SVALBARD – “The Weight Of The Mask”

(Nuclear Blast Records) Passa il tempo… ed anche gli inglesi Svalbard vantano oltre un decennio di attività, il quale li porta al quarto album in studio. Sono etichettati post-hardcore, ma è molto presente la componente shoegaze nella loro musica, oltre ad appesantimenti tipicamente black, tanto da farli paragonare spesso ai mitici Alcest… cosa della quale la band di Bristol può solo andare fiera. (altro…)

(Ván Records) La band tedesca si forma nel 2010 e pubblica tre album in cinque anni ed è lo stesso arco di tempo a trascorrere tra la pubblicazione di questo “Seven Crowns and Seven Seals” e il precedente lavoro in studio. Fautori di un blackened death metal maestoso, i tedeschi si ripetono nelle 
(Napalm Records) I Varg inneggiano al proprio fiero melodic pagan metal in maniera comoda, riproponendo i propri schemi e caratteristiche salienti per questo ottavo album in carriera. I bavaresi si fregiano di impennate tra melodic death e black metal e rispettando costantemente una cospicua dose di melodia che 
(Heavy Psych Sounds) Nick Oliveri e i suoi Mondo Generator pestano duro in “We Stand Against You” e con un fare punk. L’ex Kyuss al basso e voce, Mike Pygmie alla chitarra e alle pelli Mike Amster, sciorinano nove pezzi ispidi nei quali le sei e quattro corde subiscono un suono pietrificato dal fuzz e il kit della 



(Season of Mist) Sono tra gli dei dell’Olimpo del metal greco gli On Thorns I Lay. Sono stati capaci di contribuire con qualcosa di concreto nella scena del metal oscuro europeo e non solo, proprio come han fatto Rotting Christ, Septic Flesh e Nightfall ad esempio. Attivi dagli anni ’90 nei quali si sono fatti strada per un gothic metal 


(Christian Metal Undergrond Records) Il palermitano, cantante, multistrumentista Farz pubblica il quinto album in carriera, attraverso questo progetto neo-black metal dalla totale connotazione epic, raggiunta non solo con melodie ampie, maestose e narranti di grandiosità e gloria, bensì 



(Agonia Records) Una band di una certa capacità October Tide, da sempre tesa a pubblicare qualcosa di accattivante. Però il tempo passa e dunque dopo cinque album in nove anni nei quali in un clima principalmente doom si espande con sontuosa forza, la band in seguito abbassa il regime del motore creativo ed ecco un 
(Agonia Records) Non siamo in presenza di un nome blasonato del black metal norvegese e la stessa Agonia Records ne fornisce una cartella per la stampa dettagliata ed esaustiva perché in fin dei conti Den Saakaldte ha vissuto un insieme di connessioni affatto trascurabili. Sykelig, chitarrista, si sposta dalla Grecia e 
(Metal Blade Records) Michael Poulsen dei Volbeat ha dei trascorsi nei Dominus, una death metal band danese degli anni ’90. Il death metal gli è rimasto dentro perché ha continuato a scrivere riff e idee per delle canzoni rivolte al suddetto genere. Per tanto ecco che tutto quel materiale prende forma
(Napalm Records) C’è un aspetto delle Nervosa che non convince e suscita spesso diffidenza verso il loro operato, il fatto di non sapersi tenere una formazione definitiva, durevole e dunque stabile. Prika Amaral, chitarrista brasiliana e adesso anche cantante, ha preso in mano le redini della band guidandola ovunque
(Dark Essence Records) Titolo molto esplicito per i norvegesi Dwaal i quali provano a debuttare nuovamente con il… secondo album! Il loro primo lavoro “Gospel of the Vile” (recensione
(Metal Blade Records / Blacklight) I Capra si stanno facendo strada da quando nel 2021 pubblicarono l’album di debutto “In Transmission”. La band della Louisiana alla voce si affida a Crow Lotus, una ragazza senza un’ugola fenomenale ma perfetta con quella sua vocalità nervosa, quasi senza
(Massacre Records) Un concept album su un mondo postmoderno dove c’è un poeta necrofilo, c’è l’IA, la morte, la religione, un dio che dona la vita e la toglie su richiesta. Inizia tutto con “Counterfeit” canzone di stampo dark-gothic rock, con ambientazione tra Bauhaus e The Sisters Of Mercy, il resto diventa una girandola 

(Metal Blade Records) Il titolo di questo decimo album degli irlandesi vuole fare riferimento a come andrà a finire con la nostra cultura e la nostra storia, dunque il destino dell’umanità. Indipendentemente da chi siamo ciascuno di noi, la nostra vita rappresentata nella cellula della propria città o nazione 
(Steamhammer / SPV) Al tredicesimo album con “State Of Emergency” i Prong e a sei anni dal precedente “Zero Days”. Un periodo di tempo tra i due album molto lungo determinato non solo dagli eventi mondiali del 2020 bensì anche da impegni deel valente Tommy Victor, mastermind della band. “State Of Emergency” ha quel dannato