Le nostre recensioni di novità o album già in circolazione, le impressioni, le sensazioni, le analisi e dei nostri ascolti su tutta la musica della scena metal & rock.
COGNIZANT – “Cognizant” (Reissue)
(Selfmadegod Record) Si immagini il grindcore mischiato con il death metal con passi estremi e accenni di tecnica, cioè un suonare furioso, estremo, saturo di violenza ma non di caos. Questo è quanto esercitano in “Cognizant” gli omonimi guerrieri dell’estremo. Qualcuno magari conosce già questa realtà texana in quanto (altro…)
(Rock of Angels Records) Un solido power/progressive metal per il terzo disco dei greci Fortress under Siege, che non apparivano sul mercato dal 2014; i nostri vantano un copertinista che, se intendo bene, è un vero pittore, tale Yiannis Koutrikas. La opener “Love Enforcer”
(Dying Victims Productions) Guidati da Cristian Léon, leading man della scena underground cilena (suona ad esempio negli 
(Andromeda Relix) Attivi da circa tre lustri e con tre EP e un album a precedere questo secondo full length, i Silenzio Profondo consolidano il loro essere heavy metal e cantando in italiano. Tuttavia alcuni sporadici riff ricordano, soprattutto nel verso dell’arrangiamento, delle
(Reaper Entertaiment) Dall’immagine scanzonata e autoironica, i tedeschi Neck Cemetery esordiscono con un album che va sul sicuro, e propone un traditional heavy metal scoppiettante, canonico quanto si vuole ma sempre godibile. “King of the Dead” è metallo muscolare, classico ma non vintage, dal sound secco
(Inverse Records) Più volte ‘accesa e spenta’, e ora attiva con una nuova formazione che va avanti dal 2018, la band finlandese Memoira presenta il proprio terzo album in 12 anni: “Carnival of Creation” è stato preceduto da una lunga serie di singoli digitali, per cui metà
(earMUSIC) David Ellefson, bassista e da sempre autorevole scudiero e socio di Dave Mustaine che insieme hanno creato i Megadeth, già lo scorso anno aveva pubblicato un album dal titolo “Sleeping Giants”, insieme di cose inedite e non, di demo e remix con un manipolo di musicisti e illustri colleghi. Quest’anno “No Cover” rimette in pista la
(Autoprodotto) Debutta il duo italiano Eurynome con il suo drammatico e lacerante funeral doom. Certo, il genere è impegnativo, i brani sono lunghi e lugubri, lenti e pesanti, non è una cosa per tutti e solo i veri amanti del genere possono godere di una simile pubblicazione, ma la cosa decisamente originale per questa band è la totale assenza delle chitarre. 
(My Kingdom Music) Luca Mazzotta è Helfir. Scrive e compone, suona e programma, canta. Dark, gothic, rock e metal sono fusi insieme in questo scenario sospeso tra malinconia e sogno. Album che accompagna, un vero e proprio viaggio come
(Desert Records) Primo di quella che dovrebbe essere una serie di EP, questo dischetto contiene quattro tracce di un moderno stoner rock, musica d’autore per palati molto fini.
(Xenokorp) Putrida realtà underground in fatto di gore death metal e grindcore degli anni ’90, i francesi si ripresentano dopo anni, nel 213, per lasciare un ulteriore scia di sangue e abomini. Il primo album, “Mature Necropsy”, i Putrid Offal lo registrano proprio nel nuovo secolo
(Helldprod Records) Ribadisco quanto detto per la loro uscita precedente: se cercate black intellettuale, suoni ben registrati, articolate sonorità e testi aulici, passate oltre.
(Ipecac Recordings) Un’occasione sprecata per i Mr. Bungle. Se Mike Patton (Faith No More), Dave Lombardo (ex Slayer), Scott Ian (Anthrax), nonché Trey Spruance (ex Faith No More) e Trevor Dunn (ex Melvins e John Zorn) entrano insieme in studio dopo anni, chiunque si aspetta qualcosa di importante 
(Metal Blade Records) L’album si apre con un staffilata estrema, “Misled Obedience”, alla Slayer e poi il resto tira diritto sui binari del thrash metal. Le chitarre la fanno da padrone, infatti Frank Thoms, anche voce, e René Schütz – quest’ultimo rientra nella band dopo una lunga essenza, vi entrò nel 1987 – esprimono riff in
(WormHoleDeath) Dal Costa Rica i Wings of Destiny propongono il loro quinto album, che come sempre più avviene in ambito power metal si fregia di numerose collaborazioni. Il disco si chiama “Ballads”, ma in realtà ci sono molte speed song! “Live again” vede la partecipazione del nostro Ivan Giannini, e il 
(Elevate Records/Virtuoso) I Celtic Hills bazzicano il territorio italiano da ormai due lustri, con due album all’attivo.
(Massacre Records) Assieme ai Wizard, i Lonewolf sono fra le ultimissime band a suonare puro, incontaminato, barbarico ‘warrior metal’: un heavy/power muscolare, doppiocassato e guerresco, certamente un unicum (o quasi) almeno per la scena francese! Per festeggiare il decimo disco in studio, i transalpini regalano ai fan un cd
(Helldprod Records/Chaosphere Recordings) In uno dei due lati di questo split sono ospitate delle vere e proprie leggende del black portoghese, ossia i Decayed.
(Autoproduzione) Ci sono anche band folk/pagan metal sudamericane, chi conosce davvero bene la scena lo sa: gli argentini Skiltron, ad esempio, o i brasiliani Tuatha de Danann, tra l’altro da poco ritornati sulla scena. Dal Brasile vengono anche i Tandra, che si autoproducono il loro interessante debut “Time and Eternity”. La intro anticipa i temi 
(Season of Mist) Ottima, se non addirittura spettacolare la nuova proposta della Season Of Mist che da qualche anno in fatto di uscite sbaglia pochissimo. Garmarna non sono esattamente una novità. Sono infatti al settimo album in studio e sulla scena da molti anni, almeno trenta. Probabilmente la band non è una 
(Century Media Records) I Soulburn erano una costola degli Asphyx che ha poi preso ad andare avanti autonomamente nonostante una vita fatta di pause e ripartenze. Quarto album messo in piedi con un sound magistrale e in piccola parte fisiologicamente vicino
(AFM Records) Dopo
(Nuclear Blast Records) Era il 2000, e gli austriaci Belphegor consacravano definitivamente il loro nome al black più intransigente, grazie al loro terzo album. Un concentrato di grezzume e sopraffina malignità, messa su cd da un gruppo che
(Pure Steel Records) Non mi aveva particolarmente convinto il debut 

(Invictus Productions) Se escludiamo l’intro, la solita intro black, abbiamo tre tracce, le solite tre tracce black. Il sound mostrato da queste canzoni si avvicina molto ad una tra le più classiche concezioni del black metal,
(Petrichor Records) Gunder Audun Dragsten ha avuto una lettura molto personale del doom, portandola avanti con Godsend dove ha collaborato anche Dan Swanö. Doom metal torvo, triste ma capace di una musicalità più frizzante in certi momenti e con cambi di registro 