CIVIL WAR – “The Killer Angels”
(Despotz Records) I fatti sono noti: all’inizio del 2012, senza alcuna spiegazione (che per quel che mi risulta non è ancora arrivata), quattro dei sei membri dei Sabaton abbandonano la band a ridosso della pubblicazione di “Carolus Rex”. Pochi mesi dopo i nostri annunciano la fondazione di un nuovo progetto (altro…)
(Rise Above Records) Un profeta oscuro che incide su una grottesca pietra tombale i suoi dieci maledetti comandamenti. “The Last Spire”: il decimo comandamento. L’ultimo. La profezia è completa. La legge per i fedeli è stata scritta. Così sia. I Cathedral sono una delle bands più grandi del mondo.
(F.O.A.D. Records) Un fauno che soffia nel suo strumento è una visione epica, ma la musica che giace sotto quell’immagine è devastante, apocalittica, assolutamente concreta e reale. Un nuova opera dei Concrete Block significa una nuova serie di cazzotti thrash-hardcore, ovvero chitarre pesanti
(Autoproduzione) Con due ep e due album in poco più di un anno, i Corners of Sanctuary di Philadelphia sono sicuramente una delle heavy metal band più prolifiche del globo! Il nuovo “Harlequin” si compone di ben sedici tracce, nessuna delle quali, però, supera i cinque minuti di durata,
(Mausoleum) Nonostante l’iconografia power, gli scozzesi Code of Silence suonano un hard rock cristallino (ma pur sempre in buoni rapporti con l’heavy metal). Il loro debut è un concept sulle crociate e vede la partecipazione di due volti abbastanza noti: al microfono il brasiliano Gus Monsanto,
(Devouter Records) Se “El Mal del Bien” era un buon album (
(WTC Productions) M., A. e T. (i nomi sul booklet e sulle foto promozionali sono davvero questi) formano nel 2004 i Chaos Invocation, e “Black Mirror Hours” è il loro secondo disco: l’intento della band è decisamente chiaro, dato che il loro sito internet recita testualmente
(Autoproduzione) La possibilità di ascoltare (
(My Kingdom Music) Dopo sei anni da “Give Us the Power to Do Your Evil” e diciotto anni di carriera, ecco che Ingar Amlien pensa e registra un nuovo album. Con lui c’è il batterista Kjetil Hektoen e Rebo, tastiere e chitarre. Per l’occasione sono stati reclutati anche Kjell Arne Hubred,
(Candlelight Records) Un album puramente anglosassone questo “The Giants of Auld”, prchè licenziato da una prestigiosa etichetta inglese e realizzato da una band scozzese. I Cnoc An Tursa sono di Falkirk e “The Giants of Auld” è l’album di esordio, fin troppo esplicito nella direzione
(Graviton Music Services) I Cayne nascono grazie a due ex Lacuna Coil, Raffaele Zagaria e il purtroppo da poco scomparso Claudio Leo. La band ha già realizzato un full length nel 2001, dal titolo “All Faded Pictures”. “Cayne” è un album collocabile tra sonorità rock e metal, direi di stampo americano,
(Punishment 18 Records) Diretti e brutali questi thrasher provenienti dalla Sardegna. Album di debutto dopo un decennio di gavetta: pura manifestazione di old-school. Riff violenti, voce devastata, tirata al limite. Assoli di ottima fattura. Ingredienti perfetti per ridurre un palcoscenico in un campo di battaglia.
(Stormspell Records) Probabilmente questa band di New York non dirà molto alla maggior parte dei lettori. Sono dei thrasher vecchio stampo e che dopo tanti anni di silenzio vogliono rimettersi in pista, dire di nuovo la loro e farlo nell’unico e solo modo che conoscono, il thrash metal.
(Autoproduzione) Ecco uno split creato con due band francesi. Corbeaux è una band post rock e l’iniziale “Airpaint” lo conferma. Un pianoforte che crea una introduzione e poi la struttura del brano che pian piano monta, cresce, esplode e poi abbassa nuovamente i toni, attraverso un arpeggio soave
(Indie Recordings) Cinque anni per avere un nuovo album e non tradire le attese, è questo il merito più grande che si possa riconoscere ai Cult Of Luna con “Vertikal”. Album costruito tenendo a mente il film “Metropolis” di Fritz Lang, per costruire la propria architettura sonora
(Black Widow Records) Una copertina stile liberty, da puro rock anni ’70, incornicia il secondo disco dei Crowned in Earth, progetto quasi del tutto in solitario dell’inglese Kevin Lawry, impegnato in diversi altri ensemble doom metal. E un doom involuto e a tratti sardonico, che non disdegna contatti con la psichedelia
(GlobMetal Promotions ) Qualcuno definisce la musica dei russi “nu art metal”, ma io non ho ben capito il perché. Ho capito però che questa female fronted band ha realizzato nel 2011 un demo e questo è il primo full length. Inoltre ho capito che al di là di ogni etichetta, devo da subito riconoscere che Dani Hellstrom ha una voce incantevole.
(Autoproduzione) Dopo due demo, gli Irlandesi Celtachor hanno evidentemente deciso di pubblicare il loro debut in piena autonomia: ecco quindi “Nine Waves from the Shore”, onesto prodotto di celtic metal fra gli ultimi Suidakra e i Forefather, e quindi fruibile da un pubblico abbastanza vasto. I testi sono legati a complicatissime vicende del folklore e dell’antichissima storia irlandese e vi confesso che mi sono perso praticamente subito, dato i colti riferimenti a nomi e luoghi in gaelico.
(Deepsend) Sembra di una vita fa l’uscita di “A New Species of Deviant”. Era il 2007 e l’8/1/2013 è il giorno del ritorno e i danesi Corpus Mortale lo fanno con un nuovo album e da subito posso dichiarare che il loro death metal è sempre truce. Il precedente lavoro non mi avevo convinto del tutto, nonostante poi il sound dei danesi fosse un discreto compromesso tra situazioni di tipo brutal della Florida e altre di maniera polacca, tipo Vader. Una via di mezzo, spiegata attraverso qualche etichetta, comunque generica,
(Shadow Kingdom Records) Il debut dei Corsair, prog rock band proveniente dalla Virginia, piacerà a tutti gli appassionati di quei suoni seventies che oggi sempre più formazioni cercano di ricreare in studio; i nostri ci riescono attraverso una produzione scarna e a suoni di chitarra incredibilmente caldi e penetranti. Il disco si apre con uno strumentale di ben sei minuti, “Agathyrsi”, che respira e fa respirare prog/rock alla Genesis in ogni sua nota.
(FDA Rekotz) La prima cosa che risalta nell’ascolto dell’album, il quale parte con la title track, è la notevole similitudine della voce di Laurent Teubl con quella di Martin van Drunen degli Asphyx. Anche la musica dei Chapel Of Disease è confrontabile con quella dei maestri olandesi, con quelle distorsioni graffianti, ma autrici di riff aggressivi e a tratti inesorabili e solenni. Ad un fan degli Asphyx come il sottoscritto, la band tedesca di questo debut non può che risultare simpatica.
(Lo-Fi Creatures) Autori già di un EP di cui si dice un gran bene, i parmensi Caronte approdano ad uno dei momenti più importanti nella vita di una band, il debut album. Le sonorità di questo quartetto di occultisti, per finta o per interesse, non importa, sono dedite al filone doom, espresso in maniera sulfurea e con un clima appunto occulto. Il basso è un vibrare pazzesco, denso e ammantato di notte fonda. Le chitarre sono sature, torve e dipingono litanie nere.
(Akasa Records) Dopo tanti anni di permanenza in Germania, ho inquadrato subito i Carbid!: si tratta di una delle tante cover band che affollano i Biergarten e le feste più o meno alcoliche, e che ogni tanto danno alle stampe un cd di brani propri. “Breaking Walls”, che contiene peraltro ben cinque riproposizioni di classici heavy metal, a testimonianza della principale occupazione della band, appartiene alla categoria sopracitata: gli otto inediti sono dunque un discreto esempio di heavy metal ottantiano
(Deathgasm Records) Caspita e che nome! Aggiungiamoci pure che provengono dalla Florida e che alcuni componenti della band hanno esperienze in realtà underground chiamate Feculent Abscess, Dead Flesh e cose del genere. Mostruosi. Brutal death metal che tira dritto come un mulo incavolato, come un toro che si appresta a incornare qualsiasi forma di vita. Macellai che hanno studiato i Suffocation, Dying Fetus, Cannibal Corpse e altre autorità poco raccomandabili.
(Limb/Audioglobe) Cinque anni fa comprai con grandi speranze “Revolution rising”, il debut del supergruppo power transcontinentale Civilization One… e devo dire che fu una discreta delusione! Il power appena venato di progressive della band, capitanata dal singer asiatico Chity Somapala, si rivelò molto banale e scontato. In questo ultimo scorcio di 2012 i nostri, dopo uno split e la ricomposizione, ci riprovano con questo “Calling the Gods”: devo dire che le cose vanno meglio, anche se forse non ancora bene…
(Godeater Records) L’album in questione è del 2011 e nel prossimo aprile i Ctulu pubblicheranno il terzo album, “Seelenspiegelsplitter”. Nel mentre la band tenta di fare promozione, annunciando futuri eventi live e magari ripresentando quello che è ancora l’ultimo album. I tedeschi sono una band micidiale, una bufera continua. I Ctulu però non sono mai veramente sparati a mille, nelle loro tematiche lovecraftiane, e infatti si concedono anche sprazzi di epica, come la struggente e solenne “Nachtwind”. 
(Autoproduzione) Contorsione è un progetto del solo Franco Bonaccorsi, ex cantante dei Death Cell autori di un album prodotto da Paul Chain, e il quale ha già realizzato nel 2009 il lavoro “Tra le Onde”. Ora esce l’album omonimo e sempre in sintonia di questa fusione tra rock ed elettronica.
(Goomba Music / SPV Release) Un’improvviso salto nel passato. La totale devastazione di una band in giro da vent’anni. Parlo dei Crowbar. Parlo di una band le cui origini e carriera si mescolano con Pantera e Black Label Society. Un disco, questo “Obedience Thru Suffering”, originariamente pubblicato agli inizi degli anni 90
(logic(il)logic/Andromeda) I pugliesi Cancrena sono un thrash metal dai contorni texani. Southern. Anche se qualcosa, soprattutto con la gamma vocale di Francesco Morgese, ma non solo, mi ha fatto pensare ai Testament. Un thrash metal pulito che riprende il passato ma senza eccedere nel revival generico.
(Pure Steel/Audioglobe) Dopo quattro dischi di power metal teutonico, i germanici Custard sarebbero passati all’US metal: o almeno così dice il materiale promozionale. In realtà non sarei così drastico nelle distinzioni: in questo “Infected by Anger” si respira l’aria classica del buon metallo d’annata, che sia us power, power teutonico, heavy/power o quello che volete voi
(Horror Pain Gore death) La title track di questo album che arriva immediatamente dopo l’intro, mette in mostra un death metal oscuro dall’impeto inzialmente blackened, ma che va a cedere immediatamente il posto all’attitudine melodica che punta soprattutto a creare atmosfere. Il songwriting dei californiani Crepitus è questo, cioè un insieme di scenari nei quali melodie particolarmente intense
(Flix Records/This Is Core Music) Provenienti dall’album “Family, Music, Me”, uscito attraverso la Fastball/Sony Music nel 2010 e con l’assistenza di Clemens Matznick (Donots, Guano Apes, Revolverheld, Rammstein ecc.), gli svizzeri Cancer pubblicano un EP che lo si consuma come una lattina di bibita fredda in piena estate. Melodie semplici, pop punk come nell’opener “As Long As We Are One”
(Autoproduzione) Chaos Echœs è la rinascita dei Bloody Sign, band death/black metal francese arrivata al capolinea e dal quale sono scesi il chitarrista Kalevi Uibo e il batterista Ilmar Uibo, i quali fondano appunto i Chaos Echœs trascinandosi dentro questa nuova cosa Etienne Testart, altra chitarra (Children Of Doom, Evisceration), e il bassista nonché visual artist Stefan Thanneur.
(DysFunction Records) Il Ciementificio è in azione, le ciminiere fumano, qualcosa sta per accadere. “Marcia Marcia” nuovo lavoro dei pazzi abruzzesi. Nuovo lavoro per una band che è stata indicata con diversi aggettivi, ma altro non sono dei narratori, spietati e cinici, del mondo che circonda tutti noi. Sopra le righe per quello che dicono (ma sono sinceri e non diversi da molti di noi) e per come lo fanno