GRAVE PLEASURES – “Plagueboys”
(Century Media Records) Se si è alla ricerca di suoni davvero strani e fuori dal tempo, allora date un’ascoltata all’ultimo lavoro dei Grave Pleasures. (altro…)
(Century Media Records) Se si è alla ricerca di suoni davvero strani e fuori dal tempo, allora date un’ascoltata all’ultimo lavoro dei Grave Pleasures. (altro…)
(Magnetic Eye Records) Finalmente con i These Beasts abbiamo tra le mani qualcosa di realmente inedito… immaginatevi la sfrontatezza dei primi System Of a Down, unita ad un suono decisamente stoner. Come vi sembra? (altro…)
(Rock Of Angels Records!) Due nuovi EP dai maestri Iced Earth che sostanzialmente raccolgono del materiale del periodo 2007-2008 nel quale la band ha visto l’avvicendamento del cantante Tim ‘Ripper’ Owens e il sia predecessore che successore Matt Barlow. Quest’ultimo lasciò la band una prima volta nel (altro…)
(autoprodotto) È stato bello. È stato bello fintantoché è durato. Una storia che ormai va avanti, anzi andava avanti, da quasi vent’anni; una storia di zombi, di morti ritornati, di vivi che se ne sono andati, di carni tenute assieme con lo spago, dell’odore di putrefazione in occasione dei concerti estivi. (altro…)
(Ipecac Recordings) Dave Lombardo è uno dei più grandi batteristi della storia del metal. Ha fatto parte degli Slayer per poi separarsene, ritornare e definitivamente chiudere il suo legame con la storica band californiana. Fuori dagli Slayer Dave Lombardo si è lanciato in svariati progetti e collaborazioni, come (altro…)
(Heavy Psych Sounds) Quarto album per gli americani The Golden Grass, probabilmente la loro migliore prova. Il disco risulta sin da subito ispirato, anche se non cambia la fonte di ispirazione, vale a dire il rock a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, con gli Zeppelin a far da ombra su tutta la discografia degli americani. (altro…)
(Memento Mori) Gli italiani Valgrind non cambiano direzione. Per fortuna. Non inventano niente, non tendono ad alcun tipo di evoluzione, ribadendo i concetti espressi nel precedente lavoro (recensione qui) o in quelli antecedenti. Ed anche questa è una gran bella fortuna. (altro…)
(Punishment 18 Records) Sono passati ben undici anni dal precedente album dei Cadaveric Crematorium e c’era quasi da non sperarci più in qualcosa di nuovo da parte degli estremisti bresciani. “Zombology” è la brutale collisione tra death metal e grindcore, esposta in maniera lucida e con una produzione limpida. Quasi cinquanta minuti (altro…)
(Scarlet Records) In dieci anni gli Ulvedharr hanno espresso costantemente un suonare concettualmente vicino a sonorità scandinave e tedesche. Sia esso thrash o death metal i bergamaschi hanno esposto un suonare, per esempio, vicino agli Unleashed, il primo nome che può venire in mente messo in relazione con le loro cavalcate, e non da meno (altro…)
(Purity Through Fire) Black metal tedesco fino all’osso: nei testi, nell’atteggiamento, nella costruzione dei brani, della resa energetica: tornano i Mavorim, ancora una volta con quel legame degenerato che li tiene da sempre uniti alla connazionale Purity Through Fire. (altro…)
(autoproduzione) Rebelstar è una band olandese in attività dal primo decennio del nuovo secolo, mentre dal vivo ha aperto per diversi nomi di grido, pubblicando poco e per questo nuovo album c’è stato anche un cambio di line up e tuttavia le abituali intenzioni hard rock della band non sono state affatto svilite. Alla (altro…)
(Great Dane Records) Dietro al moniker Throne Of Flesh si celano musicisti di lunga esperienza nell’underground estremo tricolore; al basso troviamo infatti Giuseppe Tato Tatangelo, ‘lider maximo’ degli Zora e bassista, tra gli altri, di Glacial Fear, Antiphatic ed una sfilza di altre band con cui ha collaborato o collabora attualmente. (altro…)
(Fiend Force Records / Massacre Records) Sono di Salem, nel Massachusetts, una cittadina nota per i suoi processi alle streghe, inserita nel contesto del New England, luogo caro a scrittori come Nathaniel Hawthorne, proprio di Salem, nonché Howard P. Lovecraft e Stephen King. Elementi che influenzano (altro…)
(Diamonds Prod. / MusicArt) Pier Gonella è un nome che appartiene a molte bands, un nome che raramente appare da solo, come solista, non è sicuramente un nome che viene evidenziato a sé stante. Gonnella è il death dei Necrodeath, è il power degli Athlantism, l’heavy dei Vanexa, il melodic dei Mastercastle. (altro…)
(AFM Records) Compilation celebrativa per Ross The Boss, che dopo quindici anni di carriera solista si ripresenta sul mercato con questa raccolta che include tutti i brani migliori presenti nei quattro album finora pubblicati. (altro…)
(Memento Mori / Rotted Life) Con un moniker come Pustilence non sapevo cosa aspettarmi, pensavo ad una sorta di storpiatura o parodia dei Pestilence, ed invece sono rimasto allibito! Nessuna parodia, questi ragazzi di Brisbane fanno dannatamente sul serio ed il loro death metal mi ha letteralmente folgorato. (altro…)
(Purity Through Fire) Tre album dal 2020 e lo scorso anno uno split con i loro conterranei Atronos (QUI le recensioni) da parte del trio tedesco votato al black metal. Sia dalle note stampa che dalle vicende sonore che si odono in “Vulgäre deutsche Hassmusik” non è difficile comprendere che i tre sono volutamente (altro…)
(Sentient Ruin Laboratories) Il secondo album di V:XII – un progetto dello svedese Daniel Jansson – appunto ‘cinque dodici’ o ‘five twelve’ se si vuole restare nell’idioma usato dagli svedesi per parole e titoli nella propria musica, si intitola “Lu-Cipher-Sabbatean” e ciò lascia presagire quanto oscuro, terrificante e straniante possa essere. Il microcosmo (altro…)
(Walking Records) Cose fatte in casa, con passione, nei momenti liberi che la vita a volte ti lascia senza tanta generosità. Noorag è una one man band sarda che si lascia andare nello sludge, esaltandosi con riff potenti, teorie melodiche provocanti, dipingendo uno scenario post atomico, una nuova civiltà che parte dall’essenza, dai fossili della precedente… ovvero la nostra. (altro…)
(Avantgarde Music) Mi mancava il sound di bands come gli Old Man’s Child! Questa nuova one man band, capitanata dal poli strumentista finlandese Mason Rofocale si inoltra proprio nel bel mezzo di quei territori, andando anche oltre, nel nome del più pomposo black metal sinfonico degli anni ’90… una dimensione sonora che -per ragioni a me ignote- non è più un trend dominante in questo triste terzo decennio del ‘nuovo’ millennio. (altro…)
(Trollzorn) Pappagalli guerci, forzieri, mappe del tesoro e navi fantasma. Non aspettatevi altro se non che questioni piratesche da parte dei Red Rum. (altro…)
(Signal Rex) Di questo gruppo portoghese devono importare solo due cose: suona underground e crede nelle cose che mette in musica. Non esiste demarcazione tra live e studio in questi casi. (altro…)
(Napalm Records) Quattro inediti e un sacco di tracce rare per una sorta di raccolta che vuole premiare chi segue i tedeschi sin dai loro albori. (altro…)
(Lie Laga Records) Debutto discografico per Fights, quintetto norvegese nato circa tre anni fa, in piena era pandemica, durante la quale la formazione scandinava ha avuto il tempo di lavorare sui brani che compongono questo disco. L’energia sprigionata da questi ragazzi è incontenibile, grazie a pezzi diretti, brevi, concisi ed esplosivi! (altro…)
(Steamhammer / SPV) Ormai è un appuntamento che dagli inizi degli anni ’90, ritorna più o meno puntuale nel’ambito della vasta discografia dell’axe man tedesco; le ballads! Quei brani che toccano, che vanno oltre, che seducono, che incantano, che cambiano sapore a seconda di chi li suona. (altro…)
(Wormholedeath Records) Tornano sulle scene gli statunitensi Hämärä, dopo ben sette anni dal’ esordio discografico, lEP “Broken”. (altro…)
(Atomic Fire Records) Dall’EP “Drive” (qui) con la nuova etichetta, ecco che i finlandesi 69 Eyes mettono insieme un nuovo album il quale, come prevedibile… è una dannata bomba! Non bastava il pacchetto di singoli pazzeschi di “Drive”, ovvero la stessa title track, l’irresistibile “California” o la diabolica “Call Me Snake”… ora l’album -oltre a contenere quei tre pezzi- aggiunge la nuova title track, ovvero un brano diabolicamente seducente, oscuramente decadente e romantico; ma non basta: (altro…)
(Livewire / Cargo Records) Dobbiamo avere la forza di affrontare questa terribile realtà: ne sono rimasti solo quattro, dannazione. Un batterista ci ha militato per un battito di ciglia (Elvis); un’altro ci ha registrato tre dischi ed è stato l’ultimo bassista prima della fine; poi sono rimasti due batteristi: (altro…)
(InsideOutMusic / Sony) L’anno scorso la band di Ian Anderson tornò con un nuovo album, “The Zealot Gene” (recensione qui), il primo dopo quasi vent’anni. Un ritorno quindi, una nuova vena creativa di Ian che tendeva ad essere un po’ meno prog del solito, puntando verso una direzione dal sentore folk. (altro…)
(Blackened Recordings) I Metallica sono uno dei pochi gruppi in cui ci si può risparmiare l’incipit da recensione classica contenente un breve ma nostalgico excursus storico che ne ripercorre a sommi capi la carriera. I Metallica sono i Metallica, con tutti i loro pregio e difetti. E se hanno fatto una quantità di soldi oscenamente alta grazie a MTV, poco importa. Lor possono, gli altri no. (altro…)
(Scarlet Records) I Rhapsody hanno fatto letteralmente scuola a centinaia di gruppi, con uno stile inconfondibile e, ad oggi, ancora inimitabile ed ineguagliato. Gli Evermore sono un gruppo di persone che, evidentemente, in camera teneva i santini di Staropoli e Turilli. (altro…)
(Century Media Records) Tutto nasce dal collettivo belga Church Of Ra che comprende musicisti di diverse band, tra le quali Amenra, Oathbreaker, The Black Heart Rebellion, Pieces Of Quiet ed altre ancora. Alcuni musicisti di questa costellazione di band nel 2021 danno vita a al progetto (altro…)
(autoproduzione) Abile chitarrista Avi Rosenfeld, collaboratore di diversi musicisti, nonché autore di tanta, tantissima musica QUI disponibile. Rosenfeld è influenzato da Ritchie Blackmore, ex Deep Purple e uno dei più grandi chitarristi della storia del rock, e dunque il suo creare è anche direttamente collegato a cose (altro…)
(Nordvis Produktion) Un solo maestoso brano, oltre venti minuti di magia per questa ennesima opera di Nachtzeit con il suo progetto Lustre. Molto più tetro e in un certo senso più vicino al black dell’ altro progetto che porta il suo nome, forse per una più alta presenza di linee vocali ben radicate in primo piano e non disperse come urla diaboliche nello sfondo di quel paesaggio incantato che ovviamente è ben presente, impattante, mistico, magico, ipnotico, come da tradizione Lustre. (altro…)