IN AEVUM AGERE – “The Shadow Tower”
(Pure Steel/Audioglobe) Signori, che bomba! Fa davvero piacere vedere arrivare un disco così bello in redazione e scoprire poi che è italiano al 100%. Gli In Aevum agere (nome che potremmo tradurre, un po’ poeticamente, come “Immersi nell’eternità”) sono una creatura di Bruno Masulli, la cui maestria è al servizio anche degli Annihilationmancer e dei Power beyond, e questo è il loro debut dopo l’ep “MMXI”, edito l’anno scorso. Le coordinate sonore? Un epic/doom ottantiano dinamico e di grande impatto sonoro. (altro…)
(M & O Music) Nascono nella zona di Parigi gli Idols For Dinner, in quella Francia che da tempo sta allevando nuove leve di metallari estremi. Metallari che imbastardiscono il death metal con pesanti rimandi thrash o hardcore, ma senza una chiave melodica, squadrando i suoni, rendendo il clima opprimente, soffocante, massiccio, con breakdown, riff che divorano progressioni di old style death metal e quelli dei parigini sono notevolmente classici, molto Folorida style, ma non mancano le soluzioni melodic
(Massacre Records) Anche stavolta la Massacre rilascia la propria quota mensile di thrash metal. In questa tornata è di tipo moderno e con continue puntate nel death metal. “New Formed Revelations” si dimostra un lavoro compatto e solido ed anche corredato da melodie. Gli autori sono i croati Infernal Tenebra, una band dall’esistenza non proprio facile, visto che hanno impiegato undici anni per arrivare a realizzare tre full length. “Failed Leaders Museum” è un motore a reazione.
(Minus Head Records) Chiariamo da subito, per chi non lo sapesse, che gli Incite di Phoenix sono la band nella quale canta Richie Cavalera, figlio di Max. “All out War” è il nuovo album che mette in mostra un sound molto tenace e robusto, ovvero un groove thrash metal con influenze di famiglia (Sepultura, Soulfly, Cavalera’s Conspiracy), i Pantera e qualche idea alla Fear Factory. Più in generale gli incite sembrano provenire dal thrash americano della seconda e finale metà anni ’90.
(Hellprod) La prima uscita della etichetta olandese Hellprod è un 7’’ dei portoghesi Inquisitor, che finora avevano dato alle stampe soltanto un demo. Due brani istintivi, con il primo (“Face the Witch”) dall’approccio più speed e il secondo (“Kinght Fighter”) più thrash
(Autoproduzione) Capita talora che un disco un po’ ingenuo e datato, proveniente magari da un paese dove si praticano normalmente altri generi, porti una ventata di freschezza e positiva semplicità anche ai recensori più navigati: è quello che succede ascoltando “Fimbulwinter”, secondo disco autoprodotto dei baschi Incursed. Temi rigidamente legati alla mitologia norrena, copertina bathoriana
(Autoproduzione) Materiale strano per i miei normali gusti, per i miei consueti ambiti musicali. Nel player ci sono gli Italiani Irebus, autori di un rock melodico, cantato in italiano. Veramente strano per me. A molti può venire in mente la solita scarsa produzione rock della nostra penisola, già ampiamente battuta dai nomi famosi. Ma sarebbe un errore. Gli Irebus vantano un tocco speciale.
(Listnable Records) Sei anni passati a vivere nel ricordo di “Primordial Domination” e nel tentare di ristabilire una line-up credibile e definitiva. L’arrivo di Alex Bouks, dai Gorephobia, a fare il gemello di chitarra a John McEntee, e l’entrata al quattro corde di Chuck Sherwood, ex Blood Storm, hanno poi assestato la band. Anni passati a definire un nuovo capitolo e che testualmente tenta di urlare agli ottusi seguaci del monoteismo che le loro religioni hanno fallito. Gli Incantation il 26 novembre ritornano feroci e spietati attraverso “Vanquish in Vengeance”. 
(My Graveyard/Masterpiece) Fra le tante formazioni che si vantano di professare il genuino verbo dei Manowar, i sardi Icy Steel sono sempre stati, a mio giudizio, i più ortodossi e capaci: e questo non tanto sotto il mero profilo del sound e dei testi (il che, data la situazione attuale dei Kings of Metal, è sicuramente un bene!), ma per quella atmosfera epica e senza tempo che molte delle loro composizioni riescono a creare.
(Autoproduzione) Anni fa in Italia avevamo una onorevole scena hardcore e genuinamente ammirata anche nel resto d’Europa. Avevamo anche una discreta scena thrash metal che pure ha prodotto gente d’interesse al di fuori dei confini nazionali. Sicuramente Schizo, Bulldozer, Braindamage, Extrema, Necrodeath e poi ci sono altri che hanno brillato fantasticamente ma solo per poco tempo. Questo per dire che in Italia
(AFM Records) Non mi fa impazzire la band di Christian Machado ma riconosco che siano tra i più noti nel panorama nu metal. Ill Niño con “Epidemia” suonano atmosfere che sembrano ribollire di un qualcosa che sta per saltare fuori: di sicuro rabbia, aggressività, sofferenza. Aspetti emozionali, latini (loro però sono americani d’adozione), sottolineati da percussioni vivaci e ben inserite nei brani.
(Autoproduzione) Nick Reyes è un marine che ha combattuto in Iraq e con all’attivo già due album e una serie di demo e un EP. “Aborted by the Sun” è il secndo EP e venne concepito molti anni fa con il nome di “Farewell My Angel”. I master e il missaggio di quel progetto erano su un hard disk che si ritrovò nel bel mezzo di un incendio. Reyes per molto tempo era convinto di aver perso tutto
(Autoproduzione) Non posso dire molto su chi siano gli Inset. Sicuramente polacchi, di Żory, quasi alle porte della Cechia. La band nasce nel 2011 con il chitarrista Pawel Adamowicz e il bassista Dariusz Kaczorowski. A loro si sono aggiunti un altro chitarrista, un batterista e un cantante. Contemporaneamente all’attività live nel proprio paese, gli Inset realizzano anche questo EP
(Massacre) Con tutta sincerità negli ultimi mesi non ho ben capito le strategie di marketing della Massacre. Ammesso che ci siano, ma sicuramente si. Ci sono state delle uscite che mi hanno abbassato la stima verso l’etichetta tedesca, però sapevo che avrei dovuto concedere lodi alla lungimiranza della stessa nel tenere stretti a se gli Illdisposed. I danesi sono a quota undici album (senza contare l’EP “Return from Tomorrow” del 1994)
(Massacre Records) La copertina collegherebbe la musica al symphonic metal o power, ma l’album è un concentrato di thrash-melodic metal. La band tedesca I Spit Ashes debutta con una delle maggiori etichette nazionali, ed europee, presentando un sound prodotto in modo perfetto e pubblicizzato come “metal 2.0”. Al di la di ogni etichetta possibile ho già indicato di fronte a cosa ci troviamo.
(DTM Productions) Dalla città di Cracovia un album schizoide, folle e al di sopra di ogni regola. Detto in modo elementare gli Iblis con “Menthell” producono un sound di progressive death metal, ma la linea progressive dell’album è eccentrica, esasperata ed appunto schizoide. Un basso che crea melodie che si espandono e chitarre che sembrano ora cantilene e qualche secondo dopo delle arpie rapaci e più cattive del solito. Attraverso il death metal di base, si intravede il thrash metal, ma anche del mathcore o del semplice metal moderno.
(Subsound Records) E’ come essere in un videogioco della Atari, tipo Vanguard, in questo lavoro degli Inferno Sci-Fi Grind ‘n’ Roll. Si attraversano scenari in cui esplodono suoni mathcore, noisecore e inserti di elettronica folle, atti di schizofrenica alterazione, caos e pazzia e riff corrosivi o adrenalinici. C’è da tenere i nervi saldi per seguire questo album di quasi 32’. Le melodie ci sono ma lievitano in sottofondo
(Graviton Music Service) Gli Inmate hanno realizzato un album che contiene una vagonata di musica, cioè ben 14 canzoni, ma dal minutaggio comunque normale. “free at Last” è dunque un lavoro che segna il debutto di questo comlesso sloveno, attraverso una proposta ricca, ma decisamente inflazionata, sia per qualità che per quantità.
(logic(il)logic/Andromeda/Atomic Stuff) Nuovo lavoro per gli italiani In-Sight, costruito attraverso dei riff di base agghindati da distorsioni corpose e che aiutano a delineare un melodic death/metalcore solido ma scorrevole. La band nacque grazie alla devozione di Mek (batteria) per lo swedish death metal e quel retaggio si insidia tra le pieghe delle canzoni, pur rivelando appunto un lato contemporaneo, attuale, appunto di tendenza metalcore.
(Worm Hole Death Records/Aural Music) Personalmente non ho simpatia per metalcore, deathcore e cose simili. Ma sono di ampie vedute. E so cambiare la mia opinione non appena mi viene sottoposta la prova contraria. Prova che arriva con questo “Beneath the Circus” dei Norvegesi Inside I. Una band geniale, sostanzialmente deathcore nelle radici, ma capace di un sound particolare, con iniezioni endovenose di sonorità svedesi (In Flames, At The Gates), melodie vagamente epiche, riff devastanti, voce brutale.
(Black Tears) Viking death metal made in Italy, potremmo usare questo piccolo slogan per spiegare gli icethrone. Genovesi, formatisi nel 2009 e ormai al secondo album, intitolato appunto “See You in Valhall”. Album epico, con riff che a tratti pescano anche dall’heavy metal classico per innalzare inni di battaglia colossali. “Cursed by the Varg” irrompe, dopo una intro, con una batteria (Herian) muscolare a sostegno delle chitarre (Matheus)
(Autoproduzione)Oscurità. Morte della natura, morte interiore. Riposo del mondo, riposo delle coscienze. Fino al ritorno della luce, celebrazione di antichità celtiche, dovuto ringraziamento a madre natura che, ancora una volta, offre speranza, luce, prosperità, futuro. Capitolo essenziale nella ciclicità della storia del mondo, e dell’uomo stesso. Tutto è ciclico, anche il tempo. Anche l’esistenza. Si nasce, si cresce, si declina e si muore.
(Strong Music Prod.) Mai sentiti nominare gli ID:Vision. Forse perché sono bielorussi e non vengono dunque dall’Ucraina, terra che spesso mi ha fatto conoscere ottime realtà black metal. Scopro che gli ID:Vision sono nati ne 2003 e che hanno già inciso un album e altre pubblicazioni più modeste. “Destination Cybermind” mette in risalto una band di sei elementi
(SG Records) Gli Ibridoma avevano fatto parlare bene di loro con il primo album omonimo. Sulla scia dei complimenti ricevuti, la band di Macerata non ha perso tempo a incidere un altro lavoro, affidato alle sapienti manipolazioni di Michael “Elvis” Baskette (produttore americano, ha lavorato con Incubus, Stone Temple Pilots, Limp Bizkit e RATT). “Night Club” è un heavy metal
(Hammerheart Records) Nuovo album per i deathers italiani Illogicist. Sempre più tecnici e progressive, sempre più raffinati, labirintici, cosa che viene fatta attraverso una nitida produzione che permette di udire ogni singolo strumento e nota. Sono passati alcuni anni da “The Insight Eye”, album mai troppo osannato, e lo stato di forma della band è davvero ottimo.
(To React Records) Debutto di questa band italiana dedita a ritmi continuamente spaccati, spezzati, massicci (dei Meshuggah meno claustrofobici) e dove il riffing si rivela solido e sostenuto: quel genere di macchina da guerra che va avanti a mille e che quando rallenta mette lo stesso paura. Gli Ignition Code imbastiscono un sound particolarmente robusto,
(Pulverised Records) Furia asiatica senza compromessi. Terribili demoni dell’oriente. Torna, abbandonando certe direzioni sperimentali, il terzetto di Singapore, ormai sulle scene da 22 anni. Nonostante tutto questo tempo, tutti questi album, e tutto il più totale caos nella line up, loro sembrano essere sempre più estremi,
(autoproduzione) La storia degli Insomnia Creep potrebbe essere come una di quelle tante band che vuole emergere. C’è un chitarrista, Giacomo Casile, ex di alcuni gruppi, che scrive dei pezzi e decide di creare qualcosa per poterli suonare e completare. Arrivano, anche loro da altre band, il cantante
(Glassville Records) Gli Ill sono di Atlanta in Georgia, USA, e provengono da un album pubblicato per la Universal Records. Questo secondo lavoro esce per l’europea Glassville, modesta etichetta olandese, più familiare, meno opprimente nei suggerimenti agli artisti (a detta della band). Di conseguenza il trio si è spinto 



(AFM Records/Audioglobe) Quarto centro consecutivo per gli Iron Mask del guitar hero belga Dushan Petrossi: ancora una volta i nostri danno alle stampe un album di power metal vario e potente, che svetta fra le uscite di genere per un songwriting convincente a 360°. In più, dietro