FLOTSAM AND JETSAM – “Ugly Noise”
(Pledge Music) Voglio essere subito chiaro: chi, per l’ennesima volta, si aspetta un album come “Doomsday for the Deceiver”, “No Place for Disgrace” o “ When the Storms Comes Down”, rimarrà completamente deluso. Deluso a causa di una cronica mancanza di informazione. I Flotsam and Jetsam sono una band diversa dalle origini, e lo sono da molto tempo. Le prime marcate evoluzioni, ritengo, si ebbero con “Cuatro” e “Drift”. Una potente riscrittura della propria identità è poi palese con il bellissimo “The Cold”. (altro…)
(Autoproduzione) I Formis sono una bilanciata espressione tra death e thrash metal, e il collante dei due elementi di base è il progressive o comunque un atteggiamento technical. I due generi si accavallano, la zona di confine è per lunghi tratti indefinibile, ma la continua evoluzione delle note, il fiorire di passaggi impetuosi o ragionati, sfaccettati o potenti, fanno di questa release di debutto un qualcosa di interessante.
(Massacre Records) I Farewell To Arms sono una band di melodic death metal e con aspetti metalcore disseminati nel corpo delle canzoni. “Perceptions” è la tipica release da calderone. Scale melodiche, progressioni di accordi, i breakdown, passaggi con tanto groove, il cantato in scream e i contrappunti vocali clean. Tutto molto regolare e già sentito. Ci sono canzoni di interesse come “Scarless”, “From Init to Exit”, “Rejected”, la title track, le quali si impongono all’attenzione più per le strutture che per le melodie.
(Cyclone Empire) Un’alone di oscurità e malinconia, tipico del death metal melodico svedese, si mescola con una certa dose di cattiveria, vagamente ispirata al blackned death metal. Questo è il quarto album dei tedeschi Fragments Of Unbecoming. Una maturazione artistica che denota una consapevolezza compositiva, dove vengono fatte scelte mirate alla qualità complessiva della canzone, senza inutili aggiunte che fanno perdere il filo, o che rischiano di togliere potenza al risultato.
(Murdered Music) In attesa di pubblicare il terzo album, questo trio di Giaveno (TO) pubblica un EP di 4 pezzi. “Armored” è l’anticipazione di ciò che i Fragore costruiranno nel prossimo lavoro, oltre a presentare il nuovo bassista, cioè Andrea Lorenti. La release possiede un sound molto moderno e con un impianto elettronico di base che caratterizza e condiziona i pezzi. Ovviamente siamo nel thrash/nu metal, ma l’elettronica da un aspetto particolare alle canzoni.
(Autoproduzione) Riconosco che ho una certa simpatia per quelle band al debutto e che presentano un ottimo lavoro, attraverso info e bio accluse che vengono riempite con riferimenti ai loro modelli di stile. E’ pur vero che molto spesso questi riferimenti a band e artisti importanti sono mirati alle redazioni nelle quali il lavoro delle band arriva
(Napalm/Audioglobe) Ammetto che fino a ieri non mi ero avvicinato ai Finsterforst: troppo black nel loro pagan metal per i miei gusti! Tuttavia alla notizia dell’uscita del loro terzo disco ho voluto dare una chance ai tedeschi, e ne sono rimasto così positivamente sorpreso che credo mi procurerò anche i loro vecchi lavori… “Nichts als Asche” spiazza subito con i suoi 13 minuti di durata: si passa da toni quasi progressive ad altri folk
(Grau) Senza fretta. Da quant’è? Forse dieci giorni che ascolto solo questo disco. Un funerale non corre veloce. E alla morte, se permettete, lascio il suo ritmo, la deviata misura del tempo. Una lancetta tagliente come una lama, che gira su un orologio che miete inesorabilmente ogni secondo di una vita che si consuma. Un album dannatamente complesso. Impegnativo e complesso.
(This Is Core Music) Questi ragazzi della provincia di Gorizia si dedicano ad una specie di melodic hardcore all’americana, di conseguenza le canzoni sono quei motivetti ben fruibili e di immediata assimilazione, soprattutto quando la band si rivolge ad un pop-punk a buon mercato, come in “Going to California (Thanks to Danielle)” e “Girls vs Nintendo (Tale of a Nerd)” ad esempio.
(Eastworld) Avverto tutti coloro che hanno passione verso i Focus che “X” è un vero album della band. Al di là di quello che leggerete in queste righe o altrove sappiate che “X” rappresenta totalmente i Focus o per lo meno quello che ne è rimasto e che ancora va avanti. Il sound c’è, fatto di escursioni strumentali raffinate, tra il jazz e il rock progressivo e con quei toni cari alla band olandese. 
(Steamhammer/Audioglobe) Secondo disco per il supergruppo svedese di heavy metal rock che raccoglie ex-elementi di Hammerfall, Malmsteen e Dream Evil, “Next Level” non è un capolavoro, ma sicuramente un platter che si fa ascoltare con piacere! I 13 brani in scaletta sono mediamente brevi (soltanto in due casi si va oltre i cinque minuti) e di fruizione immediata.
(Limb/Audioglobe) Eh sì, in questi tempi così difficili per il power metal c’è davvero bisogno di una leggenda in cui credere! E per i nostri scopi va benissimo quella raccontata dai Fogalord, creatura del tastierista dei Synthphonia Suprema Dany All, qui al debutto assoluto. Per la produzione di Frank Andiver (che mi è sembrata molto più boombastica del solito) partecipano al progetto, in qualità di guests, anche Pier Gonnella,
(This Is Core Music) Questa band è alla prima incisione che abbia veramente le spalle coperte. Ovvero è seguita da un’etichetta importante e dalla sensibilità spiccata per le nuove tendenze e una promozione capillare. I ragazzi romani nascono tirando avanti con il suonare pezzi dei Blink 182 e legittimamente col tempo è arrivato l’impulso di suonare qualcosa che fosse composto da loro stessi.
(Grom Records) Conoscete il danese Fjorgynn? Ha suonato nei Mzoraxc e nei Purification Commando (una band micidiale), ma da qualche anno sta provando a far crescere questo suo progetto solista. “Legions of the North” già dal titolo e dalla copertina lascia ben capire il suo orientamento. Fjorgynn suona black metal, ma le radici sono quelle viking, per via delle sue melodie molto epiche ma non affiancate da quelle pacchiane idee folk.
(Autoproduzione) Pura paranoia. Suoni cupi, oscuri, occulti. Un devastante amalgama di doom, sludge e black metal. Suoni oppressivi, cantato che spazia dal death al black. Inquietanti organi, chitarre mostruosamente pesanti. La luce non penetra attraverso le onde sonore emesse da questo trio di Varese. Un progetto completamente autoprodotto (la band è alla ricerca di una etichetta per la produzione del full length sul quale stanno lavorando), ma di ottima qualità: i suoni sono definiti,
(Slow Food play fast) I toscani Fallen Fucking Angels sono notissimi veterani della scena speed italiana e dal 1997 a oggi hanno dato alle stampe una messe considerevole di demo, split, live e album a pieno titolo. “Italian Restaurant” è il terzo di questi ultimi; al nucleo storico, costituito dal batterista e vocalist Filippo “Butch” Belli e dal chitarrista Stefano Giusti, si affiancano ora il bassista Leonardo Tomei e il giovane guitar hero Alberto “GlamChild” Moriani. Vediamo i più significativi dei brani in scaletta. “Annapurna” ha tutte le caratteristiche del buon vecchio speed (appena sporcato da schegge di thrash): batteria come un martello pneumatico, chitarre ‘zanzarose’, voci urlate e sgangherate.
(Hellthrasher Productions) Sensazioni malvagie che si materializzano nel profondo subconscio e che emergono come un’eruzione apocalittica attraverso i sensi, emergendo sotto forma di urlo liberatorio, violento e devastante. Un nuovo malefico progetto dalle menti che già hanno dannato il mondo con Putrified ed Infuneral. Produzione a cura di Devo (Marduk, Nefandus ecc). Trentatre minuti di black metal potente e furioso, ma sempre caratterizzato da una componente melodica,
(SoulFood Music) Eldur (il suo nome è Einar Thorberg) ha concepito i Fortid e ha poi deciso di sviluppare una discografia imperniata su Völuspá, un poema della mitologia norrena. E’ nata una trilogia iniziata con il primo album nel 2003 e conclusasi poi nel 2010. “Pagan Prophecies” è dunque il quarto album e già dal titolo e copertina, nella quale campeggia una runa stilizzata, si capisce come l’elemento mitologico sia la base del concetto musicale dei Fortid. Il sound è caratterizzato dal black metal, spesso sottolineato da blast beat feroci e di precisione impressionante
(Dark Descent Records) Un sound cupo e marcescente, creato grazie ad un drumming robusto e insistente. Le chitarre sono dei machete affilati, tagliano e spaccano ogni cosa, in questo scenario che puzza di morte e sepolture. C’è da prestare molta attenzione a questo lavoro dei Father Befouled, per riuscire a farlo diventare proprio, già dopo le prime due canzoni c’è un che di stantio e immondo, ma a furia di calarsi in questo inferno sonoro ecco spuntare una serie di limature interessanti che brillano in questo death metal dall’avvincente tocco old style.
(Autoproduzione) I Flyzone hanno il rock nel sangue e lo suonano proponendolo con diverse caratteristiche: componente melodica, distorsioni graffianti, variazioni di stile, immediatezza, base ritmica puntuale. Lo si capisce già dall’opener “Katrina”, la quale propone riff quasi grunge, anche se il ritornello è più tipicamente pop-rock. Anche “Wake Up” è un rock tenue
(Cumpa Records) Contrariamente al nome francese questi FinDuMonde sono argentini e suonano un death metal che trasuda groove in continuazione, attraverso riff death metal che fraternizzano appunto con il groove metal e dunque il thrash e qualche buona dose di hardcore. Un sound non proprio netto, ma potente, robusto ed accentuato in questa sua caratteristica dal cantato torvo e growl di Cristian Rodriguez.
(Grindscene Records) Una vita breve quella degli inglesi Flayed Disciple, ma dal 2008 ad oggi hanno realizzato due mini album e finalmente il debutto. “Death Hammer” ha quel tipico sound death metal più incline alla matrice europea, ma non per questo esente da influenze tipo Six Feet Under. Death metal robusto ma con massicce dosi di thrash metal e hardcore infilate in ogni angolo.
(Abyss Records) Micidiali, potenti, spietati, insomma death metal. Perché i Fetus Stench sono questo: la classica band death metal e cosa mai potrebbero essere con quel nome? Il loro sound non fugge in ibridi, nuove tendenze, annacquamenti, ma è la totale prosecuzione della scuola death metal. Blast beat che variano nella velocità, improvvisi mid-tempo che ospitano assoli truci.
(Crucial Blast) Funerary Call è la porta dell’abisso. Il progetto black ambient/experimental black metal di Harlow MacFarlane (di Vancouver) ritorna a dare voce agli incubi e i terrori dell’umanità, attraverso tre pezzi che, sommati insieme, arrivano a quasi 40’. Minuti fatti di dissonanze e distorsioni delle chitarre, ma anche di elettronica tenebrosa , violini e flauti.
(Autoproduzione) Lo diresti che la Calabria può essere una terra di malinconia e oscurità? Ho avuto il piacere di trovarmi, pochi anni fa e per poco tempo, nei luoghi dei Forgotten Hope e la loro musica me li ha riportati alla mente. Le evocazioni iniziano da “Devoid of Wisdom”, intro-brano di oltre 3’ giocati su un pianoforte malinconico e scintillante.
(Pure Undeground Records) I Fiakra, del New Jersey, sono la nuova incarnazione degli Hexen, che nel 2008 diedero alle stampe un full-“length” prima di cambiare nome (il nuovo significa ‘corvo’ in celtico). “Invasion” costituisce quindi a suo modo un debut di heavy/power/speed metal, naturalmente così underground che piacerà moltissimo a chi è rimasto (almeno mentalmente) negli eighties.
(Seven Kingdom Records) I Forefather non hanno mai sfondato, questo è noto: ma Wulfstan e Athelstan, i due fratelli inglesi che compongono la band, possono guardare con orgoglio, e forse un po’ anche dall’alto in basso, tantissime formazioni pagan o viking che hanno avuto più successo di loro. “Last of the Line” è il sesto album e prosegue la tendenza relativamente ‘morbida’
(High Roller Records) Esce in vinile e per la High Roller Records, figlia della tedesca Pure Steel, questo macigno di energia hard ‘n heavy. I quattro lerci e storici laziali suonano undici pezzi in circa trentasette minuti alcolici, dando sfogo alle loro chitarre e cavalcando la furia della batteria e del basso. Spaccano di brutto, rievocano un riffing in stile NWOBHM (“Satan vs God”), dell’hard rock (“Metal Bullets”, “Black Widow”)
(Steamhammer SPV) E’ la first lady del metal. La regina dell’hard rock. La sua carriera è unica, esemplare. Nessun’altra donna ha mai avuto il carisma, l’energia, l’anima dannata dal rock ‘n’ roll come Lita. Lita si confessa. Si apre. Un regalo al suo pubblico, un album intimo, quasi autobiografico, un eterno legame con uno stile di vita, un obiettivo nella vita, una ragione di vita. Ha lavorato con creature oscure come Nikki Sixx e Ozzy Osbourne. Ha 54 anni.
(Total Metal Records / More Hate Productions) provengono dalla periferia dell’impero del melodic death metal i Flying, infatti sono ucraini e si dedicano al genere ormai da molti anni, realizzando diversi lavori. Pur esibendosi in un territorio stilistico che ha già partorito tanti figli e album, i Flying hanno comunque dato vita ad un lavoro di buona fattura e ben suonato.
(AFM Records) Coloro che seguono da sempre i Fear Factory, coloro che hanno la passione dei Fear Factory, coloro che ne hanno stima possono tranquillamente andarsi a comprare questo nuovo album di Dino Cazares e Burton C. Bell, e di chi li accompagna. La Fabbrica ha realizzato un nuovo prodotto, indubbiamente con il logo Fear Factory stampato sopra, quindi è tutto nella norma.
(Rising Records) I thrashers di Lublino, Polonia, pubblicarono questo lavoro nel 2011, verso l’estate, ma solo ora stanno riuscendo ad avere una distribuzione (o ci continuano ancora a lavorare) e risonanza maggiore. Se lo merita questa band che è nata nella seconda metà degli anni ’80 ( e si racconta che siano tra i primi della loro città a suonare il thrash) e che ha sempre inciso lavori di piccolo cabotaggio, i Fanthrash con “Duality of Things” siglano il debutto,
(Horror Pain Gore Death Prod.) I Fisthammer giungono da Philadelphia e suonano un impressionante death metal. Impressionante per qualità, potenza, cattiveria, purezza dei suoni e tecnica, per la maturità e consistenza della musica suonata. Sebbene vi sia qualche rimando ad altri, la cosa non produce effetti collaterali, visto che le diversità di questi rimandi portano i pezzi a porsi con identità diverse
(Street Symphonies Rec./Atomic stuff) Cavo dell’alta tensione strappato violentemente dal suo traliccio. Impazzito si dimena come un serpente dalla testa mozzata negli ultimi spasmi di vita. Scariche elettriche che colpiscono ed inceneriscono. Energia pura scatenata, incontrollata, impazzita. Elettroni che seguono il loro destino frettoloso, cariche elettriche che viaggiano a folle velocità, colpendo ed annientando tutto ciò che incontrano.