DANIELE LIVERANI – “Fantasia”
(SG Records) A qualcuno questo nome può non ricordare nulla. Al sottoscritto invece parte una connessione mentale diretta con gli Empty Tremor, grande band prog metal italiana che specialmente con i primi due album mi fece impazzire. In quella band Daniele si occupava delle tastiere, ma per uno come lui “fa lo stesso” (altro…)
(Autoproduzione) Il nome della band lo trovo raffinato. La copertina dell’album è fantastica. La musica lo è ancora di più. Las Vegas da oggi non è solo la capitale del gioco e di chissà quante altre cose, ma diventa la dimensione urbana nella quale sono nati i Dinner Music For The Gods, ovvero un ensamble strumentale
(Noiseheadrecords) Già alcune release alle spalle, tra le quali un debut album, e una serie di concerti tra la loro Austria e poi Polonia, Svizzera e Rep.Ceca. Di spalla a In Flames, Suffocation, Heaven Shall Burn, Brujeria, ed ora il nuovo album, presentato attraverso un’etichetta che non presenta facilmente cose banali.
(Beyond… Production) Le dichiarazioni di intenti non lasciano spazio a dubbi: viaggio psicologico, attraverso una malattia, una deviazione, ai confini con la pazzia, passando per la morte e la rinascita. Un concept album che descrive un viaggio oscuro con una colonna sonora altrettanto oscura. I siciliani Dormin debuttano così dopo qualche anno di gavetta (si
(Rock’n’Growl) L’artista australiana Darkyra Black, dopo una esperienza con la band greca Achillea, si lancia in questo studio project che coinvolge numerosi artisti internazionali (fra essi spicca il drummer Garry King, che ha lavorato con Jeff Beck e Joe Lynn Turner).
(Svart Records) “20th Adversary of Emptiness” contiene quanto fatto dai finlandesi Demilich dal 1991, anno del primo demo di una serie e l’unico album, “Nespithe” del 1993. La band viene celebrata dalla Svart con una riedizione della discografia in CD e vinile. Death metal band con un certo gusto nelle
(Weird Truth) Di stanza a Londra, ma attualmente – dopo alcuni cambi di lineup – costituiti soltanto di musicisti italiani, i doomsters Dea Marica danno alle stampe il loro secondo disco. E indovinate un po’ dalla copertina quale è il genere suonato?
(Subsound Records) 12” della label che ha pensato ad una serie di split che coprano validi nomi dell’underground Italiano, spaziando su un ampio range di generi musicali. Su questa edizione due nomi che non certamente noti: Deflore (Lato A) e Infection Code (Lato B). I primi, un duo, offrono suoni psichedelici, distorsioni, atmosfera il tutto in groove avvincente. I
(Casket Music) La Sardegna si erge dalle acque e genera figli appestati di morte. Figli barricati in un nome, Deathcrush, che denuncia da subito l’impatto distruttivo e ammantato di desolante fine del tutto. Dreathcrush è lo sprigionare un sound robusto, retaggio dell’imponenza dei Morbid Angel, ma dannatamente più fluido
(Helldprod) 300 copie per questo 7’’ cult degli esordienti Dragon’s Kiss, duo proveniente dal Portogallo. Adam Neal e Hugo C hanno suonato in una pletoria di band underground e il primo è anche stato, per un breve periodo, batterista dei Nashville Pussy.
(Badlands Ent.) Dopo aver piazzato un debut album i Die A Legend si rifanno sotto con il proprio hardcore chiaro ed aggressivo. Chiaro per via di una produzione non troppo sporca e nemmeno verniciata da una resa sonora artefatta. Il sound è dunque diretto, crudo nella giusta misura, espressivo di un lieve groove che
(Rossom Records) Era il lontanissimo 2003 quando la Scarlet Records inviò alla webzine con cui collaboravo allora “X Dark Years”, l’ep che celebrava i dieci anni di attività dei brasiliani Dark Avenger. Non conoscevo la band ma rimasi folgorato, così mi procurai subito il back catalogue
(Hatework Records) Altro progetto del chitarrista romeno Radu Vulpe, che assieme al fratello, Catalin, mette in piedi questa band per creare del sano e violento thrash metal anni ’90. E bisogna ammetterlo: Radu ci riesce, ci riesce davvero bene, crea del suono spietato, pieno assoli fulminei, con una perfetta voce cattiva ed incazzata. Nove tracce
(Soulseller Records) Dal North Carolina arriva l’esordio dei Demon Eye, che finora all’attivo avevano soltanto un ep: gli statunitensi sono certamente una di quelle formazioni ‘senza tempo’ che ricreano con perizia scientifica sound e atmosfere di un’epoca ormai remota,
(No Remorse Records) Non è stoner, non è doom, non è prog, non è heavy metal classico: è il sound sui generis dei Däng, che ci regalano con questo “Tartarus: the darkest Realm”, il loro debutto, un ottimo disco di metallo plumbeo e soffocante, incredibilmente capace di appagare il defender anni ’80
(AFM/Mermaid Records / SONY Music Entertainment) Ok, c’è molta passione in quanto sto per scrivere. Anzi, sto per recensire una cosa che ho comprato personalmente, in pre-ordine, autografata. “DISN30LAND AF30R D30K” è un’altra divertente idea del quartetto Danese per continuare quella eterna presa in giro, quell’infinito scherzo legato ad una questione legale che risale agli inizi del
(Autoproduzione) Questa band fa spavento! Sono un gruppo di individui così estremi, irruenti, fracassoni e imprevedibili che ti mettono sottosopra. Per forza, sono dei grinders. Dei veri grinders. Gianluca Lucarini qualche anno fa voleva riprendere un discorso musicale vicino alle sue preferenze, alle sue idee più radicate e
(Beyond…/Masterpiece) Al polistrumentista veneto Chris Buchman piace cambiare il nome della propria creatura: i tre dischi del suo progetto, questo incluso, sono stati pubblicati rispettivamente sotto i monicker Drastic, Drastique e Drastisch! Anche il genere suonato è mutato, e dal black degli esordi si è passati al gothic/dark
(Iron, Blood & Death Corporation) Credo sia la prima volta che mi approccio a questi Diavoli Francesi. “Back from Hell” è il secondo album in carriera e resto impressionato per la padronanza con la quale i Dark Managarm riescono a produrre un black metal così tirato, veloce ed estremo, ma nel contempo intarsiato di
(Autoproduzione) Quanti anni hanno i componenti dei Darkside? C’è qualcuno che arriva a venti anni? Probabilmente. Sono metallari? Di sicuro. Shorts, scarpe ginniche, polsini, capelli lunghi, magliette di Iron Maiden, Kreator, Destruction, Megadeth. Si, suonano thrash metal. Esatto. Sono brasiliani, giovani, ma il loro
(Kannibal Records) Dodici anni di vita, ma una serie di release concretizzate solo dal 2009, con l’album “Cynisist”, l’EP dell’anno seguente “Sickening” e in ottobre 2013 con il nuovo album “Erector”. Resta solo Morten Müller (Trollfest, Grimfist e altri) della formazione originaria, gli altri due sono Andreas Stenvoll (Blodspor, ex-Troll) basso e voce e Jon Eirik Bokn
(Cargo Records) Nome band, copertina, foto promozionali, canzoni, strumenti, tutto è insomma una ripresa del rock cosmico degli anni ’70. I Death Hawks hanno probabilmente preso la macchina del tempo e si sono trasferiti da quell’epoca in Finlandia, nel febbraio del 2012, quando pubblicarono il debut album “Death & Decay”. A settembre è uscito questo omonimo secondo lavoro, ammanicato con
(Levitation Records) Vintage. Spudoratamente vintage. Sembrano uscire da un’altra epoca i Doublestone, anzi, sembrano appartenere ad un’altra epoca nella quale esiste evidentemente una macchina del tempo per mandare a noi umani del futuro un sound di altri tempi, di altre mode, con altri concetti. Sono danesi, sono in tre e sembra registrino le loro canzoni in un sudicio interrato di Copenhagen..
(Pesanta Urfolk) La definizione è Dark Americana. Band speciale di Denver, della corrente culturale e musicale di Denver. Personaggi e figure note nel settore, come Jay Munly (famoso per il suo Banjo) e Slim Cesna. Tutte collocazioni stilistiche, strumentali, commerciali. Ma cosa rimane di tutto ciò? Cosa c’è veramente sotto? Semplice: dodici minuti di esperienza da gustare in pieno relax,
(Pure Steel Publishing) Ricordo bene “Alpha Draconis”, il debut dello studio project svizzero Distant Past: un disco possente, con un wall of sound mastodontico, che funzionava nell’insieme piuttosto che nei singoli brani. Ritrovo oggi la band di Adriano Troiano, bassista degli Emerald, con questo secondo full-“length”, forse ancora più votato a un songwriting complesso di quanto non lo fosse
(Noisehead Records) Dalla Grecia, e precisamente da Atene, i Disharmony ci assalgono con il loro debut, uscito originariamente nel 2009 e oggi rispolverato dalla Noisehead Records: otto tracce (compresa la cover di “Oman” dei Dead can Dance) che la band classifica come ‘modern metal’, dicitura che a mio parere significa tutto e niente. Subito la titletrack, un ruggente schiacciasassi
(Snowhite) “Cut” già dalle prime bautte si rifà alle gloriose L7 ed è l’opener di “Venom Dish”. “Gender Identity Disorder” ricorda i Sonic Youth e “Unburied from Sand” John Spencer. Senza voler continuare a fare la radiografia ad ogni singolo pezzo, è chiaro che l’identità rock-garage, alternative punk, grunge e alternative rock degli svizzeri Disagony è alquanto pronunciata e pura.
(Dreamcell 11) I torinesi Dismal tornano dopo ben sette anni di silenzio con un nuovo album, il quarto, che ce li mostra raffinati, gotici e alternativi come non mai. Si fa fatica a trovare (ove mai servisse) un’etichetta per la musica di questa band, che rispetto al passato modernizza in modo significativo il proprio sound. Se il crescendo “The four Vibrations” ricorda i toni elegiaci di certi Anathema,
(Inferno Records) Band nata in Cile ma presto trasferitasi in Canada, i Demona interpretano nel modo migliore la lezione dello us speed metal più underground, e sfornano un bel full-“length” da defenders, il secondo della loro discografia piena di demo, split e compilations. “Malvenidos” ci rivela subito le due caratteristiche fondanti del disco: uno, siamo di fronte (come si diceva) a uno speed
(Autoproduzione) I romani Dyrnwyn prendono il nome da una spada magica della mitologia gallese, e si presentano sul mercato con il loro primo autoprodotto: nonostante la produzione minimale, in “Fatherland” si sentono tanti buoni spunti. Si comincia con la traccia autotitolata: prima una dolce intro, poi una sfuriata pagan che non abbandona i giri quadrati del folk, tanto che mi è venuto
(This Is Core Music) Questo EP è stato registrato nell’agosto del 2013 da una band nata poco più di un anno prima. Esperienza collettiva zero, ma i Dead Ends avevano molte idee, oltre alla voglia di cimentarsi con la musica. Il risultato del lavoro svolto allo Skie Studio di Roma è fatto di quattro brani che in 15′ narrano di un alternative metal/metalcore/screamo (non facile dargli un’etichetta
(My Kingdom Music/Audioglobe) Voltandomi verso la prima torre di cd del mio studio, e scorrendo questi ultimi fino alla lettera D, distinguo chiaramente la costina di “Time for Expiation”, un disco che nel lontanissimo 2004 fece grande fatica a uscire dal mio stereo. Finalmente, i romani Dragonhammer tornano con un nuovo album, stavolta per la sempre accorta My Kingdom Music: è bello
(W.T.C. Productions) Black metal orientato a distruzione, oscurità, massacro, guerra, sangue, tortura… e qualsiasi altra cosa dolorosa e sporca vi possa venire in mente. Sono tedeschi, esistono da quasi due decenni e non sono certamente prolifici con i dischi (questo è il secondo o terzo). Ma quando decidono di fare un album, non hanno rispetto di nessuno.
(Iron, Blood and Death Corp.) Storica formazione portoghese, da oltre venti anni in giro a suonare un black metal prima maniera. Dunque rozzo, ruvido, cattivo. Un sound che ancora oggi ha un suo fascino, senza dubbio. Parliamo di ritmi sparati a mille, attraverso blast beat che sembrano motori diesel che faticano a partire. Il riffing è un vento ghiacciato che produce note serrate, ringhianti.
(Mirgilus Siculorum) E’ un vero e proprio album “Conquest War Famine Death”, un album di debutto ideato da Nekroführer dei Wolfsgrey e Siculicidium, ma stampato su cinquanta cassette edite da Mirgilus Siculorum e distribuite da Sun & Moon Records. Proprio il formato forse spiega il livello qualitativo approssimativo di questo sound. Dozzinale, sporco, resa tipica da demo-tape, però