ADOPERTA TENEBRIS – “Oblivion: The Forthcoming Ends”

(Les Acteurs de L’Ombre Productions) Secondo lavoro per i blacksters francesi, freschi di firma con la nota etichetta connazionale. Adoperta Tenebris, però, è in realtà una one man band e G., la mente dietro, il progetto, non ama abbracciare una direzione stilistica univoca, puntando quindi a mescolare il black di matrice nordica con interessanti componenti death metal. (altro…)



(Music-Records) Pur con un’attività di lungo corso, almeno tre lustri, e un curriculum live che li ha visti esibirsi anche insieme a Destruction, Aborted, Nasum, Brutal Truth e altri, sia in concerti che nell’ambito di festival di un certo calibro, i loreni Massive Charge solo ora pubblicano il terzo album. Il primo nel 
(Limb Music) Per la miticissima Limb Music escono i Wonders, gruppo dal solido power con voce strapulita, anzi cristallina.
(Iron Bonehead / Knekelput Recordings) Secondo me ultimamente c’è parecchia confusione in merito al rapporto tra death e black. 
(Sepulchral Voice Records/Soul Food) Bella scoperta questi Sijjin. Il nome deriva da una sorta di girone infernale particolarmente cruento nella religione islamica.
(Rising Nemesis Records) Per Obscura Qalma “Apotheosis” è l’album di debutto e nonostante ciò la band sembra essere immersa da tempo nell’oceano del symphonic blackened death metal. I musicisti italiani, provenienti da Supremacy, As Memory Dies e altre band, si dimostrano 
(Autoprodotto) Regolare come un carburatore, ecco che a tre anni dal precedente disco, arriva il terzo album dei Colonnelli. Disco non per tutti… Perché? Perché è cantato in lingua madre, per cominciare.
(autoproduzione) Cinque pezzi esclusivamente strumentali e dai connotati rock presentati in una forma libera. “Place des Vosges” apre “Baden Baden” ed esordisce con ritmo marziale, come una marcetta prussiana che pian piano evolve in qualcosa di diverso. Qualcosa di più agile e carico di feeling allo stesso tempo. Chitarre 
(Century Media Records) L’omonimo dei Borknagar è uno dei primissimi dischi che mi hanno avvicinato al genere estremo, insieme a “Deliverance” degli Opeth. All’epoca restai abbastanza folgorato dall’inizio dell’album, chiedendomi subito dopo se fosse normale sentire della ‘melodia’ in un disco da tanti considerato estremo. 
(Antiq Label) Vittorio Sabelli presenta il settimo album per il suo progetto Dawn Of A Dark Age e dedicato alla battaglia delle Forche Caudine avvenuta nel 321 a.C. Precedentemente come Dawn Of A Dark Age sono stati pubblicati cinque album per la serie “The Six Elements”, cioè 


(Century Media Records) C’era un po’ di attesa per questo album, anche se non ai livelli dell’attesa che aveva accompagnato il precedente disco, poi solo in parte ripagata. 

(Autoproduzione) Basterebbe il nome del progetto a descrivere l’album… Dopo un’intro strumentale, molto lontana da qualsiasi genere o sottogenere metal, ecco arrivare dei suoni di natura dormiente che poi esplodono in un black piuttosto magniloquente e solenne, con un cantato molto profondo e una varietà di suoni impressionante.
(Mighty Music) Quartetto danese che sfodera un brillante sound tra un pallido heavy metal e un rock di stampo seventies, stemperato da influssi Deep Purple e sporadicamente addirittura di natura Black Sabbath. Un suonare cristallino ma potente, scolpito con riff da impatto sia personali che ricavati dalle illustre eccellenze delle quali 

(Sneakout Records & Burning Minds Music Group) Sono in giro da un paio d’anni, hanno iniziato auto-producendosi ed ora sono approdati in casa della Burning Minds Music, la quale ripropone (con un nuovo e bellissimo artwork) il loro debutto farcito da tre quarti d’ora di hard rock melodico, ricco di hook, di ottimi ritornelli, basso energetico e chitarre taglienti.
(Edged Circle) Dopo un EP di non molti mesi fa, ecco il primo disco sulla lunga distanza di questi norvegesi, che si sono messi in testa, a mio avviso, di stilare una sorta di compendio del metal estremo norvegese.
(AFM Records) Pomposi, maestosi, oscuri… esattamente come lo stile Neue Deutsche Härte impone. Terzo album dei tedeschi Schattenmann (
(Noble Demon) Strani i casi della vita: i Begat The Nephilim somigliano a mio avviso ai Fragments Of Unbecoming; e come loro anche gli americani sembrano aver deciso di dare una numerazione nei titoli delle loro opere.
(Napalm Records) Un Gruppo che attinge il proprio nome da uno dei demo dei Darkthrone sottintende sicuramente alte ambizioni.
(Putrid Cult / Dark Horizon) Al terzo album i polacchi M. ed N.D. che sono l’uno chitarra e l’altro batteria e voce. I due suonano il black metal nella maniera più fredda, grezza e primeva possibile con code finali dove regnano sintetizzatori arcani e stranianti. Una produzione che si adegua al genere, dunque