SCARLET AURA – “Falling Sky – 5th Anniversary” (Reissue)
(Autoproduzione) Ormai nel mondo metal si ristampa qualunque cosa: ma non avevo mai visto un ‘quinto anniversario’… vabbè, perdoniamo gli onesti romeni Scarlet Aura, che evidentemente volevano riempire il vuoto causato dalla pandemia e far circolare di nuovo il loro secondo disco (il primo in lingua inglese), qui ri-registrato. (altro…)
(KVD / Kartel Music Group) Kat Von D, ovvero Katherine von Drachenberg, è una modella, tatuatrice, creatrice e stilista di make-up, anche un personaggio della TV tra le tante cose. Ora è anche cantante. Studiato canto anni fa e collaborato con Linda Perry – colei del brano “What’s Up? Dei 4 Non Blondes – ha poi continuato con
(Silver City Records) Dopo 

(Cherry Red Records) Giunti al trentaquattresimo album, cosa resta oggi degli Hawkwind? Di certo Dave Brock, l’unico membro dei fondatori rimasto, mentre sono andati via da purtroppo da lungo tempo tanti altri. Alcuni di essi sono partiti per l’ultimo viaggio, come Huw Lloyd-Langton, Ian “Lemmy” Kilmister (cioè quel Lemmy dei Motörhead), Robert 

(Autoproduzione) Finanziato da un crowdfunding, arriva sul mercato il quarto album dei power/progsters ucraini Sunrise: ricordo ancora il loro secondo disco, “Trust Your Soul”, uscito per la gloriosa Heart of Steel nel lontano 2009, che mi colpì positivamente.
(Indie Recordings) Se si tenta di mettere insieme un compositore di colonne sonore per la TV, il chitarrista dei Nile Sanders e il batterista dei Megadeth, è logico aspettarsi qualcosa di schizofrenico e instabile.
(Blood Harvest Records) Split tricolore… ma la bandiera non è quella italiana, bensì una simile, ossia quella messicana. Dal caldo Messico vengono infatti i due gruppi qui impegnati a dividersi uno split estremo.
(Pure Steel Records) Accanto al primo EP di questi svedesi, “Master Of Evil”, la Pure Steel rimette sul mercato anche il full-length di debutto dei Mindless Sinner, datato 1986 e incorniciato da una copertina che definire kitsch sarebbe riduttivo.
(Pure Steel Records) Gli svedesi Mindless Sinner avevano fatto a tempo a pubblicare il proprio nuovo disco, “
(Dying Victims Productions) La copertina punkeggiante non inganni i defenders: gli Heavy Sentence sono molto più metal di quanto non vogliano dare a vedere! La band inglese mette insieme i primissimi Maiden, ovviamente i Motörhead e una attitudine anni ’80 per generare un disco che carica a testa bassa… “Medusa” mette subito le cose in chiaro:
(Petrichor) Pubblicato l’album “Lux” nel 2020 in maniera autonoma, questi musicisti annidati nella compagnia dei serpenti di Denver in Colorado trovano ora i favori della 
(Helldprod Records) Secondo demo per questo duo brasiliano, che tenta di mischiare sapientemente Motörhead, Venom e del sano Black ‘n’ Roll. Ne escono 5 tracce belle tirate, dove non c’è spazio per melodie o vaccate simili.
(Livewire / Cargo Records) Ex componente dei travolgenti Hanoi Rocks, ha anche lavorato con i New York Dolls e con Michael Monroe Band, il quale è stato uno dei fondatori degli Hanoi Rocks, Sami Yaffa adesso si lancia nel suo primo
(Autoproduzione) Fondati nel 2007, ma solo oggi giunti al debut, gli elvetici Crashtime ci propongono “Valley Of The Kings”: i nostri si definiscono power metal, ma nel loro sound entrano molte influenze (sempre dai generi classici, si intende).
(Nuclear War Now! Productions) Nell’ormai lontano 1980, in tempi assolutamente non sospetti, degli sconosciutissimi finlandesi fecero capolino nella restante scena europea con un suono che sembrava strappato direttamente dal suono inglese, all’epoca testimone del fenomeno ‘Black Sabbath’.
(Massacre Records) La deutsche band Apophis esiste da poco prima degli anni ’90 col nome Raise Hell e suonava thrash metal, poi tutto è diventato totalmente Apophis a partire dal 1990. I tedeschi sono esponenti del death metal dalle incarnazioni tipicamente
(Seance Records) La Seance è una di quelle etichette da tenere sempre d’occhio, perché ormai si è capito che spesso e volentieri decide di sacrificare la quantità per la qualità.
(Hells Headbangers) Questo è il sesto album di una discografia sterminata. Solo Sabbat e Agathocles possono avere osato tanto in termini di innumerevoli pubblicazioni e poi tra l’altro ambedue hanno partecipato a split con gli statunitensi
(The Sign Records) I The Hawkins pubblicano un EP che porta dentro di se un concept. “Aftermath”, cioè ‘conseguenze’, parla di qualcosa vicino alle cinque fasi del dolore – ovvero negazione, rabbia, contrattazione, depressione, accettazione – attorno alla fine di una relazione. Lo schema dei The Hawkins prevede sei fasi, cioè sei
(Nuclear War Now! Productions) Istituzione brasiliana, anzi mondiale, in fatto di metal estremo. Il death metal suonato in maniera annerita, estremizzandolo verso una forma embrionale del black metal. I
(Hells Headbangers) Probabilmente i cacciatori d’ossa hanno, con questo album, trovato la loro definitiva forma. Nessun stravolgimento di suono dal disco precedente, magari solo qualche suono meno grezzo dovuto a una produzione di livello leggermente più alto, ma questo non ha intaccato il sound grezzo e furioso del loro black ‘n’ roll. 
(Maxima Music Pro / Wings Of Destruction / Old Metal Rites Rec) Terzo full length (quarto se consideriamo il demo di debutto “Dismembered Human Race”, un lavoro a mio avviso di qualità tale da poter essere considerato un album a tutti gli effetti) per i calabresi Zora.
(Metal on Metal Records) I texani Ignitor sono per chi scrive una bella scoperta: scoperta tardiva, purtroppo, dato che i nostri sono in circolazione dal 2003
(Rockshots Records) Se il debut
(earMUSIC) In pochi possono suonare metal e arrivare ai trent’anni di carriera. Tra questi, ancora meno riescono a fregiarsi del titolo di “inventori di un genere”. Mister Hansen è tra questi, stando lui al power tedesco come i Maiden stanno al metal.
(RFL Records) I Corners of Sanctuary hanno subito dato un seguito al primo EP
(Iron Bonehead Productions) I bielorussi Pa Vesh En (o dovrei usare il singolare?) continuano la loro discesa verso territori abbastanza inesplorati del black più cacofonico, sperando di trovarvi un briciolo di struttura in modo tale da poter continuare a chiamare questo agglomerato sonoro ‘musica’. 