DIMITRI – “Once Upon a Long Ago”
(Autoproduzione) Dimitri Bonani è un vero rocker, è uno che crede in ciò che fa. Ci crede perché probabilmente ha passione, ma più di tutto credo senta sue certe sonorità. Infatti “Once Upon a Long Ago” è l’esatta riproposizione di quel sound hard & heavy degli anni ’80. Non è i Mötley Crüe o i Poison, (altro…)
(This Is Core Music) Uno dei più classici inizi che il rock possa proporre, ovvero qualche colpo della batteria e poi una chitarra che entra corposa, distorta, con un riff tossicchiante e di seguito tutto il resto. Trascina immediatamente “My Place”, apre l’album con immediatezza e fresco coinvolgimento.
(Artic Music Group) I Deaflock sono una thrash death metal band direttamente dal Giappone, patria insolita, se vogliamo, per questo tipo di sonorità, ma chi siamo noi per impedire che anche in Oriente si faccia musica pesante? E soprattutto, il bello del metal è che non ha confini, in tutti i sensi. Già dalla opener
(This Is Core Music) “Try to Look Back” è il terzo lavoro dei Deisler e contiene sette pezzi suonati in meno di 30’ con estrema decisione e in modo asciutto, attraverso uno schema prefissato in cui ognuno della band ci mette il proprio lavoro. I Deisler a mio avviso mostrano un punk rock di fondo nel cantato rabbioso,
(Videoradio) L’arte non sempre è quantificabile in numeri e identificabile in parole. Voti e giudizi possono essere inadatti, soprattutto di fronte ad opere di una bellezza unica o tale che non si può far altro che ammirarla e tacere. Il chitarrista sardo di flamenco Claudio Deoricibus realizza un nuovo album, con la collaborazione
(Soulseller Records) “Time to Repent” è stato un album che deve aver avuto un buon riscontro e così in meno di due anni i norvegesi Devil si sono rifatti vivi con un altro full length. Prima di questo “Gather the Sinners” è stata pubblicata anche una compilation (
(Rock’n’Growl) Qualche tempo fa ho recensito, senza troppo entusiasmo a dire il vero, il debut dei Raven Lord (
(Scarlet/Audioglobe) Scoprire che i DGM danno alle stampe un nuovo album è sempre un piacere: l’ultima pubblicazione è stata il dvd live “Synthesis”, ed erano circa tre anni che non si sentivano notizie della band romana, una delle ultime istituzioni power del nostro Paese. “Momentum”, l’ottavo disco
(Artifical Sun) Distorted World è un progetto personale del tastierista Unbekannter, ovvero Ivan M, di Anthracitic Moths. “Between The Strophes” è un esempio, per niente originale, di gothic ed electronic darkwave. Ovvero è un insieme di basi ritmiche elettroniche, dominate da synth e tastiere,
(Autoproduzione) Debutto assoluto per i simpatici power metallers Devious Mine, di Pesaro: nonostante qualche piccola sbavatura in fase di songwriting, inevitabile in un gruppo così giovane, “Revelation” è già un prodotto convincente e coinvolgente. Cinque i brani in scaletta più la consueta intro.
(Metal Scrap Records) I Deathember Flower sono una band death metal ucraina, capitanati dalla grintosa e arrabbiata Christina Makovsaya; le coordinate di base per orientarsi sono quelle di un death moderno e molto melodico, che alterna voci in growl e voci in pulito, non si può quindi evitare il paragone
(Eldritch Lunar Miasma / Dybbuk) Adoro gli split e soprattutto se arrivano da band oscure e miasmatiche e con nomi che sono tutto un programma. A dire il vero i
(Pavement Entertainment / EMI) Tempo fa avevo sentito nominare questa band, per via del fatto che in formazione figurano Will Hunt e Troy McLawhorn, ovvero una delle due chitarre e il batterista degli Evanescence. In pratica la loro presenza potrebbe essere utile
(Massacre Records) I californiani Deadlands includono nelle proprie file Brian O’Connor (ex-Vicious Rumors) e Kevin Rohr (Spectre): il loro debut giunge sul mercato senza che la band abbia prodotto altro, ma si difende bene in quel filone power/thrash che passa dagli Iced Earth
(Autoproduzione) I Dawn Of Memories vantano già un discreto curriculum; pur essendo nati nel 2010 hanno già condiviso il palco con artisti come Sadist, Dark Lunacy, e Vanexa. “In The Sign of Sin” è il loro disco di debutto: sonorità decisamente moderne, produzione in studio
(Massacre/Audioglobe) Scopro gli inglesi Damnation Angels per puro caso, ma li includo immediatamente fra le band di cui seguirò le gesta! Fondati nel 2006, ma giunti solo oggi al debut sulla lunga distanza, propongono un power metal ai confini col gothic
(Horror Pain Gore Death Prod.) Florida, patria del death metal, o almeno una delle tante. I Druid Lord nascono in questo scenario, ma a loro non basta parlare solo quel verbo ed ecco che la band fonde anche il doom metal nei propri pezzi. “Hymns for the Wicked” è uscito
(Autoproduzione) Se, come me, amate il symphonic power, non potete prescindere dai Derdian, una delle ultimissime band ancora in pista a suonare come nel 1997. E questo, per quel che mi riguarda, rappresenta il massimo titolo di merito che possa attribuire a un gruppo
(Universal) Se non conoscete “Dream Evil” avete sicuramente sbagliato sito: il quarto album solista di Ronnie James Dio è a giudizio di molti una delle perle della sua discografia, che nella mia personale classifica si colloca subito dopo il capolavoro “Holy Diver” e il sottovalutatissimo
(Radioactive Records) Il genere proposto dai Damned Pilots è decisamente strano. Non si può definire propriamente stoner, poiché i suoni comunque sono ben definiti e limpidi, non si può parlare di progressive, perché tecnicamente il songwriting è si originale ma non è tecnicamente troppo elevato,
(Croner Records) Dopo un EP autoprodotto nel 2007, da Kalle Niininen alla chitarra e Jarkko Lunnas alla batteria, i finlandesi Damnation Plan sono cresciuti, fino a trovare un’etichetta italiana per “The Wakening”, debut album realizzato tra la casa di Kalle Niininen, il D-Studio (la batteria)
(My Graveyard/Masterpiece) Un paio di anni fa ricordo di essere stato positivamente colpito dall’esordio dei Dumper: “Rise of the Mammoth” era un disco di heavy metal classico, a forti tinte anni ’80, con qualche elemento di rock stradaiolo che rivelava bene la caratterizzazione fortemente
(Autoproduzione) Probabilmente “Octocrura” è stato una specie di work in progress per i D8 Dimension. La voglia di registrare un EP si è tradotta in una serie di composizioni, sette, che hanno portato a totalizzare oltre mezz’ora di musica. Più di tutto, per ammissione della band, il sound è passato nel giro di un anno dall’essere un metal moderno
(Massacre Records) Geniali. Semplicemente geniali. I tedeschi Dante riescono a proporre un prog molto ricco, estremamente atmosferico, diluito in pezzi imponenti (spesso sopra i dieci minuti di durata), ma comunque godibile, fruibile, piacevole, di sicuro impatto anche su un pubblico più vasto.
(Massacre) Professor Gurrath mi spiace, ma stavolta il voto per lei è basso. Thomas Gurrath, la mente del monicker Debauchery, opta per un death ‘n roll sicuramente ben calibrato nei suoni ma tanto anonimo in alcuni pezzi e troppo scontato per alcuni riff e ritmiche che spesso e volentieri riportano alla mente idee altrui (in particolare mi sembra di scorgere continuamente i Six Feet Under), derivazioni
(Peaceville Records) Molti di coloro che non gradirono la svolta di alcuni anni fa da parte di Fenriz e Nocturno Culto, probabilmente non intuirono (e forse ancora oggi) l’idea canzonatoria e tributo insieme verso le loro (dai su, diciamo nostre) radici e forse di un’intera scena musicale.
(My Kingdom Music) Fuori tetti innevati e la luce del giorno che arriva attraverso un cielo bianco. C’è solitudine e di li a poco, con lo sbocciare dei primi suoni di questo album, si ripropone un amore nato tre anni fa. “Io Sono un Errore” era un album toccante e di rara bellezza.
(BloodRock Records) Il nuovo lavoro dei Demetra Sine Die è una dimensione oscura, nascosta da quella comune e nella quale tutti viviamo. Sono sonorità plumbee, liquide, frutto di lampi neuronali o forse è semplicemente musica psichedelica. E’ un rock puntellato da suoni lisergici, da ritmi ipnotizzati,
(High Roller Records) I Deep Machine sono noti ai più fanatici cultori della NWOBHM per la manciata di demo che realizzarono all’inizio degli anni ’80 per poi sparire nel nulla, anche se alcuni dei membri originari sono andati a far parte dei Tokyo Blade o degli Angel Witch.
(Avantgarde Music) Una malvagità che proviene dagli abissi infiniti dello spazio. Malvagità siderale, brutale, fredda, incompatibile con la vita. I Darkspace sono sempre stati assurdi, incomprensibili, ma brutalmente diretti. Ogni loro canzone ha lo stesso titolo (“Dark”) differenziato solo da un numero
(Black Widow Records) Melodia. Semplicemente la definizione di melodia. Questo album è pura emozione diffusa, espressa, emessa, concepita in chiave elettronica con un’ispirazione vagamente rock. Un album quasi tutto registrato negli anni ’90 quando Freddy, attuale tastierista dei Death SS, diede vita al suo progetto solista denominato appunto Journey e ricevette ampia approvazione
(Massacre/Audioglobe) Southern groove metal? Mah, se lo dite voi… a me viene ancora la tentazione di chiamarlo rock’n’roll! I germanici Dirt, dopo essersi autoprodotti il primo album, approdano alla corte della Massacre con questo disco di rock arcigno
(GlassVille Records) Suoni e ambienti raffinati costruiti con chitarre distorte e non solo. Una voce non spettacolare, ma ben inserita nel clima compositivo di questi pezzi. La band polacca Dianoya è tacciata come una formazione di progressive rock, o addirittura di progressive metal. Bah, non saprei. Io li conosco grazie a questo secondo album
Per tredici anni ci sono stati i Tabula Rasa, mentre da almeno sette anni è nata la nuova formazione denominata Diabula Rasa. L’idea è stata quella di prelevare melodie e testi del XIII e XIV secolo e di rendere il tutto presentabile a noi contemporanei. Ne vien fuori una sorta di folk heavy, in alcuni casi anche rock, estremamente dinamico
(Autoproduzione) La band berlinese Declamatory è autrice di un melodic thrash metal, ovviamente di taglio moderno, con innesti di death metal, di fattura scandinava, e improvvisi ritornelli che danno sul metalcore. Il risultato è un sound attuale e che credo possa essere incline esclusivamente alle preferenze delle giovani leve del metal.