DIE KRUPPS – “Risikofaktor
(Synthetic Symphony) Dopo il singolo “Industrie – Mädchen” uscito nel 2012, i Die Krupps (o ciò che ne rimane) ne presentano un altro. Uscito il18 gennaio, “Risikofaktor” vede la title track e il remix di “Zwei Herzen, ein Rhythmus” e “Der Amboss”, eseguita all’Amphi Festival nel 2011. “Risikofaktor” è un brano vecchio stampo, cantato in tedesco, (altro…)
(Ukem Records) Presentati come “RAW FUCKING SCOTTISH BLACK METAL”, Asphyxiator e Necrotica non possono essere descritti meglio. Al massimo si può contestualizzare il loro black metal come quello dei Mayhem e Darkthrone della prima età. Asphyxiator, voce e batteria, Necrotica, chitarra e basso, fanno coppia dal 2009
(Shadow Kingdom Records) Thrash appena venato di heavy metal classico nel secondo ep degli inglesi Deceptor, che affiancano questo “Chains of Delusion” a due demo e un altro ep precedenti: manca ancora la pubblicazione del full-“length”. Sei i pezzi, ma due sono brevi intermezzi. Nonostante la pomposa presentazione, “To know Infinity” è thrash anni ’80
(Pure Steel/Audioglobe) Uno dei monicker più curiosi che abbia mai sentito è stampato su una delle copertine più kitsch che abbia mai visto (credo rappresenti il combattimento subacqueo fra un guerriero con spada fiammeggiante e un gigantesco tritone/polipo dai piedi palmati; l’autore è il blasonato Michael Welan, che ha lavorato anche per i Cirith Ungol). Ho fra le mani il secondo full-“length” degli inglesi Disarm Goliath, che la vulcanica Pure Steel stampa soltanto su vinile
(Dark Descent Records) Le trombe del giudizio universale, l’apprestarsi della fine. L’immagine di copertina è eloquente e saluta questo secondo full length dei finlandesi Desolate Shrine. Il death metal presentato è grigio, cupo, ma tendente agli scenari black metal e dunque con atmosfere cariche di tensione e malessere, avvolte da un clima estremamente dark e fino ad arrivare, in situazioni brevi, a passaggi doom, come per “Plane of Awake (Dreams Over the Angel – Serpent to”.
(Satanic Records) I Darkness di cui si parla sono quelli nostrani e nordici, autori di diverse release e con l’ossianico M. (The True Endless, Opera IX e altri) a fare il suo solito “sporco” lavoro. Black metal ferale, gelido e dannatamente old school. Una release questa che racchiude il nuovo MCD “Anti Human Life” e il demo del 2001 ” Let the Napalm Rain”. Il demo ha una qualità audio ovviamente approssimativa, tipica di una release underground.
(Heart Of Steel Records) Rock adulto per palati dai gusti delicati. Quarantacinque minuti di hard rock piacevole, mai estremo, sempre sublime, ricco, elaborato. L’italiano Alex De Rosso vanta una carriera ed una esperienza a dir poco enormi, le quali includono essere stato anche nella line up di acts come i Dokken. Ed è proprio questa esperienza a trecentosessanta gradi che converge in questo album, dove un hard rock melodico ricorda i grandi del genere, aggiungendo quel sapore moderno,
(Autoproduzione) Resto convinto che la scena metal dell’ex Jugoslavia sia uno dei territori più fertili dell’attuale panorama europeo, e a dimostrarlo ci sono oggi i Downcast Art; la band croata ha edito il proprio debut nel 2011, ma solo in questi mesi lo pubblicizza sistematicamente fuori dai patri confini. “Forbidden Memories” è un gothic metal di pregio, mai incline alle classiche brutture di questo genere e anzi colorato di alcuni elementi stravaganti che sono il valore aggiunto al risultato finale.
(Abduction Records) Questo trio di Seattle si dichiara parte di quella scena, ma a scanso di equivoci è meglio chiarire che ha ben poco del grunge, di quello che ne resta e di quello che lo ha seguito dopo gli anni d’oro. I Diminished Men sono un prodotto dell’underground, cresciuto poi negli anni, e questo secondo album è stato come sempre stimolato dalle idee visionarie e cinematografiche ed anche la loro biografia ufficiale lo lascia intendere.
(Lucifer Rising Records) Il profeta ha mentito. La profezia era falsa. O era errata. Il settimo sigillo doveva essere la fine di tutto. L’apocalisse di un inferno che durava da trent’anni. Ma il purgatorio è un posto strano. Deviato. Un luogo transitorio. Uscirne è possibile, forse verso un paradiso perdito, forse verso un la dannazione, un diabolico ritorno alla vita, all’agonia di una esistenza oscura, macabra, occulta.
(Let It Bleed Records) Credo che fosse da tanto tempo che non sentivo del death metal di questa portata. La label polacca Let It Bleed definisce i connazionali Dira Mortis come una brutal death metal band e l’aggettivo brutal potrei anche farlo passare, ma di loro c’è quella tipica sonorità densa, robusta e cavernosa, ma allo stesso tempo inquietante, vicina a quelle di Autopsy, Vader e Bolt Thrower. Questo vale per le distorsioni, ma il discorso compositivo tocca altre tematiche di riferimento.
(PRC Music) Si chiamano Doom’s Day e la copertina è quella, una specie di “Born Again”. La prima canzone inizia tra il suono della pioggia, i tuoni e una campana. La band canadese dunque dichiara immediatamente all’ascoltatore le proprie influenze, con i suoi toni doom e in parte heavy. Qualcosa di loro mi ha fatto venire in mente i Death SS. Le atmosfere sono quelle: pentacoli, croci, candele, maledizioni… musica terribile.
(Murdred Music) Quando “Fracture” da il via a questo debut album è da subito chiaro che si ha a che fare con una band di melodic death metal e hardcore. “Un’altra” ho subito pensato, ma nel mentre in cui i miei esausti neuroni (dai continui arrivi di questo tipo di proposta) formulavano il suddetto pensiero, istantaneamente si riconosceva ai suoni uno spessore e una definizione non comuni.
(Comatose Music) Di questa band nell’underground se ne stava parlando e se ne annunciava e salutava il ritorno con enfasi. I Dehumanized fanno parte della scena death metal newyorkese della metà anni ’90. Incisero un album ben quotato, “Prophecies Foretold”, e successivamente l’abisso del tempo ha inghiottito questi deather. La nuova proposta è un death metal brutale, molto gore nelle sue fattezze e con Mike Centrone che esprime un growl profondo e assassino.
(Indie Recordings) Non lo sapevo. Nessuno mi ha avvisato. Notizia bomba: esiste ancora musica che mi sorprende. Musica che fatico a capire, a posizionare sulla scena. Musica che pretende il mio tempo, la mia pazienza. Il mio impegno per potermi addentrare nei meandri di quel dedalo compositivo che è la sperimentazione musicale.
(Bleak Art Records) Dark Forest è una one man band proveniente dall’ondata black metal canadese che da qualche temo sta inondando la scena. David Parks si esibisce in tutti gli strumenti e la voce, per questo secondo album dai connotati pagan black metal. Le melodie struggenti ed arcaiche, l’impatto dei suoni feroci, i passaggi in stile Enslaved
(Abyss Records) I Daemonicus sono svedesi e lo sono fin dentro le note che compongono questo secondo album. Sonorità tra i Grave e Dismemeber (come per “A Dead Work of Art”, “Blood Red November (MDXX)”, tra le più smaccate) disseminate nel percorso, ma esiste anche del death metal meno “nazionale” per la band in questo “Deadwork”
(Nuclear Blast) Trentesimo inverno. Più freddo, rigido e mortalmente glaciale che mai. Danno la colpa ai cambiamenti climatici, inquinamenti, avvelenamenti. Sarà vero. Ma io accuso, anzi do il merito, una certa costanza, ad una cosa altamente inquinante che continua ad avvelenarci da parecchi decenni. La costanza del thrash metal teutonico. Un brand europeo che negli anni rimane sostanzialmente invariato
(Autoproduzione) Ep autoprodotto (ma ‘sponsorizzato’ dalla Metal on Metal Records) per l’esordio di quattro brani dei Demon Dogs. Una produzione abbastanza economica per questi americani dediti, come appare dal primo brano “The Others”, a un power/thrash che guarda agli Iced Earth (i riferimenti agli Slayer che i nostri fanno presente mi sembrano quasi del tutto assenti); molto bello il break che cambia tutto inserendo atmosfere rock.
(High Roller Records) Ricordo che un anno fa i Dr. Living Dead! nel loro
(Deepsend) L’anno che sta per terminare sarà ricordato con piacere dagli Deus Otiosus, in quanto sul mercato sono arrivati sia il primo album uscito, nel 2010, che il secondo intitolato “Godless”. Il primo ha ricevuto una nuova spinta promozionale da parte della FDA Rekotz, e del quale si è già detto
(Indie Recordings) La norvegese Indie Recordings devo riconoscere che presenta bene la suddetta band. Sono quattro ragazzi che a quanto si racconta provengono da diversi background musicali, ma nella sostanza è il punk il sentimento che prevale. Tuttavia il genere viene visto in chiave moderna, attraverso delle sonorità che vanno dall’alternative punk al grunge rock.
(Grom Records) Autori sei anni fa di un album e poi di un promo nel 2008, i croati melodic deather Defiant riescono a realizzare un nuovo album. Il sound pur essendo sul versante melodic del death metal è comunque aggressivo e corredato da un drumming robusto, abbastanza tecnico e che contribuisce a murare il sound dei pezzi. Il riffing è fatto di alta tensione, è continuo, dinanico, agguerrito e diversificato.
(code666) Metà album con sonorità doom, decadenti e improvvisi spunti black metal. Poi c’è l’altra metà che si rifà al black metal classico. Perché non fare due album distinti e separati? La freddezza di questa band islandese sembra avere una logica che mi sfugge e forse è un mio limite, ma “Sem Skuggin” non mi suona con linearità. La prima metà di questi 75′ totali gioca a salire e scendere di umore, tra suoni ombrosi, gelidi e tormentati.
(Pure Legend/Audioglobe) I tedeschi Dark Sky hanno iniziato come rockers nel lontano 1982, e dopo l’inevitabile split durante gli anni ’90 sono tornati alla carica con un sound sempre morbido, a tratti addirittura AOR, ma con una notevole attenzione al power più melodico. Nonostante non si tratti di una christian metal band, “Initium” (il loro quinto full-“length”) è un gradevole concept sulle ultime vicende umane di Cristo
(Cyclone Empire) Ventidue anni vissuti al rallentatore. Ventidue anni di esistenza pesante come un’infinita sofferenza, lenta come la morte, cadenzata come il ritmo di una marcia funebre. Eternamente confinati nell’underground, con una produzione lenta tanto quanto i loro ritmi doom, i Dawn Of Winter riescono ad arrivare al ventiduesimo autunno, con una line up praticamente indistruttibile ed inscindibile,
(AreaDeath Productions) I Dismantle sono in attività da poco più di un lustro, ma sono al secondo album oltre ad essere autori di diversi demo. Il thrash metal che suonano con entusiasmo e dedizione è tipicamente vecchio stampo. Thrash metal americano e con alcuni passaggi di natura teutonica. Questo è in buona sintesi la nuova prova della band californiana.
(My Graveyard/Masterpiece) Nel 1987 usciva l’esordio dei Dark Quarterer: stampato in sole 500 copie da una piccola etichetta toscana, mostrava al mondo le incredibili potenzialità del trio Nepi-Ninci-Serena e del loro epic/progressive metal, qualcosa di assolutamente inconcepibile per il mercato dell’epoca e ancora oggi praticamente senza eguali.
(TilziT Records) I Deformity provengono da Kaliningrad, Russia, e sono autori di un thrash metal old style molto vicino ai Metallica (soprattutto) e gli Slayer. Le due band dominano il riffing dei Deformity. In particolare i Metallica compaiono anche grazie al fatto che il cantante è un figlio diretto, vocalmente, di James Hetfield. Ascoltare “Alone” significa avere la sensazione che il brano sia un refuso dei ‘Tallica.
(AreaDeath Productions) I Dismantle sono in attività da poco più di un lustro, ma sono al secondo album e autori di diversi demo. Il thrash metal che suonano con entusiasmo e dedizione è tipicamente vecchio stampo. Thrash metal americano e con alcuni passaggi di natura teutonica. Questo è in buona sintesi la nuova prova della band californiana.
(Candlelight) Il ritorno dei Daylight Dies è un ritorno del doom e del death metal che vanno a braccetto, conversando amabilmente tra loro e lasciando una scia di nove pezzi in questo cammino chiamato “A Frail Becoming”. Gli statunitensi montano nella musica una produzione ottima, perché oltre a rendere udibili tutti i suoni li presentano nella loro essenza, evitando troppe levigature e offrendo quel giusto impatto metal.
(Selfmadegod) Questa raccolta è di una zozzeria indicibile! Se siete dei deather vecchio stampo, se adorate copertine truci ma dozzinali e testi anticristiani, irriverenti e marci allora un pensiero per questa compilation dei Decrepitaph potreste farlo. Raccoglie i pezzi inclusi in vari split, 7″ e uno proveniente da un live in Texas. I compagni che coabitavano in quelle release condivise sono Anatomia, Eternal Solstice, Eroded, Father Befouled,
(Total Metal Records) Ricordo ancora il comunicato stampa dell’etichetta che annunciava l’album degli ucraini Dimicandum (significa “deve lottare”) e in esso avvertiva che i testi (non in mio possesso) affrontavano tematiche degli antichi miti e filosofici e delle ultime scoperte scientifiche. Argomenti profondi e complessi, per musica che mette sullo stesso piano nu metal, melodic death metal e gothic.
(Nuclear Blast/Audioglobe) Due mesi dopo l’ep apripista, arriva negli stores il nuovo disco di Doro Pesch, il primo ad essere edito per la Nuclear Blast; ma il cambio di etichetta non ha mutato di una virgola lo stile e le caratteristiche del sound. Come sempre il disco è composto da molti brani, ben 13, tutti brevi, immediati e subito fruibili. Di alcuni, fra cui la titletrack, abbiamo già parlato nella recensione dell’ep, alla quale
(Autoproduzione) Secondo una mia personale teoria, le band di metal estremo che hanno un nome che termina con la “y”, hanno (molto spesso) un sound mostruoso, ruvido e rozzo. Cioè band con gente che bada al sodo, senza compromessi. Chicago è la terra che ha dato i natali a questi quattro brutal death metaller, ancora acerbi e scossi da cambi di line up, ma con un full length alle spalle (“Mind Deterioration” del 2012)