Le nostre recensioni di novità o album già in circolazione, le impressioni, le sensazioni, le analisi e dei nostri ascolti su tutta la musica della scena metal & rock.
STERBEFALL – “Verlorene Zeit”

(Satanath Records / Fog Foundation) Altra entità oscura che tuona dalla fiorente Russia! I Sterbefall, infatti, nonostante i titoli ed i testi in tedesco sono una band proveniente dalla Russia centrale, composta da musicisti nativi i quali, con questo progetto, sono cresciuti sempre più, sempre più concretamente dall’anno di fondazione, il 2012, epoca nella quale sono partiti dall’underground dell’autoproduzione per poi arrivare a questo al quarto full length, con in curriculum anche in disco acustico. “Verlorene Zeit” (‘Tempo perso’, ndt), è un black metal ricco di melodia, di drammaticità, mai estremo ma comunque sempre molto oscuro. Musica ricercata, profonda, pregna di disperazione, suggestiva, avvolgente… oscuramente seducente. “Kvlt” colpisce con riff tanto melodici quanto incisivi. “Einsamkeit” offre una melodia pungente ma anche una tendenza apocalittica, un percorso musicale brillante con una devozione verso teorie senza speranza. Introspettiva ma anche violenta“Stirb Nicht”, apocalisse con sentore deliziosamente gotico su “Negativ”. Emerge un dark heavy rock su “Abschiedsbrief”, ricercatezza negli arrangiamenti su “Verlorene Zeit”, tecnica, imprevedibile, melodica e pesante “Verbogene Grass”, prima della lasciva direzione heavy della conclusiva “Augenblick”, pezzo che mescola con genialità dark rock, goth rock e metal estremo. Si fanno notare gli Sterbefall! Ormai lontanissimi dalla vasta cerchia della band alle prime esperienze, con “Verlorene Zeit” rivelano la loro intensa capacità emozionale, regalando un disco ottimamente strutturato, mai prevedibile, godibile, sempre coinvolgente ed eccitante, in delicato equilibrio tra metal estremo e un rock meravigliosamente gotico.
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10
(High Roller Records) La formazione capitanata dai fratelli Eriksen, in realtà Ron e Robert non lo erano ma la raccontavano così, entrambi chitarristi mentre il primo è anche cantante, nasce a scuola nel 1986. Registrano un demo con il titolo di “Do or Die” contenete tre pezzi che si guadagnano l’attenzione della Metal Blade che pubblicherà nel 1988 il primo album della band
(High Roller Records) Ne varrebbe veramente la pena di acquistare questa ristampa in vinile della High Roller, tra l’altro in tre colori e con poster e cartolina. I Viking sono una vecchia band thrash metal nata in California, a Los Angeles, attraverso Ron e Brett Eriksen che si dichiaravano fratelli ma in realtà non era così. Brett ha militato nei Dark Angel e di cognome fa
(Massacre Records) È incredibile come Jutta Weinhold, a 73 anni suonati, non abbia nessuna intenzione di abbandonare le scene: ma le mie riserve su questo “Cosmic Healer” sono, ahimè, le stesse che menzionavo per “The Pale Man Is Holding A Broken Heart” (

(High Roller Records) Se i Tokyo Blade di oggi (
(Metal Hell Records) Un wall of sound gigantesco per gli australiani Stormtide, che nel loro secondo full-length ci offrono un turbine di power/folk/death metal, quello che io (ma ormai sono fra i pochissimi) chiamano battle metal. L’epica titletrack è una tempesta di tastiere e suoni stentorei, ma colpisce la povertà produttiva:
(Sun & Moon Records) Sostanziosa ristampa per i thrashers tedeschi Witching Hour. Diciassette canzoni raccolte in un CD formato jewel case e rimasterizzate per l’occasione. Questa ristampa contiene nell’ordine:
(Steel Shark Records) Ma è rock o metal, questo debutto dei francesi Hellrock? Beh, per chi scrive mi sembra che il power sia quasi il genere preponderante… chiamiamo allora heavy/power la musica di questa band transalpina, generosa ma – come vedremo – con ancora diverse cose da limare.
(Elevate Records) Che bella sorpresa (per me, dato che sono attivi da oltre vent’anni) i serbi Alogia! Questo è il sesto disco dei balcanici, il secondo in lingua inglese, ed esce a ben sei anni di distanza dal precedente:
(Reaper Productions) I Lady Beast di Deborah Levine vanno dritti per la loro strada, senza deviare di un millimetro: il loro quarto album (ci siamo persi il terzo, 
(Apollon Records) Dietro a questo progetto solista si cela Krizla, il flautista dei norvegesi Tusmørke. Per quanto eclettici ed imprevedibili, i Tusmørke spaziano tra folk e prog rock… ma questo percorso solitario del loro membro cambia completamente direzione, allontanandosi completamente dalla musica della band principale.
(Ván Records) Fyrnd, Alghol, Exord, Fhez e Rune hanno scritto e registrato questo album, il quarto per loro, durante un periodo tra il 2016 e il 2019. Una gestazione particolare che ha permesso alla band di creare una linea ben precisa nell’andamento di questi pezzi che formano un qualcosa di organico. “VII – Kenoma” è una 
(High Roller Records) Stampa in vinile con diversi colori e contenuti speciali come poster e cartolina per uno splendido esempio di thrash metal ante litteram. I tedeschi Destruction hanno tracciato un solco imponente e sono fondamentali, quanto i connazionali Sodom e Kreator, nel creare le fondamenta del genere 
(Pure Steel Records) Noto per essere stato il cantante dei Gothic Knights, e per essere attualmente quello degli Zandelle, George Tsalikis ha anche una carriera solista: “Return to Power” è il suo secondo disco ‘personale’, nel quale (eccettuata la batteria) suona e compone tutto da solo. 


(Pure Steel Records) Bella sorpresa gli svedesi Ironbourne, che con il loro orgoglioso volatile in copertina ci regalano una manciata di brani di heavy metal primordiale, in buona parte a monte dei generi e delle classificazioni. 
(Southern Lord) Terzetto di Montréal composto da due donne e un uomo, Robin Wattie, Tasy Hudson e Mathieu Ball, che hanno girato per concerti con Thee Silver Mt Zion, Goodspeed You! Black Emperor, Sunn O))), per citare i nomi più grossi, oltre ad essere una proposta della Southern Lord che 

(Century Media Records) Mini EP, contenente due brani inediti ed una cover per appena diciotto minuti di musica. Descritto in questo modo, il nuovo lavoro dei romani Hideous Divinity potrebbe sembrare quasi un qualcosa di trascurabile e di poco conto, ma si tratterebbe di un errore madornale! 

(Constellation Records) C’era attesa per questo nuovo lavoro dei Godspeed You! Black Empeor e non poteva essere diversamente. L’etichetta
(Pest Records) La nuova band di Florian Reimann, vocalist apprezzato nei Destillery e ben capace di esibirsi su registri dickinsoniani, si affaccia sul mercato con timidezza, una copertina anonima, un package promozionale essenziale… ma i brani di questo debut hanno grinta ed heavy metal da vendere!
(Dusktone) Un turbinio di suoni che ruota attraverso ribollenti soluzioni alla Neurosis portati però alle estreme conseguenze, con impeti folli di natura 
(Trollzorn) Al settimo album in venti anni e più di carriera, i Minas Morgul registrano una sequela di pezzi, dieci, che fondono pochi elementi death, molti pagan, atmospheric