M:PIRE OF EVIL – “Crucified”

(Mausoleum Records) Odio le cover band. Le trovo inutili. Le cover band servono solo ai musicisti che ne fanno parte, i quali si divertono a suonare cose che piacciono a loro, magari travestendosi come i loro paladini. Una specie di gioco di ruolo, una specie di emulazione. Contenti loro. (altro…)
(Dust On The Tracks) Io non credo di aver incrociato prima d’ora questa band. Tra l’altro l’ultimo album è del 2008, ma i Moribund Oblivion esistono da diverso tempo e le pubblicazioni totali sono già tante e tali da essersi guadagnati una solida reputazione in Turchia, la band è infatti di Istanbul.
(Pure Steel Records) Non avevo mai sentito parlare dei Mayfair, band progressive metal austriaca attiva nel corso degli anni ’90 e recentemente risuscitata. E come quasi sempre in questi casi, arriva la Pure Steel Records a offrirci il back catalogue, in attesa di un nuovo disco di inediti: ecco questo doppio cd
(Tradecraft / Universal Music Enterprises) Ho ricevuto l’album dei Megadeth diversi giorni prima dell’uscita, ma ho intrapreso l’ascolto qualche giorno dopo di essa. Nel mentre e per puro caso son capitato in un forum nel quale qualcuno dichiarava di aver ascoltato “Super Collider” e di ritenerlo
(Atoproduzione) Per le band emergenti l’EP rappresenta solitamente un biglietto da visita, una manciata di canzoni, il più delle volte quattro, con le quali dare un’idea di ciò che si suona. I perugini Mass Crysis sono una band dedita al thrash metal anni ottanta puro e semplice, influenzato dai primi Megadeth,
(Season Of Mist) Sublime fusione tra death metal estremo, elettronica, concetti tribali ed costruzioni cinematografiche. Ma non solo: ci sono fattori sinfonici, industriali, avantgarde. E’ questa l’essenza degli olandesi TMDC, un essenza estremamente esplosiva, un’essenza che li rende unici,
(Autoproduzione) I Matricide sono una band death metal israeliana che nonostante la loro giovane età, come band hanno già potuto condividere il palco con i Down e i Behemoth. Il loro EP “We Are Alive” è un interessante lavoro di modern death metal che affonda le sue influenze in band come Meshuggah,
(My Graveyard Productions) Che MetalHead e i Martiria abbiano un rapporto privilegiato si è capito dal notevole numero di articoli che abbiamo dedicato alla band romana: recensione di “On the Way Back” (
(Peaceville Records) Insieme a “Tolling 13 Knell” la Peaceville ristampa in CD e vinile anche “Buried in Time” (in giugno/luglio), due storici album dei nostrani Mortuary Drape. Band di culto perché nasce nel decennio ’80 sfornando alcuni demo e arrivando ad un concreto album in studio negli ani ’90,
(Revalve Records) Semplicemente un piccolo diamante nero. Una gemma opaca. “Double Black” segna il ritorno di una band, pisana, che ormai padroneggia bene le atmosfere legate al doom/gothic, a scenari dark e incrostati da sporadici elementi psichedelici. Con un nuovo cantante, Valerio Voliani
(Punishment 18 Records) Quando è partita “It happened Tomorrow”, ho pensato inizialmente di aver sbagliato disco: muro di chitarre heavy/thrash, voce leggermente filtrata, assolo molto acido… ma siamo sicuri che si tratti dei Mesmerize che conosco io? Gli stessi di quel piccolo capolavoro di metallo classico
(Mortal Music) E venne il momento di “Album of Man”. Dopo aver pubblicato due EP “Man :: Instincts” (
(Ektro Records) Allucinazioni trasformate in musica, una musica che opprime, deprime, annienta. Suoni post metal, divagazioni sludge, concetti acidi e psichedelici, teorie drone. I finlandesi Mother Susurrus arrivano al debutto con questo full length imponente, diviso in cinque monumentali tracce che arrivano anche a toccare
(Blind God Records) La band americana Morgengrau sembra tracciare un percorso all’inizio dell’album, il quale però non è poi rispettato nei fatti. L’opener “Extrinsic Pathway” è un prodotto a metà tra una specie di speed/thrash metal molto asciutto, piacevolmente scorrevole nella sua andatura.
(Horror Pain Gore Death Prod.) Per quanto rispetti il lavoro dei Master di Paul Speckmann, non ho mai fissato per bene nella mente “Faith Is in Season”. E’ stato il quarto album, cinque anni dopo “Collection of Souls” (un signor disco) e quattro anni prima “Let’s Start a War”. Era il 1998 e il death metal, come sempre corposo nelle sonorità
(Noiseheadrecords) Una storia stupenda. Pervasa dalla tristezza, e ricca di speranza. E’ questo che racconta la musica proposta in questo album interamente strumentale, altamente emozionale, del bassista dei Solid Vision, Lucio Manca. Un progressive metal, che a tratti mi ricorda i lavori di Derek Sherinian,
(Maple Metal Records) Memorain, ovvero come costruire un super-gruppo ex novo. La band di origine greca arriva al quarto album (uscito lo scorso anno) con l’ausilio di Steve DiGiorgio al basso, Gene Hoglan alla batteria, Ralph Santolla (Deicide, Obituary e altri) ad una delle due chitarre e Chris Valagao (Zimmers Hole,
(Autoproduzione) “Inhuman Execution” è sporcizia letale, violenza istintiva e sfrontata. E’ un album assassinato da queste caratteristiche che spingono il sound verso un death metal estremo, a tratti brutal e con sciagurate variazioni e blast beat che fronteggiano i limiti estremi del grindcore.
(Autoproduzione) Ho già avuto modo (
(Crucial Blast) Dietro il nome Mors Sonat si nasconde Mories (Gnaw Thir Tongues ma anche Aderlating, Cloak Of Altering, De Magia Veterum Infamy) e l’australiano Nekrasov (altro autore di cose black noise e rumorismi di ogni sorta). Una release da annunciare come
(Napalm Records) “Battle March” che apre questo nuovo album dei Mortillery, giustifica e spiega, in modo esaustivo quella copertina così retrò, forse dozzinale, dannatamente equivoca nel sembrare qualcosa tra heavy, thrash e speed metal. In effetti i canadesi capitanati da Cara
(Collectors Dream Records) Credo che i vostri soldi li possiate spendere altrove. E se li avete già spesi per “Southern Rock Masters” nel 2008, non ha proprio senso spenderli di nuovo per avere la stessa identica cosa, con una copertina leggermente differente. Ennesima mossa commerciale,
(Ripple Music) I Mothership sono un’odierna ed onesta band americana di hard rock e rock blues stile anni ’70. “Mothership” mette in mostra un trio, fondato dai due fratelli Kells e Kyle Juett (ovvero chitarra e voce e basso e voce, rispettivamente), completa la batteria di Judge Smith.
(My Graveyard/Masterpiece) Chi segue MetalHead sa bene che i miei generi preferiti sono quelli classici (con ridotte e occasionali puntate nell’estremo); fino a qualche anno fa, pur possedendo ben più di un migliaio di dischi, non avevo idea di cosa fosse lo stoner solo perché non era nato nel corso degli anni ’80,
(Peaceville Records) Tanti anni fa i Mysticum firmarono per l’etichetta di Euronymous, cioè la Deathlike Silence Productions, ma a seguito della sua morte per mano di Varg Vikernes, cioè il fondatore di Burzum, “In the Streams of Inferno” rimase senza le cure di un’etichetta per tre anni e solo nel 1996
(Avantgarde Music) Metastasi necrotica di qualsiasi barlume di speranza. L’apice della decadenza e della depressione. Morte. Poi la risurrezione concepita per predicare nuova morte, nuova oscurità. Tornano Sargatanas e Cernunnus, gli oscuri sacerdoti che diedero un’anima dannata
(Stressed Sumo Records) L’annuncio delirante della prima track “Resurrection” ci fa immediatamente immaginare la fine del mondo sonora che i Megachurch prospettano in questo disco. Il sound di “Judgment Day” è un interessante mix di sonorità stoner, sludge e progressive,
(Devizes Records) Quartetto di Birmingham che predilige suoni e scenari di stampo sludge/doom e rock. Sonorità dense e cupe, grazie ad un basso torvo e in continua elaborazione di suoni, oltre a chitarre che dipingono momenti ruvidi, sinistri, macabri, alternandoli a variazioni psichedeliche
(ConSouling) I Maudlin provengono dalla terra belga, di preciso la zona delle Fiandre tra Brugge, Oostende e Knokke. E’ un luogo dove il cielo è di sovente grigio, basso e quindi piovoso, molto. Si adagia su un territorio essenzialmente piatto. Una lunga linea retta che va da una parte all’altra.
(Dagger Sight Records) Nuovo lavoro per il trio punk rock di Phoenix. Un album con 11 canzoni rigorosamente dal basso minutaggio, solo “Stay True” e “We” superano i 3’ e quasi ci riesce “Don’t Be Fouled”. Stile essenziale, pochi riff memorabili, tanta velocità, un modo di fare immediato
(Grau Records) Lacerante opera che descrive con musica e testi i nostri tempi, caratterizzati da assurdi incubi, terribili incertezze, agghiacciante realtà. Tempi oscuri, brutali, esaltati da questo lavoro immenso della durata di un’ora e venti, suddivisa in solo sei elaboratissimi capitoli,
(Metal Scrap Records) Ormai è risaputo che l’Est Europa rappresenta la nuova frontiera geografica e sonora del metal estremo. Sulla scia di band affermatissime del calibro di Behemoth, Vader, Decapitated ed Hate troviamo i Mind Affliction a porsi come degni eredi del verbo polacco del black/death metal.
(Indie Recordings) Un giorno cinque amici norvegesi si recano a suonare la loro musica in un vecchio bunker tedesco della Seconda Guerra Mondiale. Giorno dopo giorno si formano e nascono i Man The Machetes, i quali volano poi in Canada per registrare con Eric Ratz,
(Autoproduzione) La band esiste da una dozzina di anni, ma subendo anche delle pause e cambiamenti nella line-up e infatti questa release è del 2011 e alcuni dei musicisti che vi presero parte oggi non ci sono più. Un lavoro datato e che la band sta promuovendo ancora. “Holy Leech” è un death metal dirompente,
(Pest Productions) Nonostante questa band esista da pochissimo tempo, per volere di Griss (chitarra) e Torpore (batteria), si dimostra immediatamente conscia delle proprie intenzioni. I Misere Nobis sono un progetto depressive black metal in cui i toni disperati e strazianti sono controbilanciati da melodie,