DESTRUKTOR – “Opprobrium”
(Hells Headbangers) Secondo album per gli Australiani Destruktor, band attiva dal 1997 che, pur avendo una discografia esigua (tre split, due EP e due full length in diciotto anni), ha sempre offerto al pubblico musica di elevata qualità. Il black/death metal proposto dai Destruktor infatti, pur non essendo (altro…)
(Autoproduzione) Non è facile mischiare rock e metal, due generi che in comune hanno solo l’attitudine. I Defy All Reason provano a misurarsi su questa difficile sfida,
(Autoproduzione) Riuscirà a tenere alta la qualità per tutti i sei capitoli di questa saga sonora Vittorio “Eurynomos” Sabelli? A questo punto, terzo capitolo dei ‘Sei Elementi’, il fuoco, pubblicato dopo terra e acqua, si avverte la sensazione che le idee di questa formazione black metal sono vaste quanto un continente.
(Trascending Obscurity) Terzo album per The Dead, band Australiana che dal 2005 porta avanti un modo piuttosto personale di interpretare il death metal, combinandolo con parti doom/sludge. Fino a qui nulla di nuovo, visto che queste sonorità appartengono a bands che hanno fatto la storia del genere, come Incantation e Autopsy, ma quello che contraddistingue i The Dead è la capacità di
(Scarlet) Avvolto da una copertina che, a un primo sguardo, fa pensare al Gollum di “Lord of the Rings”, arriva il secondo album dei francesi Darktribe, che passano dalla Massacre alla nostrana Scarlet. “Mysticeti Victoria” (
(Apostasy Records) Ritornano a distanza di sette anni dal precedente “The Dying Wonders Of The World” gli Svedesi The Duskfall, band dedita ad un death metal melodico di stampo Scandinavo. Con una line up fortemente rimaneggiata, in cui è rimasto come membro originale il solo chitarrista Karl Sandorf, la formazione Svedese effettua una sterzata
(Autoproduzione) Nonostante vengano dall’America, il suono dei Deathblow è puro thrash tedesco anni 80/90. Un ep per ricordarsi dei bei tempi andati, quando ancora il genere si chiamava Speed Metal e si ascoltava il tutto rigorosamente con birra in mano e headbanging incondizionato. E’ interessante come
(Candlelight) La dimensione oscura dei Demon Liung risorge, ammantata di un artwork sinistro (di Joshua Foster ) e contemporaneamente colorato. Lapide di un sound corposo e perennemente avvolto da cupa e inesorabile decadenza. Las Vegas
(Rock’n’Growl) Power, thrash e groove nel secondo disco dei texani Darkology: la band dei fratelli Brian (batteria) e Michael (chitarra) Harris ha energia da vendere, e se avesse proposto un album un po’ più breve (qui abbiamo dodici canzoni per 64 minuti!) probabilmente avrebbe fatto il botto.
(Nuclear War Now! Productions) Terzo album per Doomed And Disgusting, progetto parallelo di Dave Slave bassista degli Australiani Sadistik Exekution. Rispetto al black metal feroce e grezzo suonato con la band madre, la direzione musicale di questo progetto verte su
(Metal Scrap Records) A distanza di quattro anni tornano i deathsters ucraini D.HATE con un album poderoso, spietato, ricco di precisione ma anche di violenza. Ci lasciarono con il validissimo “Game with Ghosts” ed ora questo “L.I.F.E.” dimostra una importante crescita, una maturazione artistica sia compositiva che esecutiva. Il
(Comatose Music) Finalmente un album brutal death con le palle! Gli Statunitensi Dysentery danno alle stampe un album brutale, senza fronzoli e lontano da tante contaminazioni tipiche del death metal odierno. La formula è semplice: riffs pesantissimi come macigni, chitarre droppate di un paio di toni, un basso
(Autoproduzione) Io proprio non so cosa si mangiano i nativi di quest’ isola, ma evidentemente dentro c’è roba forte… Il quarto disco dei Dawn Of Azazel è di un tirato da far impressione. Probabilmente han composto le tracce mentre stavano scappando da un diavolo della Tasmania, altrimenti non mi spiego tutta questa velocità. I tempi rallentati sono
(Autoproduzione) Eurynomos e Buran, polistrumentista il primo e voce il secondo, sono i Dawn Of A Dark Age. Il duo attraverso un black metal barocco si concentrano sulle vicende di “The Six Elements”, un’epopea tematica che con questo album raggiunge il secondo volume dei sei previsti. Black metal barocco, con un tessuto musicale
(Mighty Music) Giungono al debutto gli Spagnoli Distance, band eclettica che racchiude nel proprio sound varie influenze. La base è un thrash/death metal di stampo Scandinavo, stilisticamente vicino a quello proposto da gruppi come Soilwork e Textures, ma all’interno dei brani possiamo trovare stacchi progressive,
(Century Media) I Deez Nuts sono l’incarnazione del cross over statunitense. Potenti, ruvidi, sporchi e incazzati col mondo. Non c’è niente fuori posto nel loro quarto lavoro in studio. Sono loro al 100%, alfieri di un sound che ormai non si sente più nella sua estrema semplicità e genuinità (escludo solo gli immensi
(Argonauta Records) Lacerante quartetto che infetta l’aria circostante con epicentro la Toscana. Nato come costola di una band psych prog metal (Incoming Cerebral Overdrive) prende forma nel 2013 e deforma tutto quello che lo circonda. Più di trentacinque minuti di pura acidità, di libertà artistica
(Iron Bonehead/Impious Desecration) Split bestiale, pestilenziale, oscuro e trasudante fluidi infetti e malvagi. Le due band brettoni sono puro cataclisma e in questo mini LP si contendono un lato ciascuna proponendo due pezzi esclusivi concepiti per torturare e trucidare. I due pezzi dei Cadaveric Fumes sono
(This Is Core) Ruvide note da Pavia. Non dal Nevada o dalla California, anche se il sound dei Di’Aul potrebbe dare questa impressione. La causa è un insieme sonoro macchiato di groove, impostato con dettami stoner, ma non da meno da un atteggiamento metal generalmente duro, massiccio.
(Nuclear War Now! Productions) Sound estremo. Sound death/black in favolosa chiave doom. È quasi difficile capire se questi polacchi debuttanti facciano del doom estremo o del black pesantissimo! Ma i tre quarti d’ora proposti non offrono
(Inner Wound) Non è certo la prima volta che attorno a una bella fanciulla dalla bella voce qualcuno abbia l’idea di costruire un album metal (o quasi)… ricordo ancora con simpatia i pioneristici tentativi di Helena Iren Michaelsen, e non troppo tempo fa mi sono occupato dell’australiana Darkyra Black (
(Trascending Obscurity India) La Trascending Obscurity India pubblica questo split di due band death/doom: è significativo notare che i Dormant Inferno provengono dall’India e i Dionysus dal Pakistan, due nazioni, come è noto, divise da motivazioni culturali e religiose molto forti.
(FDA-Rekotz) Tornano, a distanza dall’ottimo debutto “My Empire” i Tedeschi Deserted Fear. Se il primo album aveva entusiasmato pubblico ed addetti ai lavori, questo “Kingdom Of Worms” conferma solo parzialmente le potenzialità espresse nel lavoro precedente. I brani sono ben eseguiti, brutali al punto
(Crime Records) Secondo album per i Norvegesi Dimenzion: Psychosphere, band in circolazione da una quindicina di anni e autori, in precedenza di quattro EP. Il loro sound mescola in maniera originale la freddezza e la monotonia dei Godflesh, il thrash più cadenzato e
(Autoproduzione) Non sempre i musicisti di oggi sanno accontentarsi. Si ascoltano dei lavori che se avessero quattro o cinque pezzi in meno potrebbero essere degli ottimi apripista, del materiale per farsi conoscere, per far girare il nome. Molte band emergenti e troppo musicisti di oggi, si consacrano
(Coroner Records) A proposito, ma dopo “The Isolation Game” cosa è accaduto ai Disarmonia Mundi? Bah, due split con gente della Coroner e della cerchia del Rigotti e del Neroargento, ma alla fine abbiamo dovuto attendere questo 2015 per avere finalmente qualcosa di nuovo da parte di Ettore
(Autoproduzione) C’è un momento in questo “Directors Cut” che fa pensare di trovarsi di fronte a una rielaborazione del grunge e avviene nell’opener “Do You Wanna Get Cut?”. Invece si scopre poi che le cose sono messe diversamente per i quattro lionesi che serrano il songwriting
(Sepulchral Productions) Rispetto al lavoro precedente (
(Sepulchral Productions) Questi canadesi suonano che è una meraviglia. Pur essendo di fronte a una raccolta dei primi lavori usciti solo come demo, la qualità delle composizioni è molto buona. Ci sono tutti i crismi del black: atmosfere oscure, cantato malefico,
(Metalism Records) Il power metal russo, anche quando ‘contaminato’, non è affatto male: è veloce, diretto, melodico… e si tiene ben saldo nel sound fine anni ’80/inizio anni ’90, il che per me è la cosa migliore che si possa fare. I moscoviti Distant Sun danno alle stampe il loro debut dopo un ep, “Sunless Citadel”,
(Svart Records) Domovoyd: un capitolo a parte del concetto di musica ed emozione. Già con l’ottimo “Oh Sensibility” del 2013 avevano rivelato la loro capacità di andare oltre i confini tra suono e rumore. Con il secondo album abbandonano leggermente il lato rumoroso, ma si concentrano sul concetto psicologico destabilizzante. Suoni. Spoken words angoscianti. Sludge e
(Autoproduzione) Nell’ottica di un crossover dei primissimi anni ’90, dunque mix tra metal, hardcore, funky, rap e altre cosette insolite per la musica ‘sostenuta’ e ‘tosta’, e del nu metal di questi anni, i Dirty Sanchez assestano cinque pezzi da applausi. Il tutto non visto nel segno del revival
(Indie Recordings) Tornano i norvegesi Dunderbeist. A tre anni dall’ottimo e stranissimo “Songs Of The Buried” ripercorrono il loro brand non classificabile, lontano da ogni standard comune e facilmente decifrabile, questa volta cantando in lingua madre argomenti che ruotano attorno al concetto dell’ipocrisia umana.
Da Austin, Texas, i Dead Earth Politics giungono al secondo dei tre ep che hanno programmato di pubblicare (il primo è recensito
(Ghostrecord Label) Giulia, Fabio e Gio negli Stati Uniti con “Innocence” otterrebbero soddisfazioni. Il punk rock melodico dei tre di Lodi è ben accolto in quella nazione, mentre in Italia forse ha un seguito diverso e pare circoscritto alle nuove generazioni. Ciò non toglie che la qualità