Le nostre recensioni di novità o album già in circolazione, le impressioni, le sensazioni, le analisi e dei nostri ascolti su tutta la musica della scena metal & rock.
ALUNAH – “Strange Machine”
(Heavy Psych Sounds) Beh, iniziamo con il dire che già leggendo il nome dell’etichetta che ha prodotto il dico qui recensito si intuisce il genere proposto… rock psichedelico all’ennesima potenza, con riff che strizzano l’occhio ai Black Crowes e atmosfere da deserto anni settanta. (altro…)

(Emanzipation Productions) Signorine di Città del Messico piuttosto violente le Introtyl, visto come il death metal che propongono sia così veloce e serrato, tale da ricalcare certe
(Emanzipation Productions) I Vulcano sono un’istituzione della scena metal brasiliana quanto del metal mondiale. La band nasce negli anni ’80 ma sotto altro nome e per dedicarsi all’heavy metal. Poi però l’animo dei
(Osmose Productions/Hells Headbangers Productions) Della serie ‘genialata o pattume’, ma con la differenza che le due cose qui coincidono. Album numero tre per questa grezzissima realtà che fa della quasi-cacofonia un biglietto da visita, fatto di suoni sgraziati e al limite del ridicolo, strutture canzoni da terza elementare, copertine minimali, assenza totale di qualsiasi cosa che possa ricordare una sorta di armonia. 
(Massacre Records) Album di debutto per Astrid Klara Mjøen, cantante e fondatrice della band che usa “Devil Inside” come una sorta di diario personale messo in musica. I testi sono racconti di vita, di storie vissute sulla sua pelle negli ultimi anni. Un album
(Argonauta Records) L’hardcore è sempre stato snobbato come un genere ‘ignorante’, dai contenuti poco alti… Beh, la rabbia e il dire le cose in faccia, tipiche del genere, non devono per forza essere associate allo scarso spessore dei temi trattati. 

(Massacre Records) Cominci ad ascoltare il CD dei Radiant e capisci dopo la prima nota che sono tedeschi e che fanno quel misto di metal e AOR che esplose una quindicina di anni fa proprio in Germania e che, a mio modesto avviso, non tramonterà mai come genere.
(Memento Mori) Terzo album per questo gruppo di ragazzacci cileni, a ben dieci anni di distanza dal suo predecessore. Si sa, il terzo album è quello decisivo… ma nel caso degli Inanna possiamo tranquillamente parlare di una piacevole conferma.
(Escudero Records / Fastball Music / Irascible Music) Lord Campbell e i suoi accoliti si dimostrano ancora una volta una teatrale espressione rock-metal. “Lullabies” è infatti il
(Argonauta Records) E chi pensava che dalla soleggiata Liguria potesse nascere una creatura tanto cupa? I Sator sono genovesi e attivi da quasi un decennio, arrivando ora alla quarta opera sulla lunga distanza.
(WormHoleDeath) Atmosfere cupe e angoscianti dominano i pezzi dei Mind Imperium, un trio francese che suona un metal muscolare e carico di groove. Un wall of sound quello dei Mind Imperium, determinato da un riffing e un impianto ritmico robusti, i quali lasciano spazi alquanto
(ATMF) Esistono da un decennio, hanno all’attivo un solo album uscito nel 2019, ma la potenza sonora ed atmosferica degli italiani Comando Praetorio è travolgente, incisiva, immensamente coinvolgente.
(The Sign Records) Quasi sconosciuti qui da noi, i Märvel sono in patria – la Svezia – un piccolo caso mediatico.
(Massacre Records) Quello dei tedeschi Bloodred è un black un po’ atipico, fatto di suoni che lo rendono per certi versi più simile al death tecnico, con alcune venature epiche.
(Atomic Fire Records) Il ritorno della heavy metal band canadese Skull Fist, dopo quattro anni dal precedente album “Way of the Road”. Un ritorno granitico, in grande stile, quello dell’heavy metal della tradizione. Non necessariamente
(Inverse Records) Terzo lavoro per questa band finlandese con un moniker difficilmente memorizzabile (tradotto, approssimativamente, significa: ‘la cosa della quale non si parla’). Il loro efficace e dichiarato melodic death/black è sempre più diretto al black, sempre incalzante e travolgente, anche capace di offrire arrangiamenti ricercati, come si sente sulla poco pacifica “Jättiläisten olkapäiltä”.
(Transcending Obscurity Records) Ovvero Dave Ingram! Si, c’è lui dietro Hellfrost And Fire, insieme a Rick “Dennis” DeMusis, chitarra e basso, e il batterista Travis Ruvo (Echelon, Cropsy Maniac e altri). La voce dei celebri Benediction ed ex dei Bolt Thrower, leggenda inglese nella quale 
(Purity Through Fire) Il black metal di matrice finlandese viene sprigionato nella sua essenza in questo esordio del trio Aesthus. Sound distruttivo, arrembante ma percorso 
(Emanzipation Productions) In questo 2022 Paul Speckmann compirà 59 e a sentirlo ancora così sicuro di se e padrone della propria creatività è rinfrancante. Nel 2022 e dunque dopo gli eterni 

(Debemur Morti Productions) Sono maestri della blasfemia, virtuosi dell’anticristianità, nonché feroci satanisti gli Archgoat. Nella realtà forse non sono tutto ciò, ma nel loro mondo cioè quello del black-death metal, gli Archgoat sono effettivamente questo, un sacrilegio
(Selfmadegod Records) Folle, assurdo, nichilista, apocalittico duo canadese che pubblica il suo primo full length a cinque anni dalla sua nascita e dopo un paio di EP e demo. Già
(MDD Records) I Dragonbreed sono assolutamente una graditissima sorpresa! Il materiale in questione è stato partorito in seme un bel po’ di tempo fa dal bassista dei tedeschi Suidakra, ma probabilmente era musica leggermente diversa da quella proposta dal gruppo principale. 
(WTF Records) Una forza impressionante i Get Some, spaventosa formazione olandese attiva da qualche anno e con una lunga serie di concerti sulle spalle. “And Then You Die” è un formidabile 

(AFM Records) Volutamente parodistico, sopra le righe e ironico l’heavy metal/hard rock dei tedeschi J.B.O. “Planet Pink” tinge l’ascoltatore di un’inebriante atmosfera, rosa ovviamente, colma di adrenalina e di buon