RIGOR SARDONICOUS – “Praeparet Bellum”
(Memento Mori) Settimo album per Rigor Sardonicous, band statunitense che ha un modo tutto particolare di intendere il funeral doom. (altro…)
(Memento Mori) Settimo album per Rigor Sardonicous, band statunitense che ha un modo tutto particolare di intendere il funeral doom. (altro…)
(Black Lion Records) Come disse il collega in occasione dell’ultimo album (recensione qui) quando suoni un genere così identificativo come il death svedese, è molto difficile uscire da schemi ben predefiniti e, soprattutto, da confronti con i grandi nomi del genere. Ma il vero problema degli Ablaze My Sorrow è puramente legato ad un livello di notorietà: (altro…)
(Indie Recordings) In giro da circa un decennio, giunti al quarto full length, gli svedesi Knogjärn (moniker che significa qualcosa come pugno di ferro, l’arma…) sono esattamente quello che dichiarano di essere: qualsiasi cosa purché selvaggio, pesante e duro! L’etichetta, assurdamente, li definisce ‘campioni di hard rock’, mentre in rete sembrano rientrare nella galassia del metalcore… ma la verità è che con “Mera Bedövning” non solo sferrano una mazzata mostruosa, ma danno anche una prova di maturità, di fantasia, di infinita energia, immenso gusto…andando a riprendere con favolosa enfasi sonorità del groove metal più glorioso… proprio come quelle dei Pantera! (altro…)
(Riena Productions/Blood Blast Distribution) Heidi Parviainen mise in piedi questo progetto all’indomani della sua esperienza negli Amberian Dawn: fu una sfida, un tentativo… ma a dieci anni di distanza, con ben altri quattro album pubblicati, esce da sotto l’ala protettrice della Napalm Records e si rimette in gioco, con un nuovo album, pure con un crowdfunding, continuando la storia del concept del precedente “Grim”, proseguendo questa intensa narrazione epic-fantasy. (altro…)
(Autoprodotto) Nati nel 2011, ma manifestatisi a livello discografico solo nel 2020, i Born a Ghost mostrano una padronanza assoluta negli strumenti e nelle atmosfere che catalizzano; (altro…)
(Season of Mist) Se “Cosmic World Mother” (recensione qui) poteva prendere alla sprovvista, un po’ a causa dell’ignoto dovuto alla lunga attesa, un po’ per il ritorno al symphonic black dopo quell’album industrial, un po’ per una certa ‘fretta’ nel mettere in piedi quel disco, ecco che “As in Gardens, so in Tombs” mette tutto in ordine, riporta tutto alla radice con un vero, imponente e tuonante symphonic black il quale da spazio a tutta la band (rimasta quasi invariata rispetto alla release 2020), stimolando la performance del vocalist Mathias Lillmåns (Finntroll), ora più crudele ed in linea con il genere, verso una resa dinamica corposa, micidiale, con melodie più brillanti, orchestre più essenziali ma anche decisamente più grandiose, teatrali, avvolgenti. (altro…)
(The Lasting Dose Records) Tedeschi fin nel midollo, i Daevar hanno fatto propri i sapienti insegnamenti di gruppi di culto come i Reverende Bizarre, tributati sin nello stile scelto per la copertina dell’EP. (altro…)
(autoproduzione) Abbiamo conosciuto gli Antipathic grazie all’EP “Covered with Rust”, QUI recensito, e l’EP “Autonomous Mechanical Extermination”, QUI recensito, tuttavia gli Antipathic hanno anche pubblicato un album nel 2019 dal titolo “Humanimals”. Un album e tre EP, contando quest’ultimo “Infestation” che la (altro…)
(Autoprodotto) Questo duo non poteva che essere svedese. Il suono tipico di gruppi seminali come gli In Flames e, soprattutto, Dark Tranquillity vibra potente in ogni nota dell’EP. (altro…)
(Memento Mori) Comincia decisamente bene questo 2023 per quanto riguarda il death metal: ho appena finito di gioire per l’ottimo ritorno degli Obituary e mi ritrovo tra le mani un altro gioiellino totalmente old schoool. (altro…)
(Bitter Loss Records) Notevole crescita compositiva per Ashen, formazione australiana che un paio di anni or sono esordì con il discreto EP “Godless Oath”, un lavoro che metteva in mostra un sound acerbo e non ancora focalizzato, anche se la band mostrava ampi margini di miglioramento. (altro…)
(Avantgarde Music / Noisebringer Records) Ma come diamine fa un unico tizio a passare dai Kanonenfieber (recensione qui) a questi suoni? Incredibile, soprattutto considerato che si tratta, in entrambi i casi, di progetti solisti, ma fatti di intenti e atmosfere davvero diverse, seppur non opposte. (altro…)
(Caligari Records) Questo trio di Nashville che si fa chiamare Act Of Impalement esibisce un sound massiccio, oscuro quanto ben tagliato dalla produzione. L’intreccio tra riff delle chitarre (altro…)
(Karisma Records) Amo questa connessione stabile tra due paesi non solo geograficamente lontani, ma diametralmente opposti, per etnie, territorio, pensiero, usanze, atteggiamento e pure lingua. (altro…)
(Edged Circle Productions) Dietro questa la favolosa copertina, opera di Nicholas O’Leary, un ottimo pittore che vive a Bergen in Norvegia, si diffonde un album imponente, seducente… incredibile… per questa band al debutto. Ma in quel magma ribollente di arte e pulsazioni creative che vive e respira nella la città della pioggia, è difficile pensare ad debutto proveniente da musicisti alle prime armi e, infatti, anche il progetto Natt nasconde artisti che hanno già dato prova di grande genialità compositiva. (altro…)
(Autoproduzione) Secondo capitolo discografico per gli italiani Stargenesis, dopo l’ottimo esordio “Aurora” del 2021 ed in attesa del terzo album le cui registrazioni sono in programma per la prossima primavera. (altro…)
(Avantgarde Music / Noisebringer Records) Seppur sfuggente, c’è una logica dietro questo progetto. Portare in musica la tragedia della Grande Guerra, cantando per giunta in tedesco, sembra idea da folli. (altro…)
(Relapse Records) La ricreazione è finita, è ora di tornare in classe. I maestri sono tornati con una nuova lezione di puro death metal floridiano. Nessun’altra band più degli Obituary incarna in maniera così netta coerenza, personalità ed uno stile immediatamente riconoscibile. (altro…)
(Everlasting Spew Records) Secondo album per Nothingness, formazione statunitense dedita ad un death metal a cavallo tra la vecchia e la nuova scuola, visto che le maggiori fonti d’ispirazione provengono da acts come Morbid Angel e Gojira. (altro…)
(Black Tears) Tre album in carriera per questa creatura ligure che sembra nata nella notte. “Enter The Fog” è il terzo album dei Damnation Gallery, Il debut album “Black Stains”, QUI recensito, è del 2018, poi il secondo album “Broken Time” del 2020 che comprende la canzone “The Unnamed” con al microfono (altro…)
(Pride & Joy Music) Autumn’s Child è il nuovo progetto di Mikael Erlandsson, nome leggendario in ambito melodic rock, autore di una manciata di album solisti di gran classe oltre alle varie collaborazioni con nomi di spicco, come ad esempio nel precedente progetto Last Autumn’s Dream, dove inizialmente erano coinvolti i tre quinti degli Europe (Ian Haugland, Mic Micaeli e John Leven) ed il chitarrista dei Fair Warning Andy Malececk, mentre successivamente troviamo Marcel Jacobs (Talisman) e Jamie Borger (Treat). (altro…)
(FusionCore Records) Uscito nella primavera del 2022 sotto il nome dell’artista, ovvero Demetrio Scopelliti degli Arcadia, questo “V” torna ora più grintoso, con un curato remaster e l’aggiunta di ben tre tracce bonus. Chitarra solista, chitarra metal e virtuosa, chitarra prog, una chitarra che si lascia andare senza confini in un album interamente strumentale, uno di quei dischi dove la musica è tutto, offre tutto, dove un vocalist sarebbe quanto mai superfluo quando non fuori posto. (altro…)
(Napalm Records) Sempre e solo profonda oscurità dai meandri della Foresta Nera. Avvolge la mente il settimo album dei tedeschi Imperium Dekadenz, in un sublime equilibrio tra black meta più classico, di matrice nordica e divagazioni più ricercate, sempre atmosferiche, tetre, suggestive… senza mai che questi due filoni vengano chiaramente divisi, dando quindi vita ad una miscela imponente, una impronta molto personale nel concepire la musica estrema. (altro…)
(Nordvis Produktion) Giungono al quarto album lituani Veliu Namai con il loro dark folk dall’immenso sentore rituale. (altro…)
(Scarlet Records) Poderoso e arrembante thrash metal/melodic metal quello dei Celestial Wizard, giunti al secondo album in studio, a quattro anni dal precedente album d’esordio “A Sinister Awakening”. La band del (altro…)
(Ad Noctem Records) C’è molta rabbia tra le note di “Rebirth”, debutto discografico dei torinesi A Reason To Begin, una furia espressa con convinzione tra riffoni thrash/groove, vocals che alternano growl e scream, rasoiate hardcore e breakdown deathcore. (altro…)
(Napalm Records) Seguo i Katatonia dall’ormai lontano “Viva Emptiness”, quindi sono già passato ben vent’anni da quel capolavoro. Nel frattempo il gruppo si è evoluto, con album almeno buoni, se non ottimi, sempre e comunque sopra la media di gran parte delle formazioni dell’ambiente. (altro…)
(Signal Rex) Nati da appena pochi anni, gli Spectral Corruption sembrano avere le idee molto chiare su che musica proporre: black metal vecchio stile, veloce e furente, in grado di ammutolire l’ascoltatore, il quale viene travolto da una ondata di musica nera, fatta di ferocia e abissi di rabbia. (altro…)
(Dark Essence Records) Cinque fottuti anni da “Introvert” (recensione qui), il loro precedente lavoro? Dove diamine si erano cacciati i norvegesi Slegest? Dove diavolo era andato il loro micidiale black’n’roll? Non lo sappiamo… l’unica informazione nota è che nei testi ci si sono messi con impegno, visto che sembra si siano ispirati a “La nascita della tragedia” di Nietzsche, finendo per parlare di eterno ed infinito, con ‘una visione della vita dall’interno, in un certo senso’ (cit.). (altro…)
(Club Inferno Entertainment) Un quartetto romano costituito da voce, chitarra, basso e batteria, e si presenta, dopo un precedente EP, con un album di otto canzoni a metà tra l’hevy metal e l’hard rock, la cui estrazione è di matrice (altro…)
(Helter Skelter Productions / Regain Records) I Demonio sono un trio italiano che ha il pallino del culto del doom settantiano, quello vagamente acido nei suoni, con distorsioni di cinquant’anni fa, suoni grezzi e Black Sabbath come riferimento. (altro…)
(Everlasting Spew Records) Non appena ho finito di ascoltare “Parturition Of Adulteration” ho subito pensato che fa talmente schifo da essere un capolavoro. So che quanto detto potrebbe sembrare un paradosso, eppure questa nuova uscita degli statunitensi Occulsed è suonata male, registrata peggio e mixata con i piedi, eppure mi ha regalato quelle emozioni che provavo quando ascoltavo i demo tape di alcune band locali, tanto caotiche nella resa sonora quanto piene di buone idee dal punto di vista esecutivo. (altro…)
(Pelagic Records) La band parigina Lost In Kiev ha pubblicato qualche mese fa il proprio quarto album che sintetizza perfettamente il proprio stile, cioè un post rock ampliato da elementi cinematic, electro e di una sana per quanto (altro…)
(Massacre Records) Li abbiamo uditi per l’ultima volta nel 2018 con “Okkult II” gli Atorcity e nel frattempo Alexander Krull, ormai unico elemento presente dagli esordi, ha continuano a lavorare nel suo Mastersound Studio di Stoccarda. Krull si divide infatti da tempo tra la carriera di produttore e tecnico (altro…)