NECROCURSE – “Grip of the Dead”
(Pulverised Records) L’etichetta di Singapore Pulverised Records è ormai un’istituzione nel portare avanti il discorso dello swedish old school death metal, di conseguenza trovano posto nel roster i Necrocurse. Svedesi, ruvidi, con quelle loro tipiche distorsioni e uno stile che ricalca fedelmente (altro…)
(Autoproduzione) Nader Sadek è un progetto musicale nel quale si sono incontrati Flo Mounier (Cryptopsy), Blasphemer (Aura Noir, Ava Inferi, ex-Mayhem), Novy (ex-Behemoth, ex-Vader) e Steve Tucker (ex-Morbid Angel) e poi anche Sean Frey, chitarrista dal vivo, e Carmen Simoes
(Coroner Records) Fa piacere trovare l’uscita di un musicista che non si possa definire solo come tale. Alessio NeroArgento è un tastierista, ma anche autore, compositore, produttore e sperimentatore di nuove sonorità e strumenti. Collaboratore di Diasarmonia Mundi, membro dei The Stranded
(BRC) Sbocciati da un passato glam, anzi cover-glam, gli Italiani Noise Pollution arrivano al debutto nel 2011 con questo full length che ha aperto loro diverse porte, tra queste suonare con i Black Stone Cherry e gli Hardcore Superstars. Autori di un hard rock brutale, che non mantiene più alcun legame con il glam,
(Kaotoxin Records) I Nolentia sono al secondo album e ad una buona manciata di esibizioni live, alcune fatte con gente del calibro di Brutal Truth, Exhumed e Disgorge. I tre francesi si esprimo attraverso il grindcore, loro genere di base, e tirano avanti con inserimenti crust/hardcore e death metal.
(STF) I Nailgun sono già autori di “Paindustry”, del 2011, e in questo nuovo album propongono un sound sommariamente power thrash metal, con linee melodiche ben pronunciate. Credo che la musica di questa band nasca attraverso due riferimenti principali, cioè i Metallica e i Nevermore.
(Listenable Records) Questa band svedese di doom/stoner ha sicuramente il nome più lungo che mi sia capitato di incontrare! “The cosmic Child” è il loro secondo album e si compone di sei tracce, quattro delle quali sono delle lunghissime litanie dai toni mistici e magici. Se ascoltando “The great Leveller”
(Autoproduzione) È un sound seminale quello dei Naga, c’è in esso qualcosa di rarefatto o di non ancora definitivo. Il tutto è arruolato da un genere sludge/doom. È un sound che l’ascolto ti lascia pensare a scenari industriali, edifici abbandonati… un mondo in rovina. È un demo, rintracciabile su
(My Kingdom Music) Ho perso la memoria di quell’ottimo lavoro che fu “Cities and Faces”. Era il 2001 e lo ascoltai casualmente e soprattutto perché molti dei Nude erano personaggi noti. Antonio Pucciarelli (i favolosi, e visti tante volte live, Undertakers e trascorsi black metal), Fabio Calluori (Heimdall) e
(Greyhaze Records) Nuovo album della spietata e ben quotata band brasiliana Nervochaos. “To the Death” è una incursione nel death metal più truce e potente, più o meno nella scuola dei Cannibal Corpse. Il riffing è lineare, pur ritrovandosi con una dose di potenza e cattiveria.
(Autoproduzione) Sono degli esordienti quasi assoluti, i marchigiani Nightland, ma non lo danno assolutamente a vedere: anzi, il loro secondo ep (il primo è del 2011) suona potente e professionale come non mai! Sono cinque i brani di questo “In solemn Rise”, power/folk/death (o forse… battle metal?) all’ennesima potenza: mentre la titletrack e la splendida “Knights of the dark Empire” hanno un impianto 100% Children of Bodom, con potenti spunti death dominati dalle tastiere,
(Crash & Burn Records/Arcane Witchcraft Coven) Rilassatevi. Chiudete il mondo fuori. Abbandonatevi alle pagine di un libro e, per un momento, lasciate che la vostra mente componga la colonna sonora di quell’avventura epica che state per assorbire, pagina dopo pagina. Oppure, immaginate quell’emozione costruita da centinaia di introduzioni epiche, cavalleresche, piene di energia, create per molti album, quei pezzi orchestrali, quelle piccole opere che spesso durano troppo poco, o che finiscono diluite tra chitarre distorte e possenti voci in canzoni veloci, violente, oscure, metalliche.
(AFM Records) “Endzeit” è uscito un mese prima del giorno in cui molti hanno voluto credere, far credere, ricamare che il mondo finisse, perché il calendario della meravigliosa civiltà Maya terminava. Si, per ricominciare però. Così come termina un giorno alle 24 e ne inizia un altro. I tedeschi nulldB hanno dunque cavalcato l’onda comunicativa di quell’evento fittizio, pubblicando un album che significa appunto “fine del mondo”. Gli esponenti della Neue Deutsche Härte da buoni teutoni cantano in lingua
(Indie Recordings) Seconda prova per questa band che vede musicisti passati (o ancora in essere) per band come Mayhem, Gorgoroth, Dødheimsgard, 1349, God Seed e altri. Gente tosta e che ha costruito le fortune del black metal. Teloch (chitarra e basso) diede vita a questo progetto in solitario, addirittura nel 1992. Poi col tempo le cose sono andate avanti e cresciute. Sono arrivati il singer El.Cpt.Estrella Grasa (vacci a capire chi è veramente), il chitarrista e bassista Blargh (ora nei Dodheimsgard)
(Autoproduzione/F.O.A.D.) I piemontesi Nerocapra hanno qualcosa di innaturale dentro la loro musica. C’è qualcosa di questo death metal che sembra appartenere a sfere non consuete. Un qualcosa di esoterico? Beh, il nome è suggestivo, i testi, in italiano e inglese, menzionano spesso il sangue, l’omicidio rituale e forse non solo quello, c’è anche qualcosa del totalitarismo. Mirco Rizzi e DNE sono le chitarre e voci, B la batteria e il sound è un death metal molto grezzo, primordiale.
(This Is Core) Il popo-punk di fattura americana, particolarmente della California, sta dilagando anche nello Stivale. ovviamente la proposta arriva attraverso band giovani, come i Now.Here. Nonostante quelle facce adolescenti, il mestiere lo stanno imparando bene e i cinque pezzi di questo “This Is Who We Are” suonano già con rifiniture attente. Nonostante cio’ le canzoni di “This Is Who We Are” pur essendo orecchiabili comunque non hanno delle linee melodiche strepitose.
(Autoproduzione) Seconda e apocalittica prova dei colombiani Nepente. “Suffering Is the Seed” è lo scontro di forze possenti come il death e il back metal, per un risultato che polverizza ogni cosa. La title track apre l’album e sprigiona una violenza inaudita. Una violenza che si materializza tra passaggi iperveloci e violenti, come tempeste infernali, come black metal estremo, e porzioni di death metal annichilito e con rimandi al thrash metal
(Murder Music) I No More Fear questa volta fanno sul serio. La band italiana in oltre un decennio non è che abbia fatto cosucce, ma vuoi per storia personale e sacrifici compiuti per andare avanti (tre album in undici anni, più uno split), fanno capire immediatamente che “Mad(e) in Italy” sia lo zenith della loro creatività
(Candlelight) I misteriosi black metaller inglesi Nine Covens pubblicano il secondo album a solo un anno di distanza dal debut “…on the Coming of Darkness”. Misteriosi perché non si ha conoscenza dell’identità dei quattro, ma le loro personalità producono canzoni legate all’essenza del genere e che si rifanno al suo passato glorioso. Black metal che si ammanta di atmosfere gelide
(Purodium Rekords) Siamo in presenza di un demo tape (si, in cassetta) proveniente dalla città di Oporto e limitato a sole 100 copie. Come un piccolo libro di esoterismo della più abominevole magia nera. I Nefastu sono quattro lerci black metaller. Lerci per il sound grezzo e ovviamente underground, legato al black metal di prima maniera. Niente tastiere o innesti death e thrash metal, qui i Nefastu pensano a marciare con furia e concedendosi qualche mid tempo d’ordinanza, lo schema non è rispettato nella lenta marcia di “Mórbida Premonição” e in “Trevas”,
(Primitive Reaction) Roba dura. Roba estrema. Se cercate del death metal moderno, prodotto con un suono moderno, avete sbagliato recensione, sbagliato band. Se invece cercate qualcosa di maledettamente demoniaco, con una produzione oscura, opaca, che ricorda i bei tempi di “In the Sign of Evil” dei Sodom, allora questo è pane marcio per (i vostri) denti marci.
(Frontiers Records) Harry Hess. Frontman dei canadesi Harem Scarem per 17 anni. Ora è il suo turno, il momento nel quale un artista pensa di lasciare un ulteriore segno, di inseguire il suo viaggio. Harry, al secondo appuntamento solista, ha deciso di costruire della musica attorno alla sua voce, in quanto, per lui cantare è la vera ambizione, il vero piacere.
(Autoproduzione) Il sogno americano prende corpo in questa band al debutto. Proveniente dal New Mexico i Night Terrain sono un incrocio tra stoner, space rock, doom e post metal. Un miscuglio di intenti e soluzioni, suonati da Dave, un chitarrista della città di Lovecraft, Providence, e che si è trasferito nel New Mexico per studiare composizione musicale, dal batterista e anche cantante Dave e infine da James, bassista del Colorado, con diverse esperienze passate tra le quali i Gnossurrus.
(Nekro-Tron Records/Black Tears Records) I Negatron videro l’alba dei propri giorni nel 2010, grazie a Samael Von Martin, chitarra basso, tastiere e cori, e Demian De Saba, batteria, tastiere e cori. Costoro provenivano da esperienze in band black metal italiche come Evol, Satanel e altre. L’aggiunta di “Alex “Krom” Kain alla voce (ex Algol, Trifixion e altri)e della guest Belita Aldair, organo, voce e medium, (suona neglistatunitensi Satanic Corpse) ha arricchito e definito l’essenza dei Negatron. Un’essenza che la band definisce “nekro doom metal”
(Crash & Burn Records) I varesini Nekrosun sono ambiziosi e sicuri di sé, ma decisamente se lo possono permettere: dichiarano di suonare, nel loro secondo album, ‘unlimited metal’, in un continuo intreccio di generi e sonorità, e inoltre con una forte filosofia alle spalle, elaborata dal singer e autore dei testi Alberto Bernasconi. E dando una scorsa alle liriche bisogna davvero dire che esse sono la marcia in più della formazione lombarda: mai scontate, problematiche, pervase da un estraniante senso di religiosità e spesso da una cupa e sfaccettata disperazione che mi ha molto ricordato le composizioni di Darren J. White (primi Anathema, Serotonal, The Blood divine).
(Autoproduzione) I Nephandus sono una band underground e questo EP è un esordio. La registrazione è accettabile, la batteria ha un rullante tipo scatola di latta, il cantante ha un growling torvo e le chitarre vengono coperte dalla voce e dalla batteria. Questo death metal vecchio stampo, abbondantemente contaminato dal thrash metal, è catramoso e incrostato di ruggine, nel senso che quell’essenza di vecchio, di qualcosa di passato e di marcio sembra levarsi da questo sound crudo e approssimativo.
(SG Records) Registrato a Göteborg da Arnold Lindberg, il nuovo album dei Naughty Whisper ha un approccio decisamente diverso rispetto a quello dei due precedenti: i lombardi sono passati dal glam degli esordi a un modern metal nel quale si intersecano senza soluzione di continuità elementi gotici e rock. I risultati in ogni caso restano molto interessanti! “Welcome to my Nightmare” ha un wall of sound corposo, animato sia da effetti elettronici che da chitarre dai suoni a tratti molto vintage.
(Earache) Heavy metal vecchia scuola. Riffing thrash. Potenza. Assoli. Un grande genere che ha sfornato grandissimi dischi. I Natur sembrano usciti da un’altra epoca. Se questo album avesse almeno venticinque anni, forse, sarebbe un gran bell’album. Purtroppo “Head Of Death” è un disco nuovo, fresco di firma con la Earache. Nonostante i riff siano potenti e divertenti, le canzoni sono spesso troppo lunghe e manca una certa dinamica. Sono cose che sono state scritte e riscritte, e forse a loro piace così. Il feeling è esattamente quello retrò.
(Autoproduzione) Dopo il debut e un disco prodotto dalla My Kingdom Music, i russi Nova Art si riaffacciano sul mercato con un ep abbastanza stimolante di sei pezzi. Il progressive della band è spesso e volentieri contaminato da altri generi e tendenze, per un risultato sfaccettato e spesso coinvolgente. “Black Harmony” ruba qualcosa a Marylin Manson nell’intro e poi si sviluppa con un occhio ai Lacuna Coil e un altro – incredibile ma vero – a certo rock acido anni ’70, con punte nel sound dei Doors. Incalzante e sempre con suoni modern metal “No more Pain”, mentre “You, the only” spinge sul versante progressive.
(Nuclear Blast) Angosciante, oppressivo, veloce, devastante, brutalmente tecnico. Settimo viaggio tra i misteri violenti dell’antico Egitto. Settimo sigillo per una band che dissotterra antichi culti, antiche divinità, e tutta la malvagità ad essi collegata. Ira, schiavitù, morte, condanne ad inferi dimenticati. Settima opera che trasmette l’odore mortale di antichi riti, antiche dominazioni, remote culture.
(Autoproduzione) Totale devastazione. E’ l’unica cosa che rimane dopo l’ascolto di questi San Marinesi. Cinque pesantissime canzoni spacca ossa. Il loro sound è un massacro totale che infierisce con sonorità nu-metal mescolate a punk e death. Il cantante è un malato terminale affetto da schizofrenia acuta: combina un growling profondo, un cantato pulito ai limiti dell’equilibrio, e un gridare isterico
(Code666/Audioglobe) Non sono un fanatico dell’avantgarde metal (o di come vogliate chiamarlo); spesso dischi che ad altri sembrano dei capolavori a me appaiono soltanto pretenziosi e confusi. Tuttavia di fronte al debut dei Ne Obliviscaris (espressione latina che potremmo tradurre con ‘per non dimenticare’) bisogna certamente levarsi il cappello e applaudire calorosamente.
(Witching Hour Productions) Un nuovo ed apocalittico cerimoniale dei Naer Mataron. La spietata violenza del trio greco mette in questo nuovo lavoro dieci pezzi (intro compresa) di black metal essenzialmente pesanti, veloci e dai tratti estremi. Si resta impressionati per come Asmodevs Draco DVX regga un ritmo forsennato e infernale, le canzoni diventano un atto sempre estremo, apocalittico
(Autoproduzione) Diversi aspetti della pazzia. Meandri di menti distorte analizzate, scavate, portate alla luce. E’ su questo che si concentrano i NEURONIA con questo nuovo EP, pubblicato a due anni di distanza dall’ultimo full length. Un EP dopo due full length: mi aspettavo qualcosa in più da questi cinque deathsters di Varsavia. Sono solo quattro i pezzi ma sono sono energici, potenti, ben suonati.
(Coroner Records) Messo fra parentesi per un attimo il death metal dei Soilwork, Björn Strid ha dato vita a un interessante side project fra rock e metal che prende il nome di The Night Flight Orchestra: nella band è coinvolto anche Sharlee D’Angelo degli Arch Enemy. 11 i brani del disco, più una bonustrack disponibile solo per la copia fisica e non per il download digitale. “Siberian Queen” ricorda subito gli ultimi Rainbow