SLOMOSA – “Slomosa”
(Apollon Records) Si definiscono desert rock, anche se vengono dalla Norvegia, sicuramente un paese lontano dagli scenari assolati, secchi e desolati del… deserto. Titolo omonimo per il debutto, uscito digitalmente lo scorso agosto ma capace di attrarre un certo corposo interesse, tanto che sembra si sia già superato il milione di stream sui vari canali… cifra che continua ad aumentare. (altro…)
NERVOSA – “Perpetual Chaos”
(Napalm Records) Sappiamo tutti che lo scorso anno le tre Nervosa sono entrate definitivamente in contrasto tra loro. Fernanda Lira, bassista e voce, e la batterista Luana Dametto abbandonano Prika Amaral, chitarrista. La bionda alle sei corde rimette comunque in piedi la band con Diva Satanica, spagnola – le Nervosa nascono in (altro…)
SOULS OF DIOTIMA – “Janas”
(Diotima Records/Rockshots Records) Quarto lavoro per i sardi Souls of Diotima, band fortemente legata alle proprie origini, considerando che il nuovo lavoro è un concept che continua l’argomento del precedente, ovvero leggende e miti dell’isola, una terra ricca di tradizioni antiche, spesso esoteriche, a volte macabre, ma pregne di storia e magia. (altro…)
INFINITAS – “Infernum” (#memorabilia)
(Autoproduzione) Con la presentazione onestamente più disonesta che abbia mai letto (‘When Iron Maiden meets Eluveitie’… qui però non c’è neanche l’ombra di un suono NWOBHM), gli svizzeri Infinitas lanciano sul mercato il loro secondo album; (altro…)
TRIBULATION – “Where The Gloom Becomes Sound”
(Century Media Records) Un lascito, un testamento. Il principale compositore, il solitario Jonathan Hultén ha recentemente lasciato i Tribulation, ma questo quinto album porta ancora la sua firma, una firma poi amplificata e resa ancor più misticamente tetra dal resto della band, la quale ora mantiene due elementi storici (Johannes Andersson, voce e basso – Adam Zaars, chitarre) aggiungendo il nuovo chitarrista alla recente new entry dietro le pelli. (altro…)
OCEANA – “The Pattern”
(Time To Kill Records) La band nasce con l’amicizia tra Massimiliano Pagliuso dei Novembre e Alessandro Marconcini nel 1994. Gianpaolo Caprino, Stormlord e altri, si aggrega tre anni dopo. Un demo e un EP in quegli anni d’esordio e solo ora gli Oceana approdano a un full length (altro…)
NORTHORN – “The Art Of Destruction” (EP)
(Talheim Records) Interessante la storia di questa ex one man band capitanata da Baphomet Van Northorn (ora con altri membri sostanzialmente stabili) e proveniente dall’Indonesia… sicuramente non il paese dal quale ti aspetti queste sonorità pesanti sferzate da ideali pregni di depressione e attrattiva verso il suicidio. (altro…)
ASPHYX – “Necroceros”
(Century Media Records) Lo stile degli Asphyx è consolidato quanto strausato se si vuole ma non da meno di un certo effetto. L’album si apre con “The Sole Cure Is Death”, una canzone un po’ diversa dal solito registro Asphyx, visti i suoi suoni graffianti, la sua marcia spedita con progressioni tipiche ma venate da riff nervosi. La seguente “Molten Black Earth” (altro…)
LES CHANTS DE NIHIL – “Le Tyran et l’Esthète”
(Les Acteurs de L’Ombre Productions) Si sono datti da fare i francesi Les Chants de Nihil in poco più di un decennio di attività, visto che hanno all’attivo, questo compreso, ben cinque album, oltre ad un EP. Black metal, sia introspettivo che estremamente furioso, composto e concepito dal leader e fondatore della band, Jerry (ex Legion Mortifere) e supportato dall’altro membro fondatore (proveniente dalla stessa band), il chitarrista Mist; (altro…)
A VIOLET PINE – “Ten Years Gone” (EP)
(autoproduzione) Celebrano i dieci anni di attività A Violet Pine pubblicando un tre pezzi. Meno di venti minuti per onorare tre album e tutte le vicissitudini della band che li hanno creati. La formazione post rock rimette mano a tre proprie canzoni, “Girl”, “Fragile”, “Pathetic”, registrandole in presa diretta in uno (altro…)
BY THE SPIRITS / FELLWARDEN / MOSAIC / OSI AND THE JUPITER – “Songs of Origin and Spirit” (Split)
(Eisenwald) Cospicuo split album che vede impegnati By The Spirits, Osi And The Jupiter, Mosaic e Fellwarden. Quattro musicisti, perché dietro ogni moniker c’è una singola mente, con quattro composizioni ciascuno e così “Songs of Origin and Spirit” diventa uno split da ben 80 minuti. By The Spirits è polacco, pone (altro…)
MORTAL TERROR – “Bite Of The Underdog”
(Autoproduzione) Sotto un punto di vista nutro un grandissimo rispetto per i tedeschi Mortal Terror. È infatti ammirevole la coerenza e la passione che anima la band, in circolazione dal lontano 1986, nonostante lo scarso successo e lo status di formazione underground che si porta dietro da ben trentacinque anni. (altro…)
ACCEPT – “Too Mean to Die”
(Nuclear Blast Records) Ritardato dalla pandemia in corso, ma incorniciato da una copertina indovinatissima, il sedicesimo disco degli Accept lancia un messaggio chiaro fin dal titolo: questi nonnetti tedeschi sono troppo heavy metal per arrendersi al Coronavirus… e sfornano dunque un altro concentrato di riff, melodie e assoli che poche, pochissime ‘nuove leve’ possono mettere insieme allo stesso modo! (altro…)
FAITHFUL BREATH – “Skol” (Reissue)
(High Roller Records) Nati verso la fine degli anni ’60, di preciso nel 1967 cioè quando i Beatles pubblicavano “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” e i Pink Floyd “The Piper of the Gates of Dawn”, i Faithful Breath nel 1974 arrivano al primo album decisamente improntato sul krautrock e il prog rock. Negli anni (altro…)
SOEN – “Imperial”
(Silver Lining Music) Le cose importanti della vita. La libertà. L’empatia. La costante ricerca di risposte a domande troppo complesse non solo per essere poste ma anche per essere concepite, in quanto drammaticamente legate all’autodistruttiva natura umana. (altro…)
TUATHA DE DANANN – “The Tribe of Witching Souls”
(Trollzorn Records) Ecco una band che non mi sarei mai aspettato di vedere di nuovo in pista! Già di per sé una mosca bianca (suonano celtic folk, ma vengono dal Brasile!), i Tuatha de Danann si erano fatti notare all’inizio degli anni 2000 con un buon trittico di dischi; (altro…)
LOCKED IN – “Not Dead Yet” (EP)
(Epidemic Records) Una quindicina di minuti per ribadire la propria identità, il proprio essere… il proprio sound! Agguerriti e con derivazioni hardcore, come nell’opener “Scandal” e le inevitabili fasi metalcore, ormai a sette anni dalla loro defezione i perugini (altro…)
ENDEZZMA – “The Archer, Fjord and the Thunder”
(Dark Essence Records) Accorciano i tempi i norvegesi Endezzma. In circa tre lustri di attività, i full length sono stati pubblicati con il contagocce (uno nel 2012, uno nel 2017), accompagnati da altri due EP. Finalmente i tempi si accorciano, anche se solo leggermente, forse per lo stimolo ricevuto dalla recente firma con la mitica connazionale Dark Essence Records (firma valida per due album), e questo finalmente fa prendere vita al terzo atteso album. (altro…)
RHODIUM – “Sea of the Dead” (#memorabilia)
(Sliptrick Records) Pur senza cambiare le sorti del mondo, il secondo album dei greci Rhodium si inserisce bene nel filone del power ellenico: i nostri inclinano talora verso il thrash e (più raramente) verso il prog, per cui il loro sound può ricordare da una parte gli InnerWish, e dall’altra formazioni come i Valor – e a tratti anche i primi Firewind. (altro…)
(0) – “SkamHan”
(Napalm Records) Dopo un EP nel 2017, hanno finalmente debuttato la scorsa primavera con questo album, ed ancora se ne percepiscono le tremende vibrazioni, tanto che -a mesi di distanza- non ho potuto resistere. (altro…)
THE DEAD DAISISES – “Holy Ground”
(The Dead Daisies Pty Ltd. / SPV) Quinto album per il ‘giocattolo di David Lowy’, personaggio che dal ‘nulla’ ha messo in piedi un supergruppo nel quale hanno militato artisti mitici, compresi Richard Fortus, Darryl Jones e Brian Tichy. Negli ultimo paio di dischi la line up si era ‘stabilizzata’, con il poeroso John Corabi (ex Mötley Crüe) alla voce, la coppia Marco Mendoza e Doug Aldrich (ex Whitesnake) a basso e chitarra ed il mitico Deen Castronovo alle pelli… ma, è risaputo, in casa Daisies le cose non sono mai tranquille, mai stabili… tanto che Corabi e Mendoza se ne sono alla fine andati. (altro…)
ELLENDE – “Triebe” (EP)
(AOP Records) Un po’ one man band capitanata da L.G., un po’ duo (P.F. è elemento fisso alla batteria anche in studio), un po’ band vera e propria in quanto i session live sono sostanzialmente gli stessi fin dagli inizi, gli austriaci Ellende sono una realtà black metal estremamente intensa, decisamente lontana da uno standard riconducibile ai vari filoni. (altro…)
STEVE HACKETT – “Under A Mediterranean Sky”
(Inside Out Music) Annunciato a novembre 2020 come il suo primo album acustico dai tempi di “Tribute” del 2008, ispirato dai molteplici viaggi con la moglie Jo Lehmann attorno al Mediterraneo, l’ex Genesis Steve Hackett si produce in una serie di composizioni di sola chitarra classica e orchestra. Hackett oltre al summenzionato strumento (altro…)
WARDRUNA – “Kvitravn”
(Columbia Records / Sony Music) Quinto atto per gli indiscussi signori del folk nordico. La band di Einar Selvik ha raggiunto un successo planetario unico, risultando tanto imitata quando straordinariamente unica. (altro…)
KICKIN VALENTINA – “The Revenge Of Rock”
(Mighty Music) “The Revenge of Rock” suona in maniera magistrale. Innanzitutto a mettere ordine nelle scarichi di suoni dei Kickins ci ha pensato la produzione di Andy Reilly (ha lavorato con UFO, Bruce Dickinson, Cradle of Filth) nello studio (altro…)
WHITE WARD – “Origins” (Reissue / Compilation)
(Debemur Morti Productions) È del dicembre del 2016 questa raccolta che la band pubblicò autonomamente. Ora la Debemur Morti Productions la ripropone in cassetta e CD. “Origins” presenta il post black metal dei White Ward attraverso “Walls MMXV”, rifacimento del brano “Walls”, il primo scritto dalla formazione ucraina. Altri (altro…)
THERION – “Leviathan”
(Nuclear Blast Records) È sempre una sfida mettersi davanti ad un album dei Therion. Una sfida sia per l’ascoltatore che per i Therion stessi, i quali in oltre trent’anni hanno scritto e riscritto molte pagine di musica… spesso riscrivendo ciò che essi stessi avevano scritto. Siamo all’album numero 17: (altro…)
JULIA AND THE ROOFERS – “The Will Of Evil”
(Diamonds Prod.) La voce calda, un po’ rock ed un po’ soul di Julia (Giulia Moladori, militò neo Sick Therapy Armageddon) ha un carriera contorta. Lei ha preso parte a varie band, fino a un tributo Led Zeppelin (gli Hermits) e successivamente un cover trio acustico assieme a Peso (Necrodeath) e Ranza (anche ospite in un album degli Odyssea, ovvero la band di Pier Gonella dei Necrodeath e Roberto Tiranti dei Labÿrinth). (altro…)
SATANIZE – “Baphomet Altar Worship”
(Helter Skelter/Regain Records) Che valutazione si potrebbe mai dare ad un gruppo che al sesto album non l’ha ancora smessa di giocare a toccare il mix in fase di registrazione?! I Satanize devono davvero avere un’avversione piuttosto forte al suono liscio e pulito, nonostante altri gruppi (altro…)
SOLARYS – “Endless Clockworks” (#memorabilia)
(WormHoleDeath) Spagnoli e al quinto album, i Solarys propongono un power/prog che ha sia passaggi energici, sia alcuni momenti raffinati; per quello che posso vedere, per la prima volta gli iberici si affidano all’inglese per i testi, presumo per dare un afflato più internazionale alla propria proposta. (altro…)
GWYDION – “Gwydion”
(Art Gates Records) Sono passati due anni da “Thirteen” (recensione qui), e per i Gwydion è ora di festeggiare i 25 anni di carriera: i lusitani lo fanno con un disco, il quinto, di ben 68 minuti, che può costituire una vera e propria summa di tutte le influenze pagan/folk/viking del loro sound. Una lunga intro di synth è preludio a “Stand Alone”, epica e marziale; (altro…)
MISS LAVA – “Doom Machine”
(Small Stone) Avevo incrociato i portoghesi Miss Lava qualche tempo fa, quando uscì “Red Supergiant” nel 2013, un album (recensione qui) che li metteva in mostra con un atteggiamento aggressivo, scatenato, polveroso e selvaggio. (altro…)
SIX FOOT SIX – “End of All”
(Scarlet Records) Mi aveva molto convinto l’esordio (recensione qui), del 2018, e direi che gli svedesi Six Foot Six sono riusciti a ripetersi con questo “End of All”: Kristoffer Göbel e compagni faranno probabilmente storcere il naso ai puristi, ma il loro power/melodic metal è ancora vincente e godibile. (altro…)
GOD (THE BARBARIAN HORDE) – “Forefathers: a Spiritual Heritage” (#memorabilia)
(Earth and Sky Productions) Registrato addirittura nel 2009, ma pubblicato soltanto dieci anni dopo (a parte alcuni brani resi disponibili su vari EP in questo lasso di tempo), il quarto full-length dei rumeni GOD è pagan metal nella sua accezione originaria: (altro…)