SOLBRUD – “Jærtegn”
(Mighty Music/Target) Spietato black danese. Feroce. Aggressivo, ma anche atmosferico, capace di offrire melodia dentro l’assalto frontale costituito da riff veloci, tremolo, singing devastante e drumming brutale. E’ proprio il drumming che attira la mia attenzione, in quanto Troels Pedersen si rivela instancabile, (altro…)
(In-Akustik) “Sette è il numero dei peccati capitali”, recita la strepitosa “Vigilante Man”, terza traccia di questo capolavoro di rock e metal! Ma i peccati capitali qui sono ben dodici, peccati che portano direttamente all’inferno, il fantastico inferno del rock’n’roll! E chi troviamo all’inferno? Chi sono i demoni che con il
(Autoproduzione) Come annunciato
(Pitch Black) La formula è rodata: i Sacred Blood prendono un mito o un avvenimento storico della loro terra d’origine, la Grecia, e lo mettono in musica con buon mestiere e qualche sincero picco d’entusiasmo. L’esordio fu dedicato alle Termopoli; seguirono le vicende di Alessandro Magno
(Doomentia Records) Nuovo album di questo trio nato sul finire degli anni ’80 (all’epoca la formazione era più ampia) in Pennsylvania e che in questo nuovo secolo suona un thrash/death/blackened che offre scampoli di matrice teutone e in minima parte della Bay Area. Linee del riffing
(Pure Steel) Il demo di debutto degli Shadowbane aveva suscitato una certa curiosità nell’ambiente dei defenders: una band tedesca (per la precisione di Amburgo) che suona in modo così americano non può passare inosservata… tuttavia ci sono voluti quasi cinque anni perché il full-“length” vedesse la luce (naturalmente sotto l’egida della Pure Steel).
(Graviton Music) All’origine di questo progetto c’era Arjen Lucassen. Lui e Marcela Bovio erano il perno su cui basare idee e soluzioni. Poi Lucassen è andato avanti con altre cose, mentre gli Stream Of Passion si sono costruiti un’identità forte. Da soli e certi delle proprie capacità, su tutte il talento
(Drown Within records) Se vuoi fare un disco così devi saper suonare. Ma non basta, devi saper coinvolgere l’ascoltatore e portarlo dentro la musica, farlo sognare, impaurire,
(Thunderforge Records) Dopo cinque anni di silenzio ecco tornare in pista i lituani Skyforger, una delle prime band dell’est europeo a sfondare anche sui lidi occidentali (i nostri sono in attività dalla fine degli anni ’90). “Senprusija” è un album che mostra diverse sorprese, ma non tradisce lo spirito della band: ancora una volta,
(Selfmadegod Records) Io ero un adolescente, loro esistevano da pochi anni e già la loro discografia era cospicua e c’era un amico più grande di me che aveva molti vinili. Non sono più un ragazzo, il mio amico continua a essere
(Bizarre Leprous Productions) Full length di debutto per i Cechi Slup, band proveniente da Brno attiva dal 2010. La proposta musicale di questo terzetto è un death metal che sfocia spesso nel grind. I brani sono brevi e concisi, con qualche divagazione e cambio di tempo che li rende dinamici e variegati. Affini come
(Nuclear Blast) Sesto album per gli svedesi Scar Simmetry, ormai sempre più vicini a sonorità melodiche e easy. Fruibilità pura, meno estremismi, soprattutto grazie a una modernità del sound e del modo di comporre e con una maggiore ampiezza del groove, oltre a una buona
(Cruz del Sur) Sono presentati come la new sensation speed/thrash proveniente dalla Grecia… e probabilmente è così! I Sacral Rage, da Atene, giungono al debut dopo diverse produzioni minori e certamente non sprecano le proprie cartucce… accattivando peraltro i possibili acquirenti con una cover originale e inquietante.
(Earthquake Terror Noise) Ritornano, a due anni di distanza dal debut album “Camping The Vein”, i Fiorentini Sofisticator, attivi dal 2009 e già con una vasta esperienza live, avendo suonato di supporto, tra gli altri, ad Exodus e Artillery. Dopo una girandola di cambi di formazione, la band sembra aver trovato una line
(Inverse Records) I norvegesi Sarpedon, lo ammetto, mi hanno colpito: la definizione ‘prog’ sta decisamente stretta alla loro musica, un connubio di generi a tratti impazzito, ma senza eccessive divagazioni intellettualistiche o fini a se stesse. Non lasciatevi quindi fuorviare dal logo black, genere di cui sono presenti pochi accenni…
(Night in Terrors/Nihil Ultra) Suoni caldi ed atmosferici dalla fredda Finlandia. Gli Scapes sono una nuova realtà e questo è il loro interessante e convincente debutto. Tutto parte dal vocalist, in questo album anche batterista e chitarrista, artista già attivo su altre band estreme; a livello personale decide di creare qualcosa con voci clean,
(Iron Bonehead) Duo francese, ma dall’anima svedese. Le radici di questo death metal affondano nel terreno di Stoccolma, fertile landa dei Dismember e Grave. La cover di “Torn Apart” dei Carnage ne è un ulteriore dichiarazione. A queste coordinate
(Nordvis) L’oscurità e la decadenza delle due band svedesi, Grift e Saiva, si unisce in questo tetro split, ricco di malinconia in qualche modo legata alle tradizioni del loro paese, al folklore di quelle terre. Prodotto su vinile, presenta sul lato A la traccia “Skarprättaren” dei Grift (il titolo significa “Il Boia”),
(Autoproduzione) Hanno una immagine ben poco raw & wild (andate a vedere il loro profilo facebook per farvi un’idea), ma ci sanno fare: gli Steel Inferno, band internazionale di stanza a Copenaghen, presentano un 7’’ autoprodotto in 300 copie di classico heavy anni ’80.
(Sony Music) Cinquant’anni di carriera e non sentirli! Dopo il Farewell Tour dello scorso anno, gli Scorpions hanno cambiato idea e, anziché appendere gli strumenti al chiodo, pubblicano questo album, che mostra una band ancora in ottima forma dal punto di vista esecutivo. Le composizioni, a quanto pare, risalgono agli anni ’80, ma non sono mai
(Autoproduzione) Debutto discografico per Sinatras, progetto ad opera di Emanuele Zilio, chitarrista degli hardcorers Strange Corner. Pur essendo ancora ben presenti le sonorità hardcore (l’influenza degli Hatebreed è ben presente), i Sinatras spostano il tiro a favore di un death’n’roll, sulla scia di bands come Entombed (post “Wolverine Blues”),
(Nerocromo Music/Heart Of Steel Records) Metallo puro, rovente e tagliente direttamente dal Sud America, da San Paolo, Brasile. Schietti, potenti, meravigliosamente classici, offrono un heavy metal carico di energia, di riff power and heavy, costellaoi da assoli micidiali e veramente ben curati. Questo loro secondo full length è stato pubblicato un anno
(Avantgarde Music) Percepisco un tocco di crudeltà nel recensire questo mini album. Vedete, il mondo musicale moderno è strapieno di labels che sfornano milioni di bands. Ogni giorno. Bands che poi nessuno sentirà mai, o che tireranno a campare con qualche gig non lontano da casa e quei 200 “likes” sul social. Prima di smettere. Per sempre. Ma è una
(autoprodotto) Dopo un ottimo disco (“La Fuga”, del 2012) ed un attraente singolo (“Senza Fiato”, fine 2013), mi aspettavo -e lo scrissi in altri articoli- un nuovo album di una band Italiana molto valida, quasi una eccezione tra i miei interessi, considerato che cantano in lingua madre. L’album non arriva, e probabilmente la ragione è quella più ovvia: la band è stata
(Wraith Productions) Perdonate la divagazione, ma a volte c’è veramente da doversi inventare ogni cosa per poter rendere conto ai lettori di una pubblicazione. Piomba in redazione questo pezzo di oltre tre minuti, accompagnano da note stampa che recitano: “Birth Throes, Shadows and Serpentine
(Solitude Prod.) Il duo russo Shallow Rivers, qui al secondo album, è dedito a un funeral/death/doom metal che alterna in modo intelligente durezze sonore e aperture melodiche. Fedelmente ai canoni del genere abbiamo in “The leader Ghost”, dalla copertina forse fin troppo minimale,
(Pure Legend Records) Non sono affatto male, i finlandesi Stargazery: il loro secondo disco di heavy metal rock potrebbe facilmente attirare anche i fan del power più easy listening. Non pensate però ai Sonata Arctica, cui magari potrebbe rimandare la nave in copertina (spero ricorderete tutti “Reckoning Night”):
(Minotauro Records) Strange Here è il progetto di Alexander Scardavian, artista Cesenate che vanta collaborazioni con Steve Sylvester e Paul Chain, oltre ad avere inciso a proprio nome la prima parte di questa esperienza solista “Strange Here”, risalente al 2002. Lo stile proposto attinge soprattutto da quello di Paul Chain, mentore artistico di Alexander. Le sette
(Raine Management) È probabilmente chiaro che la band siciliana in esame esibisce un cantato in italiano, visto il nome. Parole su un tappeto musicale dannatamente heavy oriented. Promozionalmente gli Schema Zeta sono stati indicati come una band di modern metal ma
(Listenable Records) Un dito medio alzato. Uno sputo in faccia. Un insulto. Due chiappe che ancheggiano, tre disgraziati prossimi alla galera che fanno un gran casino quando qualcuno gli regala della corrente elettrica per accendere i rumorosissimi Marshall. Fare arte? Si, ma anche tanta festa, tanto casino, tanto sballo con volumi proibitivi! Il loro
(Nuclear Blast) Quarto lavoro per i Sylosis, quartetto Britannico non molto conosciuto nel nostro paese, ma che già vanta un buon seguito un po’ ovunque, avendo suonato con realtà affermate come Killswitch Engage, Trivium e Lamb Of God. La band Inglese capitalizza quanto di buono realizzato nei dischi precedenti
(Helldprod & Murder Records) Non molto da potere dire su questa release. “The Unborn Dead” è un 7′ dei Sinister che raccoglie due pezzi: la cover
(Memento Mori) Qualcuno forse ricorda il massacro di Jonestown (Guyana, in Sud America) datato 1978. Sulla vicenda si è detto di tutto. Erano dei fanatici? E cosa era Jonestown? Era una prigione? Un progetto utopistico? E
(Sulatron Records) Pura pazzia psichedelica per questo secondo album di una trilogia iniziata con “The Death And Resurrection Of Krautrock” (del 2011). Una band strana, deviata, in giro dal 2003 con oltre una decina di album all’attivo. Il progetto ha origini croate, anche se i suoi membri
(Massacre Records) Formatisi a metà degli anni ottanta dalle ceneri dei Lion’s Breed, gli Scanner seppero ritagliarsi un loro spazio all’interno della scena power speed teutonica, forti di un contratto con la Noise che gli permise di incidere i primi due dischi e di farsi notare dagli estimatori del genere. Il passaggio alla Massacre ci consegnò