HOLLENTOR – “Divergency”
(Autoproduzione) Terzo full length per Hollentor, progetto che ruota intorno al chitarrista Glen Poland, il quale anche stavolta si è attorniato di una discreta pletora di collaboratori eccellenti come: Tim ‘Ripper’ Owens, i fratelli Glen e Shawn Drower, James LoMenzo, Rudy Sarzo, Eric Peterson e George Lynch. (altro…)

(FMZ Entertainment Group) Esordio assoluto dei torinesi The Bang! Tales attraverso un EP che immediatamente comunica un’attitudine compresa tra punk, pop e rock e di stampo anni ’90 e con un sound un pochino garage che ne deriva dalla produzione. Cinque pezzi piuttosto distintivi tra 



(Atomic Fire Records) Il metalcore abbinato al cinmematic è l’essenza di stile dei belgi Suasion. Il sound dei valloni è spinto, frenetico, debordante, isterico. La band pesta duro con la sua attitudine metalcore fatta di breakdown e affondi 
(Vàn Records / Soulfood Distribution) Anticlericali, perversi, arrabiati, cruenti e mostruosi questi estremisti di Salisburgo. Suonano insieme solo dal 2021 eppure nonostante un approccio leggermente ruvido e underground, “Hiding Amongst Humans” non rappresenta qualcosa di scontato. Pestano ArsGoatia, si agganciano a
(BMG) Se i Godsmack hanno iniziato a cambiare pelle dall’album “1000hp” del 2014 e continuando nel 2018 con l’album “When Legends Rise”, anche “Lighting Up the Sky” segue questo processo che lo rende molto radiofonico. “When Legends Rise” è la conseguenza diretta per una band che ha scritto canzoni proprio 
(20 Buck Spin) Due nuovi album e pubblicati lo stesso giorno, ovvero questo “Helionomicon” che comprende solo due composizioni, title track e “Anthronomicon” di entrambe circa 20’ di durata. La seconda composizione è lo stesso titolo dell’altro album, appunto “Anthronomicon” (
(20 Buck Spin) Il 17 febbraio 2023 gli statunitensi Ulthar pubblicano due album che seguono i due precedenti del 2018 e 2020, rispettivamente “Cosmovore” e “Providence”. Il trio ancorato alle tematiche di Howard P. Lovecraft con l’album “Helionomicon” (

(autoproduzione) La formazione thrash/death metal belga 

(autoproduzione) Il secondo lavoro dei
(Blooddawn Productions / Regain Records) I marziali e valorosi svedesi Arditi pubblicano l’ottavo album di una carriera che ha inizio verso la fine degli anni ’90, nel 1997 per la precisione. L’industrial vissuto con toni marziali, solenni quanto nefasti, sono aspetti che caratterizzano gli Arditi anche attraverso un’iconografia 
(Chaos Records) In questo album come Cadaver Shrine Maurice de Jong, ovvero colui che è noto soprattutto col moniker Gnaw Their Tongues ed altri progetti ancora, è abile a tinteggiare delle atmosfere esageratamente tetre e a tratti anche decadenti. Esistono dei passaggi nei quali l’ambientazione sembra molto prossima
(Century Media Records) A discapito della natura del logo, il gruppo in questione fa hard core, ma quello violento e urlato, molto simile in alcuni aspetti a generi meno canonici del metal, il djent su tutti.
(Les Acteurs De L’Ombre Productions) Battono il ferro finché è caldo i francesi Acod, che si presentano con un EP di tre brani pochi mesi dopo l’uscita del notevole full length “Fourth Reign Over Opacities And Beyond” (
(Black Hill Records) È la prima volta per chi scrive l’ascolto di un intero album del chitarrista originario del Wisconsin Jared James Nichols. Nome interessante e comunque noto nel mondo delle sei corde, soprattutto in quello americano che si distingue per una tecnica ovviamente personale che adotta anche quella del
(Trollzorn) Tedeschi si ma di estrazione svedese nel suonare. Gli Atomwinter sono una graffiante riproposta del death metal di Svezia a cavallo tra fine anni ’80 e primi ’90. A cinque anni dal precedente e terzo album “Catacombs”, i tedeschi ritornano dunque con un death metal vecchio stampo che ruggisce di 






(Pelagic Records) In meno di cinque anni i parigini WuW hanno pubblicato tre album, dei quali i primi due con Prosthetic Records. “L’Orchaostre” consta di cinque pezzi tutti intitolati “Orchaostre” e numerati dall’1 al 5. Affascinante “Orchaostre 1” che svela da subito questo incrocio tra doom, sludge, post metal con