ORCULTUS – “Endless Hate & Misanthropy” (Tape)
(Forever Plagued) Mancano informazioni sostanziali su questa band svedese, ma la sostanza della loro musica dice molto. Un black metal freddo e ruvido, registrato senza i crismi della pulizia o della modernità. Un sound foderato di attitudine nera e selvaggia. Il black metal è la sostanza del (altro…)
(Autoproduzione) Nonostante vengano dall’America, il suono dei Deathblow è puro thrash tedesco anni 80/90. Un ep per ricordarsi dei bei tempi andati, quando ancora il genere si chiamava Speed Metal e si ascoltava il tutto rigorosamente con birra in mano e headbanging incondizionato. E’ interessante come
(Candlelight) La dimensione oscura dei Demon Liung risorge, ammantata di un artwork sinistro (di Joshua Foster ) e contemporaneamente colorato. Lapide di un sound corposo e perennemente avvolto da cupa e inesorabile decadenza. Las Vegas
(Goathorned Production) Come i connazionali e sicuri padri putativi Celtic Frost, gli Aion si autoproclamano araldi dell’occulto, portatori di presagi oscuri, testimoni di un mondo fatto di ombre e dolore. Cinque tracce (la prima è un’intro strumentale) che fanno da contraltare a tutto ciò che di positivo e colorato può esserci nella vita di ognuno di noi. Tempi
(Autoproduzione) Ero rimasto favorevolmente colpito dall’ep “In Solemn rise”,
(UdU Records-New Model Label/Raw Lines) Terzo lavoro per i Marchigiani Sun King, formazione attiva dal 2006. Un album che segna una maturazione artistica notevole da parte della band, che ci regala undici brani energici e coinvolgenti, all’insegna di un hard rock fortemente venato di blues, ottimamente arrangiato e con una particolare cura ai
(Inverse Records) I finlandesi, tra tutti gli abitanti della penisola scandinava, sono sicuramente i più bontemponi. Si, insomma, i vicini di casa festaioli che tutti vorremmo avere. Ne sono la prova questi The Lidocaine, autori di un metal irriverente e caciarone, suonato ricalcando gli stilemi del metal della New Wave inglese, senza mai però prendersi
(Infernö Records) Ecco tornare sul mercato i simpatici Lady Beast, che MetalHead aveva già recensito in occasione del debut (
(Hells Headbangers) “Cruel Discipline” ha da raccontare più per chi lo suona che per i suoi specifici contenuti. È un 7” composto da due canzoni e a suonarle sono i Bat. I Bat sono Felix Griffin, batterista ed ex DRI (ha suonato in “Dealing with It!”, “Crossover”, “4 of a Kind”
(Infernö Records) Per tenere desto l’interesse dei defender, i francesi Elvenstorm pubblicano un mini a solo un anno da “Blood leads to Glory”,
(Nuclear Blast) Al terzo album, questi islandesi sono di difficile classificazione. Nonostante tutto, dall’artwork al nome ai suoni faccia presupporre pura psichedelia anni settanta, c’è
(Pure Underground Records) Dalla sempre più attiva scena latino-americana, e precisamente dal Perù, arriva il debut dei Blizzard Hunter, fedelmente ancorati al metallo classico (come, peraltro, i connazionali Mandragora, che ho recensito qualche tempo fa
(Underground Symphony) Mi sono preso una mezzora per leggere in dettaglio, sul loro sito internet, la storia degli Ultimatium: la passione con cui il tastierista Matti Pulkkinen parla della propria ‘creatura’ mi ha quasi intenerito… La band finlandese torna sul mercato
(Signal Rex) Più che un EP, questa release è quasi un album completo. Quattro tracce, di cui l’ultima una romantica e bellissima sonata di piano, in cui questi portoghesi giocano a carte scoperte e compongono una vera e propria dichiarazione di intenti. Black metal veloce e tirato di stampo americano, ma con quel retrogusto europeo che dona sempre un tono
(Mausoleum) Dopo “Eight Pieces… one World” (recensito
(Blood Harvest) Proviamo a recensire questi belgi, sperando che le tracce derivino dal master e non dall’mc pubblicizzata… Macché… Son proprio le tracce del nastro. Per di più siamo di fronte a una demo… Evvai! Ho un debole per le mc e per i loro suoni distorti, sporchi e incomprensibili. E’ la volta di questo quintetto, dedito ad un thrash sporcato di
(Pure Steel) Preceduto di una sola settimana dalla raccolta “Ashes to Ashes”, recensita
(Mask Of The Slave) Il dark ambient e le sue sfumature basano tutto sulle atmosfere. I codici di comunicazione sono larghi, non cadono su aspetti peculiari. Il particolare lo fa il suono, l’insieme invece è una immensa landa che piomba sull’ascoltatore. Un’oscurità che abbraccia e isola i sensi, rendendo la mente
(My Kingdom Music) Un duo francese. Ambient? Elettronica? Dark? Avantgarde? Esatto: tutto quello che maestri come Manes, Ulver e Dødheimsgard hanno insegnato prende una nuova intensa direzione in questo progetto arrivato al debutto. Tre quarti d’ora, su otto tracce,
(Underground Symphony) Ci hanno messo un po’, i ferraresi Exotheria, per arrivare al debut: il primo demo risale al 1996! E ci voleva effettivamente la Underground Symphony per dare il giusto risalto a questa band dal suono deliziosamente vintage, che mette insieme power metal anni ’90, prog e talora anche elementi più leggeri.
(Depressive Illusions Records) Brutalità spietata dall’Ucraina. Skavar (сквара) significa, nell’antica lingua locale, fuoco. Ma anche marcio e blasfemo. E questo loro secondo demo, che viene pubblicato -per fortuna- anche su cassetta è la sintesi del marciume della blasfemia. Perché solo quell’antico ma meraviglioso supporto magnetico può
(Karthago Records) Altro frutto mai maturato della NWOBHM, gli albionici Sacrilege pubblicarono tre demo fra 1982 e 1984; ritornati sulla scena nel 2011, con il vecchio frontman Bill Beadle affiancato da nuovi musicisti, hanno da allora riversato moltissimo materiale sul mercato
(Iron Bonehead) Terzo album per i Cechi Kult Ofenzivy, band sulla quale vige il più assoluto riserbo per quanto riguarda l’identità dei suoi componenti. Musicalmente, siamo di fronte ad un black metal cantato in lingua Ceca che sorprendentemente ben si adatta alle sonorità proposte. Il gruppo si muove agevolmente tra black metal
(Raw Lines-New Model Label) Secondo album per i Lombardi Sunset, tre anni dopo il debutto “Viaggio Libero” che vantava le collaborazioni di artisti come Jennifer Batten e Graham Bonnet. Questa volta la band ha deciso di fare tutto da se, limitandosi ad ospitare il quintetto folk
(Cold Raw Rec.) Forse i Massemord vanno oltre “Devil” con “Dux Nobis”. Questo nuovo album ha una forza imponente e dal punto di vista dell’impatto stupisce, grazie ad un black metal concretamente tale. Maestosi, è questo l’aggettivo che meritano i tre militanti del verbo NSBM, esposto attraverso una sorta
(Qua’ Rock Rec.) Crepuscolari nel dark wave, freddi ma eleganti nell’industrial, mutevoli nell’elettronica: ogni aspetto del sound dei Craftycell è qualcosa di vasto, ma dai contorni comunque definiti e chiari. Sintetizzatori e programmi, elettronica varia, il basso e la chitarra, sono attori di una trama musicale mesta, triste. C’è
(Iron Shield) Se si ha l’attitudine giusta, basta relativamente poco per comporre un buon album di heavy metal classico: le innovazioni sono subito bandite in favore di un approccio spontaneo, che cerca il chorus di solida presa e il riff da headbanging.
(Nuclear Blast Records) I Cradle Of Filth tornano e come sempre genereranno un fiume di parole, opinioni, punti di vista, giudizi… i quali sono tutti sostanzialmente inutili. Saranno tutte immonde cazzate visto e considerato che siamo al capitolo 11. Alle porte del quarto di secolo
(Comatose Music) Un massacro proveniente da Chattanooga, nel Tennesse. Già autori di “Dying Breed” nel 2009, quest’anno i cinque assassini di Chattanooga colpiscono con il secondo album “Observations of Humanity”. Death metal brutale e ricco di spunti. Non propriamente technical, ma
(Raw Lines/New Model Label) Full length di debutto dei Parmigiani Beggars On Highway, band nata nel 2010, e autori dell’EP “Hard, Loud And Alcoholic” del 2012. Il genere proposto è un heavy metal old style, in cui confluiscono influenze hard rock, punk e NWOBHM; un mix tra primissimi
(Satanath Records / Cold Raw Records / Metal Throne Productions) Raw black metal disteso su un’unica composizione di 28’43”, per questa band i cui componenti sono O, chitarra e voce, J, basso, tastiere e voce, B, batteria e voce. Un trio
(Rock’n’Growl) Power, thrash e groove nel secondo disco dei texani Darkology: la band dei fratelli Brian (batteria) e Michael (chitarra) Harris ha energia da vendere, e se avesse proposto un album un po’ più breve (qui abbiamo dodici canzoni per 64 minuti!) probabilmente avrebbe fatto il botto.
(Cold Raw Rec.) Il brasiliano Armando Luiz è stato menzionato in Metalhead con l’ultimo lavoro realizzato con il nome di Servi Diaboli, cioè l’EP “Markets Herre”,
(Vic Records) 1991, un trio svedese che per i tre anni precedenti si è dato a diversi demo, incide un album dall’atmosfera catastrofica. I Carbonized sono Lars Rosenberg, che vanta trascorsi negli Entombed e Therion, vi suona magistralmente il basso e, per chi scrive, anche in un modo
(Swamp Records) Se ascoltaste contemporaneamente un album black e uno di techno anni 80 otterreste grossomodo il suono dei Pavillon Rouge. Industrial black dalla Francia, cantato in francese. Il risultato funziona fin dalle prime tracce, con richiami a Samael, Arcturus e Hypocrisy. I ritmi sono naturalmente