WINDS OF TRAGEDY – “Hating Life”
(Meuse Music Records / Tragedy Productions) Per fortuna la mia recensione al precedente lavoro del gruppo cileno (recensione qui) non può che essere confermata in questo nuovo capitolo discografico. (altro…)
(Meuse Music Records / Tragedy Productions) Per fortuna la mia recensione al precedente lavoro del gruppo cileno (recensione qui) non può che essere confermata in questo nuovo capitolo discografico. (altro…)
(FMZ Entertainment Group) Esordio assoluto dei torinesi The Bang! Tales attraverso un EP che immediatamente comunica un’attitudine compresa tra punk, pop e rock e di stampo anni ’90 e con un sound un pochino garage che ne deriva dalla produzione. Cinque pezzi piuttosto distintivi tra (altro…)
(Nordvis Produktion) È pura arte la musica di Jesse Heikkinen (anche nella black metal band Benighted in Sodom e il suo altro progetto solista Phallosopher), il polistrumentista che sta dietro questo progetto finlandese. “Trench of Loneliness”, il suo quarto album, questa piccola perla di psychedelic neo folk, è una sua totale creazione: ogni strumento, la composizione, la registrazione il mix… è tutta farina del sacco di Jesse, il quale si è fatto ‘aiutare’ solo da Hiski Pajuniemi per alcune parti interpretate dal flauto a fischietto. (altro…)
(AFM Records) Elana Justin e amici! Nuovo progetto che arriva debutto, con nomi di spicco che girano attorno all’affascinante Elana Justin, una vocalist bella, potente e scatenata. I brani derivano tutti dalla sua precedente e sconosciuta band, un gruppo dell’underground di New York, qui amplificati, appesantiti ed arricchiti grazie all’aiuto di innumerevoli collaboratori. (altro…)
(Ancient Dead Productions) Secondo album per Terrestrial Hospice, progetto nato in Polonia per mano di Inferno, batterista dei Behemoth e del cantante/chitarrista/bassista Skyggen, ex Darkstorm e Swastyka. (altro…)
(Inside Out Music) Dieci anni fa uscì il potente “Dimensionaut”, l’unico album dei Sound of Contact, una prog/alternative rock band che tra i membri fondatori annoverava il batterista e vocalist Simon Collins, figlio del famoso Phil Collins dei Genesis. Simon poi lasciò i Sound of Contact e questi ‘debuttanti’ eMolecule sono di fatto un duo composto da Simon e da un altro ex Sound of Contact: (altro…)
(Atomic Fire Records) Il metalcore abbinato al cinmematic è l’essenza di stile dei belgi Suasion. Il sound dei valloni è spinto, frenetico, debordante, isterico. La band pesta duro con la sua attitudine metalcore fatta di breakdown e affondi (altro…)
(Avantgarde Music) Una nuova perla nera emerge dall’underground nel nostro paese. Si sono formati nel 2020 e sono un quartetto che comprende Paolo Monti (The Star Pillow), la voce di Giulia Parin Zecchin (Julinko), Luca Scotti (Tristan da Cunh) e Francesco Vara (Tristan da Cunha e Altaj), quindi tutti artisti già molto attivi nel mondo sotterraneo del rock, del post rock, del rock più etereo, alternativo, atmosferico e sperimentale. (altro…)
(Vàn Records / Soulfood Distribution) Anticlericali, perversi, arrabiati, cruenti e mostruosi questi estremisti di Salisburgo. Suonano insieme solo dal 2021 eppure nonostante un approccio leggermente ruvido e underground, “Hiding Amongst Humans” non rappresenta qualcosa di scontato. Pestano ArsGoatia, si agganciano a (altro…)
(BMG) Se i Godsmack hanno iniziato a cambiare pelle dall’album “1000hp” del 2014 e continuando nel 2018 con l’album “When Legends Rise”, anche “Lighting Up the Sky” segue questo processo che lo rende molto radiofonico. “When Legends Rise” è la conseguenza diretta per una band che ha scritto canzoni proprio (altro…)
(Noble Demon) Per me, gli Oceanhoarse restano un piccolo mistero (vedi recensione precedente qui). La proposta musicale del debutto non cambia di una virgola, anzi: sembra, semmai, che le varie componenti sottolineate si siano addirittura esacerbate, anche se mi pare di constatare che ormai siamo nell’hard rock puro, senza troppe altre (inutili) influenze. (altro…)
(20 Buck Spin) Due nuovi album e pubblicati lo stesso giorno, ovvero questo “Helionomicon” che comprende solo due composizioni, title track e “Anthronomicon” di entrambe circa 20’ di durata. La seconda composizione è lo stesso titolo dell’altro album, appunto “Anthronomicon” (QUI recensito) che consta però (altro…)
(20 Buck Spin) Il 17 febbraio 2023 gli statunitensi Ulthar pubblicano due album che seguono i due precedenti del 2018 e 2020, rispettivamente “Cosmovore” e “Providence”. Il trio ancorato alle tematiche di Howard P. Lovecraft con l’album “Helionomicon” (QUI recensito) si cimenta in due lunghe composizioni (altro…)
(Massacre Records) Versatile, fantasioso, senza limiti, mai ripetitivo, libertino nello stile e nella creatività. Victor Smolski è l’asso della chitarra che è stato in forze dei Rage per almeno quindici anni, è il chitarrista che suona ed ha suonato in molti altri progetti, compresa gli Almanac nei quali è in line da quasi un decennio; tanti impegni, certo, ma il suo personale progetto non è mai passato in secondo piano, anche se sono trascorsi ben diciannove anni dall’ultimo lavoro, quel “Majesty & Passion” che riadattava anche molte musiche di Johann Sebastian Bach. Il nuovo “Guitar Force” è monumentale, è variegato, è impattante, è seducente, è irresistibile; (altro…)
(AFM Records) In circolazione da più di quindici anni, gli americani non sono certamente passati inosservati, visto che il loro heavy rock attuale, con lo stile di oggi, quello alternativo e vagamente pop, li ha portati a milioni di stream e visualizzazioni, oltre che spingere due singoli dentro nella billboard. (altro…)
(autoproduzione) La formazione thrash/death metal belga Schizophrenia celebra con questo EP Slayer, Judas Priest, Mistfits, Exodus, GBH e Morbid Angel. La band di Anversa ha pubblicato un EP nel 2020 e il debut album “Recollections of the Insane” lo scorso anno (ascoltabile (altro…)
(Autoprodotto) Senza contare i vari EP pubblicati e le divagazioni solo digitali, in meno di dieci anni giunge già al quinto album la one man band italiana di Andrea Milan. Decisamente creativo e prolifico, l’artista materializza un sound misterioso che inietta nel black metal tutte quelle sublimi divagazioni tipiche di blackgaze e dark ambient, mantenendo comunque forte un sentore spirituale che si diffonde in questa rappresentazione di un gelo siderale, dentro un violento stato di ipnotica catarsi cosmica. (altro…)
(Prophecy Productions) L’umidità e le nebbie inglesi si sono instaurate nella psiche di questi due artisti, la vocalist e bassisa Tiffany Ström e il chitarrista e autore Syd Scarlet. Dal loro incontro dieci anni fa (hanno anche il progetto Myyths, e nel tempo sono stati anche entrambi ospiti nel disco “Groundswells” degli atmospheric sludge metallers inglesi Wren), i due hanno dato vita a vari EP, a vari album (questo è il terzo), si sono poi spostati nell’affascinante Scozia, poi in Belgio ed infine in Germania. (altro…)
(autoproduzione) Il secondo lavoro dei Mordkaul è un manifesto dedicato al melodic death metal, quello privo di stucchi però e primordiale. Infatti i belgi suonano con una certa energia, irrobustiscono i pezzi con un buon tenore ritmico dato non solo dai pattern della batteria, quanto da riff che spesso ritmano in maniera (altro…)
(Blooddawn Productions / Regain Records) I marziali e valorosi svedesi Arditi pubblicano l’ottavo album di una carriera che ha inizio verso la fine degli anni ’90, nel 1997 per la precisione. L’industrial vissuto con toni marziali, solenni quanto nefasti, sono aspetti che caratterizzano gli Arditi anche attraverso un’iconografia (altro…)
(Reaper Entertainment) Basta il primo minuto della opener ”Never Forget, Never Again (6 Million Dead)” per capire che i Memoriam, nel 2023, continuano a far tuonare fiero e potente il death metal d’annata, quello old-school, quello potente. Quello vero. (altro…)
(Chaos Records) In questo album come Cadaver Shrine Maurice de Jong, ovvero colui che è noto soprattutto col moniker Gnaw Their Tongues ed altri progetti ancora, è abile a tinteggiare delle atmosfere esageratamente tetre e a tratti anche decadenti. Esistono dei passaggi nei quali l’ambientazione sembra molto prossima (altro…)
(Century Media Records) A discapito della natura del logo, il gruppo in questione fa hard core, ma quello violento e urlato, molto simile in alcuni aspetti a generi meno canonici del metal, il djent su tutti. (altro…)
(Les Acteurs De L’Ombre Productions) Battono il ferro finché è caldo i francesi Acod, che si presentano con un EP di tre brani pochi mesi dopo l’uscita del notevole full length “Fourth Reign Over Opacities And Beyond” (recensione qui). (altro…)
(Black Hill Records) È la prima volta per chi scrive l’ascolto di un intero album del chitarrista originario del Wisconsin Jared James Nichols. Nome interessante e comunque noto nel mondo delle sei corde, soprattutto in quello americano che si distingue per una tecnica ovviamente personale che adotta anche quella del (altro…)
(Trollzorn) Tedeschi si ma di estrazione svedese nel suonare. Gli Atomwinter sono una graffiante riproposta del death metal di Svezia a cavallo tra fine anni ’80 e primi ’90. A cinque anni dal precedente e terzo album “Catacombs”, i tedeschi ritornano dunque con un death metal vecchio stampo che ruggisce di (altro…)
(Indie Recordings) I norvegesi Ricochets sono in giro dalla fine degli anni ’90. Numericamente sarebbero venticinque anni di rock sincero, di rock brillante, di melodia ed energia, con anche un paio di nomination ai Grammy… ma dentro c’è anche un silenzio di ben diciassette anni (è del 2005 il loro ultimo disco) che “Closer to the Light” rompe con impeto e forza. (altro…)
(Les Acteurs de L’Ombre Productions) Questo album lascia l’ascoltatore in totale sconcerto… Ascolto dopo ascolto, la cosa non cambia, anzi: lo sconcerto si tramuta progressivamente in totale abbandono estatico, misto ad una inquietudine che poi non ti lascia molto facilmente. (altro…)
(Inside Out Music) Edizione speciale per l’ultimo disco dei norvegesi Leprous, uscito ormai un anno e mezzo fa, nell’agosto del 2021 (recensione qui). “Aphelion (Tour Edition)” contiene ovviamente l’intero album originale al quale vengono aggiunte due intricate bonus tracks. (altro…)
(Karisma Records) Qualche anno fa, in occasione di “Villa Carlotta 5959” (recensione qui), i Ljungblut erano cresciuti fino ad essere una band che, puntando verso l’internazionalità dell’inglese, chiudeva anche il ciclo dei dischi in lingua madre. (altro…)
(Bottomless Pit / Gateway Music) Nuova doom band danese, ma tutt’altro che composta da ragazzini debuttanti, visto che qui dentro militano il chitarrista Andreas Cadaver (ex-Stone Cadaver), il vocalist Mikael Rise (Scamp), Dennis Larsen (ex-Olm) alla batteria, Pelle Santana alla chitarra solista e pure Leifur Nielsen (The World State, ex-Horned) al basso! (altro…)
(Inside Out Music) Criptico il nome di questo album, derivante dall’unione di ‘ID’, ‘Id’, ‘Entity’ e ‘Identity’; ‘ID’, un documento che prova la tua identità, ‘Id’, la parte più profonda del subconscio… i bisogni e le emozioni primari, ‘Entity’, è l’entità, qualcosa che esiste in una sorta di dimensione a parte… mentre ‘Identity’, identità, è l’insieme del nome e dei fatti che identificano un individuo… forse proprio quello ‘identificato’ con ‘ID’, il quale contiene un ‘Id’… e si muove nello spazio e nel tempo, assieme ad altre ‘entità’. (altro…)
(Century Media Records) Li adoro! È stato amore a prima vista già da quel lacerante debutto propriamente intitolato “Tortured Whole” (recensione qui)… ed ora è nuovamente puro orgasmo con questo nuovo “Homicidal Ecstasy”… il quale non solo offre un titolo perversamente erotico ma, musicalmente, è una lenta ed incisiva discesa verso inferi pregni di morte, di sangue, di carni dilaniate ed in putrefazione. (altro…)
(Pelagic Records) In meno di cinque anni i parigini WuW hanno pubblicato tre album, dei quali i primi due con Prosthetic Records. “L’Orchaostre” consta di cinque pezzi tutti intitolati “Orchaostre” e numerati dall’1 al 5. Affascinante “Orchaostre 1” che svela da subito questo incrocio tra doom, sludge, post metal con (altro…)
(Autoproduzione) Ottimo esordio per Kampvogn, formazione danese nata nel 2019 e dedita ad un death metal claustrofobico e pesante, più incentrato sul groove che sulla velocità esecutiva. L’unica cosa che mi spiace è il fatto che i testi siano in danese, lingua che non conosco minimamente e quindi non posso approfondire i temi trattati, apparentemente incentrati su vicende riguardanti la prima guerra mondiale. (altro…)