LAKE OF TEARS – “Ominous”

(AFM Records) Non so cosa sia successo a Daniel Brennare. Dopo il favoloso “Illwill” del 2011 la band si è sgretolata e lui è scomparso, svanito, inghiottito dalle tenebre. Daniel è Cambiato. Diamine, guardi le sue foto e lo trovi irriconoscibile. Cosa diavolo è successo in questi undici anni? E non mi dite che Daniel è tornato creativo a causa della stronzata dei lock down, in quanto già nel maggio del 2019 dichiarava via social di essere al lavoro sugli ultimi ritocchi di “Ominous”. (altro…)
 
(Art Gates Records) Dopo tre dischi su Edgar Allan Poe e uno sui templari, il progetto spagnolo Legado de una Tragedia si dedica a cantare la conquista romana della Britannia: il mastermind della band, Joaquín Padilla, sceglie stavolta di comporre un disco totalmente orchestrale 
(Epidemic Records) Una quindicina di minuti per ribadire la propria identità, il proprio essere… il proprio sound! Agguerriti e con derivazioni hardcore, come nell’opener “Scandal” e le inevitabili fasi metalcore, ormai a sette anni dalla loro defezione i perugini 
(Darkhan Music / Apollon) Qui serve una piccola lezione di storia, la quale ha anche ben poco a che vedere con il metal. Tuttavia se artisti quali Teloch dei Mayhem di permettono di divagare nella synth wave (
(Black Widow Records) Giovanni “John Goldfinch” Cardellino, affiancato da suo fratello e chitarrista Andrea, incide il terzo album in studio intitolandolo opportunamente “Racconti Macabri Vol.III”. Perché oltre a essere il terzo album della band, tali 
(Brucia Records) Due studi torinesi, il Deepest Sea e l’O.F.F. e uno alessandrino, il Guilty Coven, sono stati coinvolti per assemblare questo vortice di tenebre. All’attento missaggio di Dano Battocchio, presente anche nelle registrazioni al Deepest Sea, è stato poi seguito dal sigillo imperiale del processo 
(Ghost Record Label) Quest’anno chi scrive ricorda i Lonesome Heroes per una loro dimessa versione di “Comfortably Numb” dei Pink Floyd, la quale ha francamente ricordato lo spirito della sua versione embrionale, quella demo scritta da David Gilmour e poi totalmente rifatta per l’album “The Wall”. La band di 
(STF Records) Till Oberboßel è davvero l’ultimo dei Mohicani del power tedesco: infaticabile su entrambi i suoi progetti (l’altro sono gli Elvenpath, per ulteriori dettagli rimando alla mia 
(High Roller Records) Di solito mi capita di ascoltare band che sono britanniche, ma suonano americane; di rado avviene il contrario… i Legendry, di Pittsburgh, Pennsylvania, sono la felice eccezione. Questo trio riesce a dare una sua ottima interpretazione dell’epic 
(Casus Belli Musica & Beverina) Indonesia: provenienza inconsueta per queste teorie blackgaze e post black! Il debutto, e la mente dietro questa one man band è Januaryo ‘Ryo’ Hardy, attivo in altre realtà estreme di quel paese (tra queste i Cadavoracity, oltre che gli altri progetti solisti Perverted Dexterity e Pure Wrath), 
(AFM Records) A due anni da “
(Dark Descent Records) Terzo album in studio per questa band che nasce sotto altro nome negli anni ’90, cioè Dissected, ma limitandosi solo a qualche demo. I Lie In Ruins debuttano ufficialmente nel 2005 e con il primo demo solo dopo tre anni. “Floating in Timeless Streams” presenta oggi i finlandesi con uno spaventoso 
(Desert Records) Primo di quella che dovrebbe essere una serie di EP, questo dischetto contiene quattro tracce di un moderno stoner rock, musica d’autore per palati molto fini. 
(Massacre Records) Assieme ai Wizard, i Lonewolf sono fra le ultimissime band a suonare puro, incontaminato, barbarico ‘warrior metal’: un heavy/power muscolare, doppiocassato e guerresco, certamente un unicum (o quasi) almeno per la scena francese! Per festeggiare il decimo disco in studio, i transalpini regalano ai fan un cd 
(Despotz Records) Dai boschi svedesi di Värmland in Svezia, arriva l’ennesimo esempio di vintage rock comunque ben suonato. Un nome che rievoca storie antiche, leggende e concetti folk, misti a un rock espresso come nella sua età migliore, anni ’60 e ’70, con conseguenti echi di The Mamas & the Papas e Curved Air, i Lykantropi 
(Nebular Carcoma/Bile Noire) Leviathan, atto secondo. Leggasi ‘quasi capolavoro’… Il disco degli svedesi è un concentrato di atmosfera, messo in musica con la ‘scusa’ di un black elegante e di classe, in cui l’ascoltatore si sente catapultato in un inferno sonoro corrotto e bizzarro, 

(Metal Blade Records) Brillante riproposta del death metal di marca svedese. Fatto proprio da svedesi come Niklas “Nille” Sandin dei Katatonia, Chris Barkensjö dei Witchery e Tomas Åkvik e Joakim “Myre” Antman, il primo 
(autoproduzione) Il basso è uno strumento che non si finisce mai di sottovalutare, soprattutto nel metal, dove riveste spesso un ruolo importantissimo nel dare la struttura ritmica al brano, assieme alla batteria. E mentre per la chitarra è facile costruirci attorno un album solista dedicato allo strumento, per il basso le cose si 
(InsideOut Music) Lonely Robot, capitolo quattro… sembra concludersi questa sorta di opera rock on the road, solo che qui non ci sono strade, bensì rotte spaziali su cui il nostro Mitchell viaggia a velocità da crociera. 
(Hummus Records) Esce esclusivamente in vinile questo strano ma attraente lavoro, registrato in presa diretta, dal vivo, in una stanza. Quel che si sente non ha produzioni, overdubs o produzioni di sorta… è 
(Inverse Records) Concepito come un’opportunità artistica da esercitare in studio di registrazione, Sergio Bertani dopo un EP, “Chronicles from Leri” del 2013, ritorna come Lucynine 
(Non Nobis Productions) Se vi prendete cinque minuti per leggere la biografia del Leather Synn sul loro sito, sarete certamente coinvolti dalle parole con cui essi stessi si descrivono: 
(Dark Descent Records) Un nuovo album per la band finlandese che forse non figura tra i nomi più importanti della scena 
(Argonauta Records) Un terrificante e destabilizzante miscuglio di sonorità che spaziano dal predominante sludge all’onnipresente psichedelico, iniettando black metal, doom, divagazioni hard core e post metal. Secondo album per la 
(Art Gates Records) Evidentemente alla Art Gates Records non hanno fretta. Dopo gli svizzeri Exit (
(Pure Steel Records) A seguito del buon riscontro di “
