CARCASS – “Torn Arteries”
(Nuclear Blast Records) Esteti della violenza e del sangue, quanto fautori di discorsi musicali percorsi da ironie balorde e grossolane. I Carcass ritornano (altro…)
(Nuclear Blast Records) Esteti della violenza e del sangue, quanto fautori di discorsi musicali percorsi da ironie balorde e grossolane. I Carcass ritornano (altro…)
(Saturnal Records) Inizialmente i Solacide somigliano molto ai Dimmu Borgir di “Puritanical…”; poi, dalla seconda traccia senti che qualcosa cambia: meno oscurità, più propositività nelle tracce, più personalità. (altro…)

(Redefining Darkness Records) Black Mass… moniker forviante, visto che di band con questo nome ce ne sono tante. Questi in esame sono americani, si sono formati nel 2012 e questo è il loro terzo lavoro, il primo accasati nei paraggi della Redefining Darkness, un album che non passa certamente inosservato. (altro…)
(Gates of Hell Records) L’EP di debutto dei Blazon Rite (recensione qui) non era passato inosservato, nel bene e nel male: ben poche band hanno un sound simile a quello di questi ragazzi di Philadelphia… il debut è leggermente più ‘ordinato’, ma sempre molto particolare. (altro…)
(Long Branch Records) Allora… cosa abbiamo qui? Un quintetto di svedesi agguerriti e iracondi, cattivi come non mai ma capaci pure di dimostrare il loro lato più tranquillo grazie a parti melodiche che vanno ad incastrarsi in strutture tipicamente death, in cui riff chirurgici intrecciano melodie orecchiabili che ti si stampano abbastanza in fretta in testa. (altro…)
(Petrichor) I Saturnian Mist non sono gli ultimi arrivati nella scena black metal europea. I finlandesi nascono nel 2006, pubblicano tre album con “Shamatanic” e diverse altre pubblicazioni di piccolo cabotaggio. Nonostante siano definiti dai più, forse anche da sé stessi, come una black metal band, i finlandesi sembrano mostrare qualcosa di (altro…)
(Emanzipation Productions) Eccolo l’Armageddon, reso materialmente vero quanto udibile dai Tardus Mortem! Un caos sonoro di oltre cinquanta minuti, nei quali la band della Danimarca sprigiona un sound estremo con indissolubili elementi black metal quando death metal. Il tutto però è un ribollire caotico, con una (altro…)
(Nuclear War Now! Productions) Già dalla copertina si poteva intuire che questo disco non poteva essere per tutti. Ed infatti, puntualmente, mi ritrovo a gestire musicalmente una intro che, almeno nella parte iniziale, risulta alquanto cacofonica, salvo poi virare in una lunga traccia articolate, di lovecraftiana memoria, dove non si può non evocare nella mente divinità contorte e aliene, pronte a concepire nuove forme di dolore per la razza umana. (altro…)
(Century Media Records) Sven de Caluwé ci crede da 26 anni e manda avanti la baracca Aborted con la stessa tenace, ostinata forza che esprime in sede live. Il cantante belga e mastermind della band per il nuovo album “ManiaCult” inserisce atmosfere oscure e le tipiche sfumature di estremismo legate a ombre e insanità. Il (altro…)

(Argonauta Records) “Away” è un pacchetto tutto italiano: i romani Solar Mantra pubblicano il loro primo possente album per la connazionale Argonauta Records! (altro…)

(Seance Records) Formatisi nel 2003, dopo un periodo produttivo che ha visto la pubblicazione di cinque dischi in meno di dieci anni, l’ultimo dei quali “Ephemeral” (recensione qui) uscito nel 2015, gli australiani Pestilential Shadows sembravano scomparsi, relegati in un oblio di silenzio, ma ora eccoli riemergere, dopo ben sette anni, fieri e letali, con questo nuovo imponente lavoro. (altro…)
(Nightstrike Records) I canadesi Bloodsport sono al secondo EP, e la loro missione è pura e semplice: cantare la gloria di Jean-Claude Van Damme e degli action movie dei tardi ’80! I due brani qui presentati, la (altro…)
(Pride & Joy Music) Indovinate cosa accade se mettete insieme, in una nuova band, membri degli Altaria (il bassista Marko Pukkila) e dei Celesty (il frontman Kimmo Perämäki, che però ha da tempo lasciato la band)? Beh, non può che uscirne un altro disco di melodic metal scandinavo! I (altro…)
(Primitive Reaction) I finlandesi Azazel sono davvero un’entità curiosa. Sì perché, a discapito di una data di formazione che sfiora i tre decenni (1992), il primo album ufficiale del gruppo risale solo al 2012, seguito poi nel 2015 dalla loro seconda opera e raggiunto adesso da questo disco, opera terza. (altro…)
(Autoproduzione) Per il proprio esordio i Ground-Force, che vengono nientemeno che dal Bangladesh, hanno fatto decisamente le cose in grande: “Tree of Life”, organizzato attorno a un concept fantascientifico/distopico (che ho letto nella sua interezza qui), viene offerto in tre differenti versioni (una cantata in inglese, una in bangla (altro…)

(Dark Essence Records) Ecco che la Dark Essence sale in cattedra per insegnare un altro capitolo di storia, la storia della musica estrema. Ai più, questi If Nothing Is possono risultare sconosciuti, dopotutto hanno pubblicato un solo album, omonimo, ben sei anni or sono. (altro…)
(Petrichor) La fiera e spaccona esuberanza del crossover tra thrash e hardcore rinvigorita in questo album di debutto dei Perfect World. La band di Brooklyn sfodera suoni possenti spalleggiati da ritmiche (altro…)

(Non Serviam Records) È brutale questo sound che tuona con fragore dalla fredda Svezia. Terzo capitolo per una band che si rinnova profondamente: nuovo batterista, ovvero Nils ‘Dominator’ Fjellström (dei Nordjevel, tra le altre band, oltre che ex-Dark Funeral), nuovo vocalist e autore dei testi, Talon (Cemeterius, ex Bloodshed), ed il bassista estone Dipa (ex Bloodofjupiter). (altro…)

(Iron Bonehead Productions) Non si ferma la one man band australiana Runespell, pubblicando il quarto lavoro dal 2017 in poi, un costante incedere intervallato solo da uno split con i Forest Mysticism (recensione qui). (altro…)

(Indie Recordings) Duo norvegese che cambia line up rispetto al precedente “Forget The Past, Let’s Worry About The Future” (qui e qui). Resta lo stupefacente vocalist, e mastermind, Petter Carlsen, ma alle pelli entra in gioco Gøran Johansen, iniettando nuova energia in questo progetto che prende metal, rock e punk e li trascina senza rispetto in qualsivoglia direzione alternativa, moderna, intricata, molto sfuggente ed intelligentemente inclassificabile. (altro…)
(Autoproduzione) Ormai nel mondo metal si ristampa qualunque cosa: ma non avevo mai visto un ‘quinto anniversario’… vabbè, perdoniamo gli onesti romeni Scarlet Aura, che evidentemente volevano riempire il vuoto causato dalla pandemia e far circolare di nuovo il loro secondo disco (il primo in lingua inglese), qui ri-registrato. (altro…)
(KVD / Kartel Music Group) Kat Von D, ovvero Katherine von Drachenberg, è una modella, tatuatrice, creatrice e stilista di make-up, anche un personaggio della TV tra le tante cose. Ora è anche cantante. Studiato canto anni fa e collaborato con Linda Perry – colei del brano “What’s Up? Dei 4 Non Blondes – ha poi continuato con (altro…)
(Silver City Records) Dopo “Hot’n’Heavy” e “Stormbreaker”, i rumeni Scarlet Aura completano la propria trilogia (tre dischi e tre libri fantasy, scritti dalla singer Aura Dănciulescu) con questo “Genesis of Time”, che sposta ancora il sound della band verso il gothic boombastico. A testimoniare la magniloquenza del nuovo (altro…)

(Personal Records / Gurgling Gore) Due etichette in cospirazione per la pubblicazione del debutto di questi esseri oscuri provenienti dalla Florida, su CD, cassetta e pure vinile. La band, composta da membri degli Hot Graves, esiste da un paio di anni e vanta un bel po’ di EP, singoli, split e compilation… tutte edizioni che finalmente trovano la convergenza in un album penetrante, incompatibile con la vita e l’aria respirabile. (altro…)

(Robustfellow) Giungono al quarto album i psych rockers ucraini Straytones, confondendo in maniera brillante qualsivoglia idea concepita per ben definire il loro sound. (altro…)
(Cherry Red Records) Giunti al trentaquattresimo album, cosa resta oggi degli Hawkwind? Di certo Dave Brock, l’unico membro dei fondatori rimasto, mentre sono andati via da purtroppo da lungo tempo tanti altri. Alcuni di essi sono partiti per l’ultimo viaggio, come Huw Lloyd-Langton, Ian “Lemmy” Kilmister (cioè quel Lemmy dei Motörhead), Robert (altro…)

(Sun & Moon Records) Siglano il quarto sigillo gli svedesi Anguish, dopo vari cambi di etichette, approdando forse alla più indicata per diffondere il loro doom dai connotati death, particolarmente esaltato in tale direzione dal growl del vocalist J. Dee (anche nei blacksters Ondskapt), il quale conduce la band verso un allontanamento dal doom più classico suggerito dalla componente musicale dei brani. (altro…)

(Sun & Moon Records) In quasi un decennio di attività i doomsters australiani Lucifer’s Fall hanno pubblicato una miriade di titoli: EP, split, live, demo, pure una compilation… anche due full length agli inizi… ma solo ora, a distanza di cinque anni dal precedente “II: Cursed & Damned”, dissotterrano finalmente il terzo album, questo monumento al doom classico, questo “III – From the Deep”, un album che veramente viene dal profondo dei miasmi del doom più tradizionale, più ortodosso, quello dei grandi, quello di bands quali Reverend Bizarre, Cathedral, Church of Void, Lord Vicar o Cardinals Folly. (altro…)
(Autoproduzione) Finanziato da un crowdfunding, arriva sul mercato il quarto album dei power/progsters ucraini Sunrise: ricordo ancora il loro secondo disco, “Trust Your Soul”, uscito per la gloriosa Heart of Steel nel lontano 2009, che mi colpì positivamente. (altro…)
(Indie Recordings) Se si tenta di mettere insieme un compositore di colonne sonore per la TV, il chitarrista dei Nile Sanders e il batterista dei Megadeth, è logico aspettarsi qualcosa di schizofrenico e instabile. (altro…)
(Blood Harvest Records) Split tricolore… ma la bandiera non è quella italiana, bensì una simile, ossia quella messicana. Dal caldo Messico vengono infatti i due gruppi qui impegnati a dividersi uno split estremo. (altro…)
(Pure Steel Records) Accanto al primo EP di questi svedesi, “Master Of Evil”, la Pure Steel rimette sul mercato anche il full-length di debutto dei Mindless Sinner, datato 1986 e incorniciato da una copertina che definire kitsch sarebbe riduttivo. (altro…)
(Pure Steel Records) Gli svedesi Mindless Sinner avevano fatto a tempo a pubblicare il proprio nuovo disco, “Poltergeist”, prima della pandemia: mentre che il mondo metal riparte, la Pure Steel Records ha ben deciso di ristampare le primissime uscite della band. (altro…)

(Hummus Records & Two Gentlemen) Franz Treichler della industrial rock band svizzera The Young Gods, stringe un patto con Emilie Zoé e Nicolas Pittet, dando vita a questo progetto denominato semplicemente (e misteriosamente) “/A\”, il quale debutta con un sorprendente album omonimo, sette tracce di jam session senza confini, musica eterea e sensuale, atmosferica e suggestiva… (altro…)