NOCTURNAL SORCERY – “The Holy Law in Total Ruin”
(KVLT) Non male questi finlandesi, qui al loro debutto sulla lunga distanza. Black di razza, veloce, potente, leggermente epico in alcuni tratti, malinconico in altri. (altro…)
(KVLT) Non male questi finlandesi, qui al loro debutto sulla lunga distanza. Black di razza, veloce, potente, leggermente epico in alcuni tratti, malinconico in altri. (altro…)
(Hammer of Hate) Una Bellissima ed evocativa intro a base di canne di organo introduce ad un black vecchia scuola, ma in pieno stile inglese, molto gotico e decadente, con improvvise accelerate e riff melodici ad accompagnare il tutto. (altro…)
(earMUSIC) “Eraser”, strumento che cancella… o essere vivente che stermina l’ambiente grazie al quale vive. Immagino sia un concetto che già vi gira per la testa… ma aspettate di immergervi dentro l’album! (altro…)
(AFM Records) Giungono all’ottavo album gli svedesi Dynazty, formazione dedita ad un power metal moderno, ideale punto d’unione tra Stratovarius, Europe di “The Final Countdown” e Amaranthe, non a caso il singer Nils Molin è il cantante anche di questi ultimi. Rispetto al precedente “The Dark Delight”, la band ha reso ulteriormente catchy e ruffiano il proprio sound, perdendo un po’ di aggressività ma rendendo i brani più scorrevoli ed easy listening. (altro…)
(Autoprodotto) Un sodalizio multiculturale ha portato alla formazione di questo gruppo, con una piccola gemma di post-black atmosferico. (altro…)
(Steamhammer / SPV) Negli anni ’90 i Lacrimas Profundere sono stati un bel manifesto malinconico. Il loro incrociare elementi di stile death, dark e doom metal è stato un buon contributo alla (altro…)
(Unorthodox Emanations / Avantgarde Music) L’album di debutto dei Ferum non lascia molto scampo, ti arriva dritto in testa dalla prima nota. Un doom pesantissimo e sostenuto, in cui i riferimenti al death tipo Asphyx è più che evidente. (altro…)
(Nuclear Blast Records) Sono passati quattro anni da “Ritual” (recensione qui), album che mostrò una vena compositiva notevole, stupendomi non poco, visto che ormai reputavo il leggendario Max Cavalera un bollito, un disco che mi fece gridare al miracolo, consegnando un buon Max ispirato come non accadeva dai tempi dei Sepultura. (altro…)
(Uprising! Records) La band la cui provenienza è palesemente espressa nel proprio nome, pubblica un album nel quale il melodic death metal viene messo in piedi anche con elementi doom ed (altro…)
(Trollzorn) Ci hanno fatto aspettare quasi un decennio ed ora ecco che tornano i prog blacksters tedeschi Träumen Von Aurora, un ritorno pieno di grinta che propone la release contemporanea di ben due album, un’ora e mezza di black progressivo, tecnico, introspettivo, contorto, complesso, seducente. (altro…)
(Atomic Fire Records) Era impossibile non riconoscere l’impronta dei Moonspell nelle primissime note dell’album, impossibile. (altro…)
(Nuclear Blast Records) Mi trovo sempre combattuto quando ascolto una band come i Soilwork: da thrasher incallito quale sono, fatico a riconoscere la band svedese come quella che ha creato dei capisaldi di thrash/death svedese come “Steelbath Suicide”, “The Chainheart Machine” e “A Predator’s Portrait”. (altro…)
(Epictronic) A nessuno verrebbe mai in mente di descriversi con un solo aggettivo. Troppo sfaccettature ha, la personalità di ciascuno di noi. (altro…)
(Les Acteurs de L’Ombre Productions) Si respira epicità e atmosfere ancestrali quando si ascolta questo progetto solista greco. Una tal Ifigeneia Derizioti (in arte, IDVex), dopo una lunga serie di demo e split, finalmente approda all’esordio sulla lunga distanza, con un album che definire ‘doom’ è molto riduttivo. (altro…)
(Nuclear Blast Records) Cosa succede se durante la noia mortale della farsa pandemica qualche amico alza il telefono e chiama qualche altro amico? O per meglio dire, cosa succede se cinque maghi svedesi di Göteborg, gente da sempre devota al melodic death, tra l’altro tutti passati -in una epoca o l’altra- per gli schieramenti degli In Flames, si incontrano? (altro…)
(Chaos Records) The Sombre è un progetto di Maurice de Jong ovvero la visionaria, oscura, eccentrica mente artistica che c’è dietro a Gnaw Their Tongues, progetto musicale sperimentale che spazia dal (altro…)
(ROAR! Rock Of Angels Records) Intitolare il proprio album ‘Il Simbolo dell’Eternità’ è proprio una scelta alla Grave Digger, tale da rendere subito l’idea che la loro nuova opera possa essere (altro…)
(Century Media Records) Gli americani Spirit Adrift saranno in giro solo da mezza dozzina di anni, ma con questa release rispolverano il passato, quel pezzo di storia del rock e del metal che li ha ispirati, forgiati, artisticamente scolpiti. (altro…)
(From The Vaults) Il quarto album degli sloveni Eruption è sicuramente il migliore della loro carriera, senza ombra di dubbio. E appena senti riff e voce, ti scende una lacrimuccia: (altro…)
(AFM Records) Dirette, schiette, melodiche, potenti, tanto femmine quanto scatenate e fuori controllo. Che disco è? Il quinto album in poco più di dieci anni? Wow! La band di Filippa Nässil non teme confronti, non vede confini… tanto che anche questa volta si va in tour con gente pesante come gli Scorpions… che volete di più? (altro…)
(Amor Fati Productions) Band dal Belgio, band fiamminga, una one man band, un progetto black ricco di atmosfera destabilizzante, velenosa, tormentata. Antichi boschi, spiriti del passato, melodie spesse annegate in un turbinio sulfureo lacerante, mentre linee vocali devastate emergono dalla polvere, dagli anfratti, dalle tenebre. (altro…)
(Vetus Capra Production) I francesi Vipère saltarono fuori un paio di anni fa, dando poi vita ad un buon demo nel 2021, un EP intitolato “Sombre Marche” (recensione qui), nel quale riversavano dentro tutto il loro odio in chiave black, quello vecchia scuola reso poi più estremo dal tocco tipico dello stile del loro paese. (altro…)
(Amor Fati Productions) Progetto solista fiammingo caratterizzato da un gelo micidiale, un gelo appartenente ad un ambito artico, eternamente invernale, privo di luce, lontano da ogni ipotesi di irradiazione solare. (altro…)
(Armageddon Label) Questo split datato 1988 e stampato come vinile 7”, ospitava due micidiali band svedesi ormai scomparse. Lato A i G-Anx essenzialmente una (altro…)
(Ace Records Roma) Ascoltare questo debutto dei capitolini Steel Flames è come viaggiare con la macchina del tempo. Le sonorità ci riportano infatti ai primi anni ’80, quando non esistevano tanti sottogeneri e tutto era sotto l’unica bandiera dell’heavy metal. (altro…)
(Zazen Sounds) Black Altar è un vecchio progetto di Shadow, musicista polacco che con questo marchio ha inciso solo due album in studio e una caterva di altre pubblicazioni (altro…)
(Allegro Talent Media) Pubblicato nel 2006, “Enter My Religion” è il secondo album solista di Liv Kristine che all’epoca era ancora alla testa dei Leaves’ Eyes. L’album viene ristampato per la prima volta (altro…)
(Nova Era Records) Il 2022 è l’anno dei Sakahiter perché la band blackened death metal del Molise pubblicherà il suo (altro…)
(Eternal Juggernaut Records (*)) Ci sono band che, in nome della coerenza, non sono capaci di evolversi minimamente; altri gruppi invece prendono la strada dell’evoluzione snaturando irrimediabilmente il proprio sound; (altro…)
(Stickman Records) È noto quanto i Motorpsycho siano stati capaci dagli anni ’90 ad oggi, ad attraversare un ampio spettro di stili musicali nei loro album. La band norvegese in (altro…)
(Violent Creek Records) Ammetto di non aver mai sentito parlare prima d’ora dei Traitor, band tedesca ora giunta al quarto album, i quali si rivelano essere una piacevole scoperta, in quanto questa giovane band proveniente da Balingen mi ha letteralmente folgorato. (altro…)
(Scarlet Records) I Fellowship sono inglesi e incidono il debut album con l’italiana Scarlet Records. Un lavoro che risulta garbato nella produzione, con i suoni ben calibrati e dove il mixaggio (altro…)
(Shadow Kingdom) L’heavy metal in un album dei Savage Master è assicurato, di fatto anche per “Those Who Hunt at Night”, quarta opera del chitarrista Adam Neal e la (altro…)
(Armageddon Label / Agipunk) Nascono come Wolfpack negli anni ’90 e diventano poi Wolfbrigade a causa di una pericolosa omonimia, ma il lupo non perde (altro…)
(Iron Bonehead Productions) All’attivo da più di quindici anni, i francesi Ritualization non sono poi così prolifici come il genere scelto spesso impone. (altro…)