THUNDER AXE – “Grinding the Steel”
(My Graveyard/Masterpiece) Più di una decade è intercorsa fra la fondazione dei bergamaschi Thunder Axe e la pubblicazione del loro primo full-“length”, edito dalla sempre lungimirante My Graveyard Productions. Ben 12 i brani in questo disco di heavy metal onesto e rampante, che supera i 50 minuti di durata. “Iron Will” inizia le danze nel modo più classico che si possa immaginare, l’unica cosa che non convince al 100% è l’interpretazione vocale di Renato “The Joker” Forza, che sui toni più alti appare (altro…)
(Videoradio) Musica! Vera musica! Che grande album, pieno di passione, di carica, di tecnica, di calore… e con una vocalist mitico che ancora una volta si esibisce in una performance stupenda! Band quasi tutta Italiana, concepita da Frank Caruso e Corrado “Nail” Ciceri, due vecchi amici che alla metà degli anni ’80 suonavano assieme negli Italiani Firehouse. Dopo vent’anni durante i quali Caruso ha suonato con Arachnes e String 24, il nuovo incontro con l’amico Nail,
(Frontier Records) Mi avvicino a questa opera con una strana sensazione. Sono un po’ stufo della moda delle rock opera a tutti i costi. Mi annoia il mercato dei cantanti ospiti (Sempre gli stessi). E quando Frontiers iniziò con i trailers della “nuova rock opera”, il buon Timo mi mentì spudoratamente quando gli scrissi in privato
(Avantgarde Music) Sperimentazione pura. Sperimentazione oscura. I Polacchi Thaw sono certamente una realtà diversa, particolare, unica. La direzione musicale assicura solamente decadenza di ogni sorta, senza inquadrare la band dentro un genere definito. Questi quarantadue minuti infatti racchiudono
(Dust On The Tracks) Cari lettori Dudley Taft non c’entra niente con un sito chiamato Metalhead. Non ha nulla a che vedere col metal, ma tra le cose Dust On The Tracks (etichetta tedesca dal variopinto roster) arrivate in redazione c’è anche il blues-rocker americano, già leader di Sweet Water e Second Coming.
(Season Of Mist) Sublime fusione tra death metal estremo, elettronica, concetti tribali ed costruzioni cinematografiche. Ma non solo: ci sono fattori sinfonici, industriali, avantgarde. E’ questa l’essenza degli olandesi TMDC, un essenza estremamente esplosiva, un’essenza che li rende unici,
(Dynamic Arts Records) E’ una band un po’ strana quella dei Torture Killer. Finlandesi, autori di un death metal che risente di diverse influenze ben radicate, posseggono però un sound muscolare, dinamico e anche in “Phobia” si ha la possibilità di ascoltare un insieme di canzoni che mischiano i modelli americani
(Moonlight Records) Questo debutto dei The Coffeen è a metà strada tra il tutto e il nulla. Il primo è rappresentato da sei canzoni che mischiano più cose, sonorità, ma anche atteggiamenti. Il nulla può essere il rischio di non piacere a chi non ha nelle proprie preferenze certi modelli proposti dai The Coffeen.
(Sliptrick Records) I Thyreos vengono dalla Svezia, e nonostante l’altisonante nome epico sono decisamente una band alla mano, capace di esprimersi attraverso pezzi brevi e diretti. Infatti “I don’t live to fail”, il loro secondo disco, allinea dodici brani che, tranne due eccezioni, sono sempre sotto i quattro minuti; il risultato finale
(Party Smasher/BMG) Una volta un amico mi disse “devi ascoltare questi, a te che piacciono cose estreme ti entusiasmeranno”. Quando avviò la riproduzione di “Calculating Infinity” i suoi occhi vispi e le labbra a mo’ di sorriso, si stancarono nel non leggere sul mio volto i sintomi dell’entusiasmo! No dai, ricordi a parte
(Temple of Torturous) La materia oscura di Wiedergaenger, titolare unico del progetto, è piuttosto varia. Total Negation per stile generale mi ha ricordato i Bethlehem, con la differenza che Wiedergaenger è meno folle, ma anche lui è della Westphalia, indugia in passaggi che vanno dal death/dark metal al black metal e anche lui tende
(AFM Records) Il titolo annuncia che è il terzo lavoro degli heavy rockers di Würzburg. I teutoni The New Black si ripropongono con il proprio sound fatto di hard rock, heavy metal (o quasi) e rock, fatto di durezza, di un qualcosa di selvatico o comunque non patinato. Il tutto è sempre convolato nei giusti schemi,
(Agonia Records) Lo sanno tutti. Il blues sta alle radici. Poi qualcuno ha pigiato sull’acceleratore ed è nato il rock’n’roll. Poi è esplosa una specie di cometa, dalla quale tutto il resto è derivato. Ma ci sono le incongruenze spazio-temporali. Ci sono le cose assurde. Quei casi che la scienza non riesce a spiegare e che etichetta
(Torn Flesh Records) Throne Of Malediction è una formazione retta da Eric Horner e della sua compagna Jessica. Li abbiamo già conosciuti per uno slit
(Candlelight Records) I The Meads Of Asphodel sono una delle band più assurde che popolano la scena metal. Personalmente ritengo che in fondo siano brillanti, nonostante “The Murder of Jesus the Jew” si sia preso da me (l’unico?) quattro. Contraddizione? Forse, ma è la band di inglese ad esserlo
(Autoproduzione) Dopo il buon “Tyrants and Men” il Solitario di Anchorage, Hiram Lohr (sono io che mi prendo la libertà di appellarlo in tal modo), ritorna con un nuovo lavoro. “Kingdom of America” è un EP che risente, come l’antecedente album “Thousand Year War”, del melodic death metal svedese,
(Debemur Morti Prod./Audioglobe) Ristampa dell’album solista di Vindsval, sotto il nome “The Eye”, dei Blut Aus Nord. “Supremacy” è uscito nel 1997 ed è una proposta di black metal ipnotico, ripetitivo negli schemi, con distorsioni fredde e dalla filosofia che abbraccia il mito
(Autoproduzione) Questo lavoro è una festa, è un’allegra e genuina manifestazione del rock, contaminato dal blues e dall’hard rock anni ’60-’70. La produzione cristallina lascia capire che è materiale recente, tuttavia è uno stile, quello degli statunitensi The Unclean,
(Pavement Entertainment / EMI) Il death metal è ormai sospinto da moti interni che ne hanno ridisegnato il suo stile. Il tempo passa e le cose mutano e il death metal non è immune a tali processi di cambiamento. I The Modern Age Slavery sono un brillante esempio
(Autoproduction/Asenath Records) If for you death metal has reached its maximum glory with albums like “Symbolic”, or you can’t tollerate anything prior to toady’s death sound made with pretentious productions or pumped up by an infallible producer
(Autoproduzione) “Beatdown Deathcore” è il modo in cui qualcuno (credo chi li rappresenta, il loro management) ha definito il sound dei The Last Shot Of War. In buona sostanza sono una band deathcore e convengo che il loro è molto “rumoroso e brutale”
(Memorial Records) Le sonorità di questa band friulana sono sospese tra il post metal e il post rock. I The Circle Ends Here sono una band che crea canzoni piene di malinconica tristezza. C’è un sottile senso di disperazione che serpeggia lungo i pezzi di questo debut album.
(Autoproduzione) Mi ero già occupato dei tedeschi Transnight (
(Listenable Records) Nel 2011 “VO1D”, EP in download gratuito, e poi l’EP “Chokehold” l’anno seguente e a febbraio un altro, “Teeth”. Attesa finita e cinque anni dopo gli australiani The Amenta arrivano sul mercato con un nuovo album. “Flesh Is Heir” si è fatto attendere, ai The Amenta
(Listenable Records) Amanti del progressive metal drizzate le orecchie: questo omonimo lavoro dei The Omega Experiment è pane per i vostri denti: in esso trovate il progressive puro e cristallino che anima i vostri ascolti, partendo dalla lezione di band leggende degli anni 70 come Genesis e Yes
(Autoproduzione) Eric Horner, musicista un po’ strano, un po’ pazzo. Sicuramente qualcosa di strano ci deve veramente essere, visto e considerato che è chitarrista session per Vrangsinn sul territorio USA. Ma Eric Horner non se ne sta li ad aspettare Vrangsinn.
(Selfmadegod Records) Sono una oscura e nuova band dell’Illinois i Terminate. Esistono da appena tre anni e hanno fatto i tre primi passi necessari per la loro carriera, cioè un demo, un EP ed ora il debut album. I Terminate si fanno portavoce di un death metal degnamente old school
(Horror Pain Gore Death Prod.) Premesso che questa band è marcia e lurida e quindi autrice di un (sublime) sound schifoso (i più avvezzi ai sound delle etichette lo avranno capito leggendo chi lo ha pubblicato), è curioso quanto essa sia contraddittoria (o artisticamente incoerente) 
(Dark Essence Records) Venti anni e non sentirli come tali. Nel mondo della musica 20 anni possono equivalere, in proporzione, a 40 anni dell’età di un essere umano. Venti anni li compiono i Taake di Hoest, il quale ha deciso di festeggiarli con l’uscita di una compilation di rarità.
(Heart of Steel Records) Il giovane e prolifico polistrumentista Filippo Tezza, già unico membro del progetto black Silent Oath, è anche il mastermind assoluto di quest’altra band dedita a tutt’altre sonorità: e se si fa eccezione per il suono della drum machine (e magari anche per il monicker…),
(Smoke & Dust, Adagio-830, Tokio Jupiter) Per la prima volta questa band belga arriva ad incidere un album e la proposta è qualcosa che esula dagli schemi o non è facilmente etichettabile. Molto probabilmente verranno collocati nel filone psycho-folk e si racconterà dei loro toni apocalittici,
(Black Widow Records) The Black: un mito oscuro della scena undergound italiana, legato a doppio filo al nome del chitarrista e pittore Mario Di Donato. Nel corso di una carriera iniziata nel 1988, la band ha pubblicato sette album. “Refugium Peccatorum” è il terzo, originariamente dato alle stampe nel 1995
(Grau Records) Totale mancanza di luce, di una luce che illumini la vita. Un percorso triste, malinconico e decadente, attraverso un album che è un autentico macigno. Un album molto elaborato, contorto, capace di generare emozioni oscure e profonde. Ogni suono risulta molto ben bilanciato, curato,