DEATHSTARS – “The Perfect Cult”
(Nuclear Blast Records) Quarto lavoro per gli svedesi Deathstars, dopo ben cinque anni di silenzio discografico (compilation escluse). La band ora ridimensionata a quattro elementi vede un solo chitarrista (e tastierista), ovvero Emil “Nightmare Industries” Nödtveidt (fratello del defunto Andreas (altro…)
(Cruz del Sur Music) Due anni fa rimasi molto colpito dal debut dei Darkest Era: gli irlandesi dimostravano di non aver nulla da invidiare a Primordial, Suidakra e compagnia celtica, e l’appoggio della Metal Blade contribuì molto a farli conoscere a livello internazionale.
(Karisma Records) I D’accorD sono una band progressive norvegese, giunta, come il titolo lascia intuire, al terzo album in studio e le sonorità dei musicisti nordici sono molto aderenti al vecchio prog rock, quello degli anni ’70. La somiglianza è tale soprattutto per le modalità del cantato, docile, per l’equilibrato
(Levitation Records) Esordio discografico con questo 7” da parte dei Danesi Demon Head, band nata nel 2012 a Copenaghen. I due brani contenuti si rifanno all’hard rock degli anni ’70, con una forte matrice doom. Stilisticamente siamo vicini a bands come Pentagram per quanto riguarda il lato prettamente musicale,
(High Roller Records) Ed ecco qui il debut dei Deep Machine, ormai fra le vecchie glorie NWOBHM ripescate dalla ‘famiglia’ Pure Steel in questi anni mancavano solo loro! Fra le band seminali del genere, hanno visto transitare fra le loro fila diversi membri di Angel Witch e Tokyo Blade,
(Debemur Morti Productions) Sesto elaborato album per i Parigini Dirge. Il loro post metal, con influenze doom, atmosferiche, gotiche, oscure è esemplare ed è sempre stato diverso, molto personale. Vari cambi di line up, vent’anni di carriera dagli albori, ma rimangono comunque
(Iron Bonehead) Ristampa su vinile del debut album datato 2013 e inizialmente uscito solo in cd per questa band Cilena che propone un death metal ricco di rallentamenti, come insegnano acts quali Autopsy e Grave, alternati a riffs velocissimi di scuola Morbi Angel. Il
(ATMF-De Tenebrarum Principio) È quasi un decennio che gli Italiani Deadly Carnage sono in circolazione. Dalle origini orientati al black, deviano e debuttano nel 2008 con una idea oscura, decadente, che prende spunti dall’esperienza black, traendo ispirazione dal doom e da traiettorie sonore più teatrali,
(badGod Music/Cimmerian Shade Recordings) Ottima convergenza tra sludge e death metal. Questa band Croata nasce con intenzioni death metal, ma segue un naturale percorso di evoluzione, sfociando su uno sludge che non dimentica le origini del gruppo. Ritmi
(Fantaì’Zic) Buone idee e capacità di elaborare un genere, il melodic thrash/death metal, arrivano da una band francese, i Deficiency, che non è parte del grande giro, ma ha tutta l’aria di essere un buon esempio di lavoro e serietà e non da meno passione. La band della Lorena è al secondo album, dopo
(Autoproduzione) Debutto sul mercato con questo EP auto intitolato per i Texani Dirigiri, attivi dal 2010 e con una certa esperienza dal vivo, avendo suonato a supporto di bands quali Overkill, Lethal Aggression ed Exodus. Il genere proposto è un thrash death abbastanza canonico, dotato di una buona sezione ritmica e
(Noiseheadrecords) Debut album per gli Altoatesini Depreciate The Liar, band dedita ad un death metal dalle forti influenze deathcore. L’opener “Dimwitted to Destruction” parte subito aggressiva con chitarre ribassate in evidenza e un mostruoso lavoro
(Inverse Records) Death metal sinfonico. Un death metal sapientemente snaturato e reso orchestrale, teatrale, più accessibile, esattamente come successe con il black metal. E’ questo il marchio di fabbrica dei finlandesi Dead End Finland, che con questo album
(Autoproduzione) Un demo interessante e ben chiaro nel mostrare le potenzialità di questa formazione estrema di Palermo. Dying Breed è un concentrato di death metal spinto verso il versante brutal. Le sonorità ed anche la registrazione sono nitide e il songwriting lo definirei pulito visto che riesce a dimostrare
(Fuel Records) Mike Lunacy lo aveva annunciato senza troppi giri che questo album doveva segnare il ritorno alle melodie e all’epica sonora di stampo russo. La fluida potenza dei Dark Lunacy arriva dunque ad evolversi su quelle tipiche atmosfere affrescate da canti e cori dell’Armata Rossa
(Spinefarm Records) Non avevo mai sentito parlare prima d’ora degli svedesi Dynazty, ma ora mi annoterò certamente il loro nome! I nostri sono al quarto disco e questo “Renatus”, a parte la copertina veramente penalizzante, mi sembra riuscito in tutti i suoi aspetti.
(Pure Steel Records) Sì, so bene che il disco dei Death Dealer è già uscito l’anno scorso… ma la Pure Steel ha avuto la bella idea di ristamparlo su vinile, e quindi abbiamo un’ottima occasione per riparlarne! Per chi non lo sapesse, questa band unisce musicisti che hanno fatto la storia dell’heavy metal
(Autoproduzione) Con tutto il metal che ci arriva fin dentro le orecchie, Metalhead non ha il tempo per album e cose di altro genere. Eppure capitano situazioni irrinunciabili ed alle quali ci si sottopone, attraverso lavori che di metal non hanno nulla. Dirty Deep è una one-man band e
(Cimmerian Shade Recordings) Sludge/doom di fabbricazione croata l’EP “Atum”. Lo hanno assemblato i Duskburn, dopo averne realizzati già due tra il 2010 e il 12. Nelle note stampa leggo che le canzoni sono basate su “isolamento e angoscia (“Marrow”); l’occulto e l’eresia
(Inverse Records) Ancora Finlandia, ancora Inverse Records. Stavolta mi occupo dei Dark Days ahead, al secondo album, che suonano… beh, un po’ di tutto: non so se esiste il meltin’ pot metal, ma se esiste loro ne sono i principali esponenti! Provo a spiegarmi.
(SLV Records) Secondo full length per i Dobermann, nati nel 2011 ma già con un’intensa attività live alle spalle, aprendo anche per artisti famosi come Blaze Bayley, Marky Ramone e Gilby Clarke. Il genere proposto è un hard rock che spazia dagli AC/DC ai Van Halen ai primi Police con testi in Italiano.
(Clawhammer) La copertina power fantasy e il titolo true metal non vi confondano: i texani Dead Earth Politics si dedicano a sonorità ben più moderne, e tornano in pista con questo ep di tre tracce dopo circa quattro anni di silenzio (il debut “The Weight of Poseidon” è del 2010).
(Nuclear Blast) Debut album per questa all star band formata da Howard Jones (Killswitch Engage) e Francesco Artusato (All Shall Perish). Visti i nomi coinvolti temevo fosse un altro progetto metalcore che ultimamente infesta il mercato. Fortunatamente mi
(Inverse Records) Il primo disco dei finlandesi Delayhead si chiamava “Vol. 40%”: da una produzione all’altra i nostri hanno decisamente aumentato la gradazione alcolica… tuttavia non pensate a un heavy’n’roll scanzonato, perché i finnici si dedicano invece
(Moribund) Sconvolgente evoluzione dei Greci Dodsferd. Da un black metal ben concepito passano ad un sound brutale, esasperato, decisamente punk. Le cinque tracce sono tirate, sconvolgenti, il vocalist si auto tortura con screamings devastanti e disumani. Rumore, molto rumore, una produzione selvaggia, un sound arrabbiato, violentissimo, inospitale. E’
(Napalm/Audioglobe) Non ho alcuna vergogna nell’ammettere che ADORO i Diabulus in Musica: la formazione spagnola è a mio giudizio l’unica vera erede dei Within Temptation e di quel filone symphonic gothic power metal che spopolava all’inizio degli anni 2000. Ah, bei tempi,
(Napalm Records) Attivi dal 2006, giungono al quarto album gli Olandesi Delain. La loro formula sonora è un mix di symphonic metal, chitarre nu metal dalla tonalità ribassata e atmosfere gotiche, il tutto aggiunto a melodie vocali catchy, talvolta molto vicine al
(Minotauro Records) Era il 1984 e la Dutch East Records commissionò a Jack Starr aka Lucifer, chitarrista, tre album con budget limitato e un margine di tempo ancor più esiguo. Ebbene “Devil Childe” fu proprio uno di quei tre album ai quali Starr diede vita con (l’unica) omonima formazione, con
(Kaotoxin Records) Secondo lavoro per i Francesi Drawers, impegnati in uno sludge aggressivo e tirato che spesso sfiora teorie punkeggianti, o addirittura ispirate a generi più estremi del metal, quali l’hard core. Non eccessivamente coinvolgenti come efficienza della struttura dei pezzi, offrono comunque uno stile musicale pieno di groove,
(Minotauro Records) Alla ricerca di gemme dimenticate, la Minotauro ripesca gli statunitensi Defyance, dello Iowa, che al volgere del millennio pubblicarono tre dischi di power/prog rigorosamente americano per poi far perdere le proprie tracce.
(Punishment 18 Records) Nati come Unhortodox nel 1993 in Svezia, cambiano il loro nome in Defaced Creation, visto che esisteva un’altra band chiamata con quel nome, per poi sciogliersi nel 1999. Dopo un demo (1995), un EP (1996) e due split (1996 e 1998), nel 1999 esce il loro unico album, “Serenity In Chaos”. A dispetto della loro
(Autoproduzione) Fresca proposta francese, nata da pochi anni e sensibile ai richiami del rock e relative sfumature. I Dope Out propongono un lavoro che si apre con “Death Before”, uno pseudo alternative metal/modern punk assolutamente prevedibile. E’ “XS”, canzone successiva, che denota un andamento
(Memento Mori) I Decomposed di cui vi rendo conto sono svedesi, al secondo album in studio e “Devouring” arriva due anni dopo il suo predecessore, il quale non ho mai avuto il piacere di ascoltarlo. Questa nuova relesase è di quanto più prevedibile si possa trovare sul revival old school Swedish Death
(Inverse Records) A me dispiace sempre bocciare un disco, ma onestamente nel secondo album degli svedesi Descend non ci trovo molto di interessante. I nostri si danno a un melodic death con partiture progressive che potrebbe, forse,
(Cruz del Sur/Audioglobe) I Dark Forest sono certamente fra gli esponenti più significativi del british metal di questi ultimi anni, e “Dawn of Infinity” è senza dubbio uno dei miei dischi preferiti, uno di quelli che lascia veramente di rado il piatto del mio giradischi.