(Trollzorn Records) Le origini degli Skiltron sono argentine ma la band risiede in Finlandia. Tuttavia non è fuorviante dunque il nome della band, il suo logo, l’immagine dell’artwork e i colori usati, perché Skiltron è una realtà power metal con elementi pagani nonché folklorici di natura celtica. “Bruadarach” è il sesto album in carriera (altro…)
(Northern Silence Productions) Il secondo album dei tedeschi Nornír è uno svolazzo stilistico stuzzicante perché nel black metal d’ordinanza espresso si inseriscono elementi pagan e folk, come testimonia in scaletta la cover dei Wardruna “Helvegen”. Dopo l’album “Verdandi” nel 2019, un demo e un EP, i Nornír suonano il black metal in maniera (altro…)
(AFM Records) Dal 1993 a oggi gli ungheresi Ektomorf non hanno spostato di una virgola il proprio essere. Liberamente ispirati ai Sepultura dei bei tempi e alle derivazioni di Max Cavalera, primo frontman della band brasiliana, e al nu metal, la band ha così pubblicato una serie di album che non si discostano da quella filosofia di stile. Nonostante una (altro…)
(Svart Records) Tomi Koivusaari, chitarrista degli Amorphis, crea Bjørkø e ci mette dentro anche Waltteri Väyrynen degli Opeth ed ex-Paradise Lost alla batteria, Lauri Porra dei Stratovarius al basso e Janne Lounatvuori di Hidria Spacefolk alle tastriere. I testi sono del vecchio collega di Koivusaari negli Abhorrence, Jussi “Juice” Ahlroth. Come (altro…)

(Sepulchral Productions) Strana entità dal tetro Québec. I Mêlée des Aurores sono infatti apparsi sulla scena quasi quindici anni or sono, con il debutto intitolato “Errances”. Da allora solo uno split, ormai vecchio di dieci anni, poi il silenzio fino a questo nuovo impattante e destabilizzante lavoro. (altro…)
(Blood Harvest Records) Giungono al quarto album gli statunitensi Valdrin, da sempre dediti ad un black metal melodico ed epico, inizialmente influenzati pesantemente dagli svedesi Dissection, per poi evolversi verso un sound più personale, culminato con il precedente “Effigy Of Nighmares” (recensione QUI), dove affioravano sonorità più affini ai Windir, con quella componente folk in grado di esaltarne ulteriormente la componente epica. (altro…)

(Massacre Records) A distanza di cinque anni dal precedente “Eye Of The Storm” (recensione QUI), tornano con il loro nono album i tedeschi Burden Of Grief, punta di diamante del melodic death tedesco, portato avanti con coerenza da quasi trent’anni. (altro…)
(Massacre Records) Non sono paghi di un album pubblicato lo scorso anno, “From Hell with Hate”, che i canadesi Aggression si rifanno sotto con una nuova vagonata di thrash metal. Da subito prende piede nell’ascolto la percezione di una registrazione equilibrata: suoni squillanti ma non laccati e una (altro…)
(Inner Wound Recordings) Sono dunque otto album in carriera per Magnus Winterwild, voce e basso, e compagni di band. Axenstar sono alfieri di un power metal di natura classica, come già l’opener “Heavenly Symphony” dimostra: riff di fuoco, brillante, batteria che scandisce la cadenza, tastiere (altro…)

(Sepulchral Productions) Debuttarono nel 2020 con l’ottimo “Alpha Ursae Minoris” (recensione qui) ed ora tornano questi blacksters del Québec, più intensi e taglienti che mai. Pur senza inventare nulla nell’ambito di questo genere, l’intero disco trasuda energia, è sempre avvincente, pulsante… quasi rocambolesco, visto che momenti impulsivi si alternano a tremolo e progressioni estremamente classiche. (altro…)
(Icons Creating Evil Art) I Kuadra sono di Vigevano in provincia di Pavia e nel loro percorso musicale ne hanno fatte di cose. Le potreste ascoltare QUI. Fotografi dei tempi che viviamo, da sempre, oggi più che mai la band si mostra con il proprio acume lucidato e infuso in un suono che tocca l’elettronica, tanta, e sceglie linee vocali free (altro…)

(Sepulchral Productions) È in costante evoluzione il sound dei canadesi Délétère. C’è più pestilenza, più blasfemia, più depravazione… e questo loro terzo full length ricama con enfasi attorno a questi devastanti concetti un teatro sonoro impattante, tanto violento quanto mostruosamente suggestivo. (altro…)
(Amor Fati) Emerge dal Belgio questo progetto denominato Herzog e nato qualche anno fa ma che solo oggi riesce a debuttare con un album. “Furnace” è una dimensione che si nutre di oscurità e sprigiona un freddo destabilizzante. Attraverso il black metal Herzog corona una fiumana (altro…)
(Woodcut Records) Se il black metal fosse un regno lontano, una terra dell’altrove, i Korgonthurus proverrebbero dal posto più irraggiungibile di quel mondo. Dopo avere vissuto ben due split gli scandinavi hanno ripreso da più di un lustro con regolarità la propria attività. “Jumalhaaska” è il quarto (altro…)

(autoprodotto) Con il secondo lavoro (il seguito del debutto “Imaginary friends”, recensione qui) dei Geometry of Chaos, Fabio La Manna e Davide Cardella si spingono oltre, dipingendo un nuovo soggetto, osservandolo però più da lontano, con una visione più panoramica, più completa, più ricca di dettagli ed influenze. Cresce la teatralità e quel feeling da ‘concept’, aumenta in modo impattante quella progressione narrativa che porta alla composizione di brani lontano dagli schemi prevedibili, piuttosto sempre in evoluzione, in crescita, seguendo la storia, seguendo i molteplici percorsi, cercando nuovi sentieri, nuovi orizzonti, nuovi obiettivi. (altro…)

(Scarlet Records) Leggerete questa mia ‘arringa’ qualche giorno dopo l’uscita di “Innervoid”… per il semplice fatto che io stesso l’ho scritta intenzionalmente dopo la pubblicazione dell’album. In verità non mi era chiaro se era opportuno lasciarmi andare con opinioni e punti di vista, considerando il momento delicato della band ed il fatto che annovero tra i miei contatti personali alcuni membri della band attuali o… passati. (altro…)

(Non Serviam Records) Giungono al quinto album gli olandesi Bloodphemy, con un concept che narra di violenza subita poi trasformata in violenza inferta, di sete di sangue e vendetta, il tutto musicato attraverso nove tracce rabbiose, dove il brutal death statunitense incontra il death svedese, filtrato attraverso sfuriate thrash e vocals ora cavernose, ora isteriche non lontane dal miglior Glen Benton. (altro…)
(Consouling Sounds) Maurice de Jong di progetti ne ha creati tanti, a volte troppi, però Gnaw Their Tongues è forse la sua personificazione più nota. La più riuscita? Perché no, per qualcuno, mentre per altri potrebbe non essere così. La sua sperimentazione e il suo andare fuori di testa tra suoni, attrezzature e l’uso della consolle (altro…)

(Mighty Music) In giro dal funesto 2019, solo ora i danesi Vansind riescono ad arrivare al vero e proprio debutto, avendo comunque seminato svariati singoli e pure un EP uscito nel 2021. La formula è quella classica: folk metal completo di cornamuse, altri fiati la voce cavernosa a-là Amon Amarth di J. Asgaard e quella femminile e decisamente potente di Line Burglin. (altro…)