EUDAIMONY – “Futile”
(Cold Dimensions) Mossa perversa. Idea criminale. Subdola. Ed io cado vittima senza potermi difendere, senza poter nemmeno concepire l’embrione di un pensiero. Quando mi avvicino ad un nuovo album, di solito ascolto e poi leggo, in quanto ho un certo peso della priorità… e pertanto mi trovo ad ignorare completamente chi sia questa band. Ok, esiste da un po’, ma è al debutto discografico. A (altro…)
(Paragon Records) C’è una cosa per la quale io, e forse anche il resto della Redazione, debbo ringraziare Metalhead, ovvero il fatto di dovermi cimentare delle volte con band che praticano generi che abitualmente non ascolto e delle quali non comprerei nulla. Doverlo fare significa documentarsi e comprendere in che direzione sta andando la musica. Non amo il symphonic black metal.
(Misantrof ANTIRecords) Sarà la morte a vincere sulla terra. Probabilmente sarà così. Prima o poi. I turchi Episode 13 si sono portati avanti provando ad immaginare questa inevitabile fine, descrivendola con un black metal ampiamente annacquato con del doom metal tenebroso, mortuario. Qualcosa senza speranza. Deve aver pensato la stessa cosa la Misantrof
(Kaotoxin Records) “Sui Cadere” aveva un suo fascino (QUI https://www.metalhead.it/?p=8615), ma forse io non l’ho colto. Quell’album alla fine non è che mi avesse convinto del tutto. “Canto III” lascia capire da subito che la tipologia doom di Eye Of Solitude è sempre la stessa, cioè atmosfere decadenti, oppresse, sofferte, ma allo stesso tempo dalle ampie aperture, con melodie
(Massacre) Davvero piacevole il seguito di “Bereue Nichts”, uscito nel 2012. “Nachruf” è il nuovo album di una band che è cresciuta sensibilmente in fatto di stile, ma senza snaturarsi, rimanendo se stessa e potenziando semplicemente i lati migliori del proprio sound. Gothic nero dalle venature doom e a volte sinfoniche. Atmosfere tetre o decadenti, barocche o epiche, nenie corali solenni, passaggi
(InnerSun Records) Interessante combinazione tra potenza e quell’atmosfera dark, sempre malinconica, coperta da una sensazione oscura che viene proposta dalla band di Amburgo. Cinquanta minuti di musica profonda, riflessiva, ma sempre fedele ad una impostazione metal che garantisce riff imponenti, una certa grinta nel songwriting ottima per iniettare quella giusta dose
(Autoproduzione) In una giornata dove la mia mente è clinicamente defunta, dove nemmeno dosi massicce di anfetamine sembrerebbero destarmi, decido di dedicarmi all’EP degli Italiani (Milano) Ekpyrosis. Quattro tracce, meno di venti minuti… il giusto livello di impegno che la mia condizione catatonica è in grado di supportare. Ma non sono nemmeno
(Blast Head Records) Debut album sfornato con un’energia e una padronanza esecutiva davvero niente male, per i giovani americani Eternium. Nonostante ciò il symphonic black metal della band del Missouri ricorda vagamente le sonorità dei Cradle Of Filth, epoca “Vempire” e “Dusk…”. Non c’è un Dani alla voce e la cosa è di per se un bene, altrimenti l’effetto fotocopia
(Autoproduzione) Vengono da Como gli Ephyra, e questo “Journey” è il loro debutto sulla lunga distanza dopo un demo di ben 4 anni fa. La formazione lombarda, come si può capire già guardando la copertina, si dedica a un power/death/folk ricco di tematiche fantasy (quello che io mi ostino a chiamare ‘Battle Metal’), un genere oggi in decadenza (e per quel che mi riguarda aggiungerei ‘purtroppo’).
(The Compound / Earsplit Distro) Dalla grigia Milwaukee giunge un hardcore/thrash rabbioso e vissuto. Ovvero un crust puro. Sono gli Enabler, già autori di un paio di album, EP e una vagonata di 7” e pubblicazioni minori, alcune anche in cassetta. Questo nuovo EP presenta un sound graffiante, veloce, fatto di riff che spesso si stampano nella testa d’impatto. Vedi l’opener “Switch”, seducente
(Steamhammer/SPV) Strano rock, strano mix di rock. Hard rock che incontra gli AC/DC. Rock alternativo, che incontra sonorità più dirette e semplici, Offspring che si avvinano ad un qualcosa di più intenso e profondo. Un album strano: non risulta rivoluzionario e tantomeno portavoce di una filosofia conosciuta. Ma l’infinito groove e la registrazione perfetta
(Noisehead Records) Dopo due anni dal debutto ritornano i teutoni Eternal Torture con un deathcore squadrato, scolpito nel granito, intriso di groove, di ritmiche possenti, riff rocciosi e flebili virate nel melodic death metal, ma tante escursioni in blast beat che sanno tanto di brutal death metal, anche per via della prestazione vocale di Andy Brecht, il quale appunto farebbe la felicità di
(Metal Mind Records) Questa band è polacca e nel 2006 realizzò un album, “Skyward”. Da allora Daniel Lechmański e Piotr Sikora (i fondatori) hanno continuato a suonare e comporre musica, in modo un po’ occasionale ma tale da sopravvivere a cambi di formazione e alle difficoltà di una piccola e non affermata band. Tuttavia Daniel ha fatto tre album con i Chain Reaction e Piotr dal
(AFM/Audioglobe) L’esordio degli Epysode, “Obsessions”, è stato uno dei primissimi dischi ad essere recensito su questo portale (
(Deepsend Records) A quanto pare Emblazoned è un collettivo che agisce da diversi anni, forse oltre la decina, nonostante poi abbia fatto ben poche pubblicazioni. “The Living Magisterium” è il secondo mini realizzato dalla band del Wisconsin e in esso mette un sound energico e fatto di un miscuglio tra death metal estremo e black metal. E’ la sintesi di un blackened death metal che vive
(Comatose Music) Nuovo e devastante assalto degli Exhumer, band italiana grindcore/brutal death metal la quale da questo mese è in Europa a spargere le proprie sonorità ai tanti cittadini della Comunità Europea. Discograficamente parlando era dal 2008 con il debut “Bloodcurdling Tool of Digestion” che la band non forniva una nuova prova, anche se dal punto di vista dei concerti gli Exhumer hanno girato il nostro continente (con Impaled Nazarene e Abysmal Torment) ed anche gli USA (con Vulvectomy, Vomit God
(AFM/Audioglobe) Fra le nuove leve dell’hard rock più arcigno, quello al confine con il power, gli Eden’s Curse sono sicuramente un esponente significativo. Fra il 2011 e il 2013 la band ha attraversato un lungo periodo di assestamento: prima l’abbandono del cantante Michael Eden (dal quale peraltro la formazione prendeva il nome!), poi un brevissimo ‘interregno’ con l’italiano Marco Sandron (ne resta come testimonianza il singolo “Time to breathe”, distribuito in digitale all’inizio dello scorso anno), e ora il ritorno
(Zero Budget Productions) Musicalmente l’Europa metal è ormai un unico, grande mercato, e ad anni di distanza dall’ultima occasione, fra le mie mani torna un disco proveniente dalla Repubblica Ceca. Si tratta del terzo album degli Edain, band progressive technical metal che include fra le proprie file membri dell’ensemble death Absurd Conflict. “Of those who worship Fire”, questo il titolo, ha solo un difetto: è troppo breve (non arriva alla mezzora) ed ha quindi una lunghezza da EP che non rende giustizia
(code666) Provo a scavare nella memoria e nel mio database, ma non ricordo o trovo nulla di questa band. Eppure il nome mi dice qualcosa. L’ultimo album degli Ecnephias, “Inferno”, è del 2011 ha una copertina familiare, l’ho già vista, eppure questo sound non mi ricorda niente. Beh, a me saranno ignoti ma si da il caso che gli Ecnephias sono al quarto album con “Necrogod”, non proprio una band di novizi, visto che le loro prime cronache sono datate anni ’90. Gli Ecnephias sono della Basilicata, regione di fianco
(Prosthetic Records ) Questa band è impressionante, ha un’aggressività musicale senza pari. Italiani, di Roma, musicisti con esperienze non di secondo piano, come Malfeitor, Black Therapy, Hour of Penance ed altre band, e con alle spalle un album ed altre pubblicazioni. Un nome che gira nell’ambiente già da tempo, un accordo con l’etichetta Prosthetic Records (Beneath The Massacre, Septicflesh, Hour of Penance, Gojira) e un nuovo cantante, Giuseppe Di Giorgio. Fatte queste premesse “Drones of the Awakening”
(Code666) Assurdamente geniali. Una nuova frontiera del metal estremo, del black sinfonico, del metal stesso. Gli inglesi Eibon La Furies vogliono -e ci riescono- portare l’intera dimensione della loro musica su nuovi fronti, su un nuovo livello sfacciatamente sperimentale e provocante. E’ molto difficile definire il loro genere, in quanto ci sono massicci elementi di avant-garde black metal, imponenti componenti cinematografiche,
(Napalm Records) L’era pulita, ariosa, rock ‘n roll degli End Of Green prosegue, si intensifica. “The Painstream” è l’essenza di canzoni battute in 4/4, strofe in rima e melodia ovunque. Canzoni dirette, ma non per questo mal costruite, anzi a mio avviso rispetto a “High Hopes in Low Places” il sound risulta più pulito e il songwriting maggiormente limato, inserendo anche sonorità particolari, come uno sguardo
(Svart Records) Interessante reissue dell’unica pubblicazione dei finlandesi Exitus. Questa band che suonava doom/thrash ebbe vita breve (circa due anni) e si sciolse nel 1990 (i membri fondatori continuarono suonando space rock con il moniker Dark Sun). All’epoca gli Exitus fecero diversi spettacoli ed erano abbastanza noti nell’underground, e questo loro demo fu registrato in edizione limitata (300 copie)
(Ripple Music) I doomster di Chicago Earthen Grave, che vantano fra le proprie file l’ex bassista dei Trouble Ron Holzner, hanno pubblicato il loro cd d’esordio alla fine del 2012; la Ripple Music ha quindi deciso di ristamparlo in un lussuoso doppio vinile completo di bonustracks. La traccia autotitolata, che apre le danze (se così si può dire…) è un doom a tratti morboso dalle chiare caratteristiche seventies; la marcia in più è costituita dal suono del violino, spesso veloce e incalzante.
(Cyclone Empire) Dietro questa meravigliosa copertina si nasconde il quarto album degli svedesi Ereb Altor: per fortuna, oserei dire, gli svedesi hanno fatto marcia indietro rispetto a quanto ascoltato su “Gastrike” (le mie lamentele
(Indie Recordings) Allucinato. Sconvolto. Contorto. Imprevedibile. Pieno di rabbia, di furia, ma anche di una luce, la luce generata dalla profonda fede (cristiana) che si rivela nei testi. Musicalmente siamo di fronte ad una opera maestosa, un death metal ultra tecnico, che in un certo senso ricorda Cynic e Carcass, ma che vanta
(P2) Perdonate la sciocca ironia, ma una band che si chiama Extinction Protocol e che viene pubblicata da un’etichetta chiamata P2 è il massimo: deve essere un piano della nota Loggia Massonica! Stupidaggini a parte, questo quartetto della Pennsylvania è mostruosamente legato al brutal death metal da un sottile legame
(Non Stop Music) Strano destino, quello degli Excelsis: svizzeri come gli Eluveitie, suonano lo stesso genere degli Eluveitie e sono anche nati diversi anni prima di loro (nel ’96), ma non hanno conseguito il successo ormai planetario dei loro compagni nel folk/power/death metal. Certo, questa situazione è giustificata
(Svart Records) Viaggio nello spazio. Come dice il titolo, autostrada verso lo spazio. Qui non c’è metal. Niente riff poderosi, o chitarre laceranti. “Kometenbahn” è un’esperienza digitale. Concetti futuristici legati a sonorità computerizzate ma anche retrò. Sintetizzatori, strumenti analogici. Ritmi pulsanti. Effetti. Ambientazioni remote,
(Black Widow Records) Sound ricco di passione, di groove, di energia. Gli Electric Swan, al secondo album, offrono una proposta calda, piena di dinamismo e diversa dal solito. Il genere di base è rock anni ’70, con tutti quei suoni analogici, quei suoni che sembrano creati per essere incisi su un nero e sensualissimo vinile.
(SPV/Audioglobe) Dopo circa tre anni di silenzio, dovuti – pare – a gravi problemi familiari e personali del leader Lanvall, ecco un nuovo disco, l’ottavo, degli austriaci Edenbridge, fra i campioni di quel female fronted symphonic metal che andava per la maggiore nella seconda metà degli anni 2000, ma forse oggi sta cominciando ad esaurire la propria spinta creativa. Con il sostegno di un’orchestra viennese, “The Bonding” suona ancora più boombastico e potente dei suoi predecessori, ma naturalmente
(Scarlet/Audioglobe) Che bello quando questo mercato sovraffollato e dozzinale riesce ancora a darti qualche sorpresa: come gli emiliani Empyrios, che pubblicano il loro terzo disco con la sempre attenta Scarlet Records. I nostri suonano quel genere che qualcuno chiama extreme progressive metal: una potentissima miscela di suoni prog alla Symphony X, vocals molto aggressive, ritmiche proprie del death (se non del black) e improvvise aperture melodiche di
(Earache Records) Semplicemente thrash metal. Poca originalità, ma è sicuramente nell’intenzione della band. Meno velocità rispetto ai primi lavori, e forse più mid tempo e groove. Il risultato è decisamente godibile, ricco di energia, suonato in maniera perfetta, e composto con una certa varietà di tempi e cambi di tempo che rendono il tutto dinamico, altalenante, mai noioso. Sono proprio gli stacchi, i cambi, gli assoli che emergono come sangue da una ferita la forza di questa
(My Graveyard Prod.) Guardate quella copertina. Leggete quel nome, notatene i caratteri. Leggete i titoli dei pezzi (“Path of No Return”, “Psychosis”, “Ignorance Grows Strong”). Osservate le foto dei musicisti: jeans, scarpe sportive, t-shirt di Onslaught, Megadeth, Wehrmacht, Voivod. Si, esatto, sonano thrash
(Artificial Sun) Nelle ex Repubbliche Sovietiche si sta muovendo una piccola ondata di alternative-industrial/electro metal. Derivazioni tedesche, americane, forse nulla di autoctono a parte il cantato che spesso è in lingua madre, la quale a mio avviso sembra essere adatta per il metal.