(Fantai’Zic Productions) Ad un solo anno dall’ottimo “Watch Your 6” (recensione qui) tornano i francesi Dusk of Delusion con un pugno di brani il quale vuole far seguito al concept del precedente lavoro, continuando a trattare argomenti storici legati alla prima guerra mondiale. (altro…)
(Purity Through Fire) Ungheresi e devoti al black metal visto che pubblicano per un baluardo del genere come la Purity Through Fire. Secondo album dal taglio atmospheric e a suo modo con qualcosa di ‘post’ negli scenari. Hænesy posseggono un sottotesto dark nelle loro melodie. Sono (altro…)
(Purity Through Fire) Le ‘melodie di omicidio’ questo il titolo del settimo album di Meuchelmord, realtà del black metal tedesco nella forma di one man band. Un album dai contorni raw nel suo essere. I pattern ritmici sono lanciati, la velocità abbonda in “Mordmelodien”, nonostante (altro…)
(Flick Records) In dieci anni gli svedesi Sister si sono fatti sempre notare per essere una band intensa e travolgente, sia su disco che sul palco. Il quarto disco è ancora una volta un concentrato esplosivo farcito di badilate del loro hard rock decisamente influenzato dal metal, dal punk e, a tratti, anche dal, thrash. Canzoni sempre capaci di hook memorabili ma anche di una certa intensa dose di violenza, tutt’altro che appartenente a generi più lascivi quali il suddetto hard rock o lo sleaze più noto. La loro grinta è molto street, molto sporca ed arrabbiata, anche se sempre provocante ed affascinante… una grinta che materializza un bellissimo equilibrio tra canzoni orecchiabili, potenzialmente commerciali e una furia metal appartenente ad altri tempi. “Bring Out the Dead” parte subito senza ritegno, con un riff incalzante ed il vocalist completamente scatenato. La title track, inneggiante alla vendetta contro chi comanda, è pura dannazione, pura furia… ma il ritornello è una bomba che merita un’arena stracolma. “Spitfire” è diretta, nervosa, schietta e poco educata, eccitante e coinvolgente “Scream for Pleasure”, pezzo ricco di senso horror (non posso non pensare agli italiani Superhorror), di melodia e con un altro refrain leggendario. Headbanging senza ritegno con la cadenzata e pulsante “Psycho Thrilling”, “Primal Rage” spacca di brutto, ha un sentore gotico e trascina con un groove micidiale. Quel punk sotto steroidi, sferzato sia da thrash che da metal epico batte forte sulla graffiante “Die With a Smile”, mentre un sentore d’oltretomba aleggia sull’eccitante “Walk With Me”. Oscura, lenta, incisiva e deliziosamente tetra la ballad “Whispering Winds” (qui per la testa mi passano pure i Death SS), prima della conclusiva “One Last Ride”, perfetto congedo dopo oltre mezzora priva di pace, priva di speranza, una mezzora assetata di sangue, di tenebre violentate solo dalle luci possente ed irrequieta di un palcoscenico. Canzoni schiette e sincere, anche se curate e concepite con un cinismo tale da avvalorare un senso di oscurità, una vibrazione lacerante ed una potenza di fuoco letale! Una band che, più di altre, deve soffrire dannatamente per non poter portare in giro questi brani, i quali in ogni strofa, in ogni accordo, in ogni cambio di melodia sembrano voler scappare per tuffarsi in una folla di fans ubriachi, sudati e fuori di testa!
(Volcano Records) Attivi dal 2012, con esperienza di tour internazionali anche a supporto dei Backyard Babies, gli italiani Rockstar Frame sono tornati in vita un paio di anni fa, dopo dissidi nella line up, con una formazione completamente rinnovata, la quale vede come costante solo il batterista Max Klein, membro originale e ideatore della band. (altro…)
(Vetus Capra Production) È sicuramente devoto al black degli anni ’90 questo duo francese. Le quattro tracce sono grezze e violente, oltre che atmosferiche e suggestive. (altro…)
(Electric Valley Records) Cancervo è una montagna nel bergamasco che raccoglie attorno a se tradizioni e leggende. Il nome, per tanto anche quello della band, arriva da una creatura mitica, metà cane e metà cervo e si narra vivesse appunto sul monte Cancervo delle Prealpi Orobie. La (altro…)
(Soulseller Records) Roba tosta, cruda e feroce. Roba che ci arriva dai primi anni ’90 quando Inflabitan, norvegese, lavora alla propria musica che in quegli anni era black metal. Un forma musicale spietata, gelida in qualche demo e singoli, lui che (altro…)
(Ma.Ra.Cash Records / Andromeda Relix) Giungono al debutto gli italiani Blind Golem, band derivante dai Forever Heep, un tributo degli Uriah Heep. Come intuibile è il sound della band inglese la linea dominante dei Blind Golem, i quali si rifanno anche a nomi quali Magnum, Deep Purple e Rainbow, aggiungendoci tuttavia una forte dose di personalità la quale si erige sull’esperienza musicale dei cinque membri del gruppo, tutti provenienti da diverse collaborazioni con tanti altri artisti o progetti, tra questi i Bullfrog e Paul Chain. (altro…)
(Soulseller Records) Nel 2000 il chitarrista Død dei Blood Red Throne ed anche Satyricon forma i Cobolt 60 con Mr. Hustler, cantante dei Blood Red Throne. I Cobolt 60 pubblicheranno poi due album, esibendosi anche dal vivo. In un concerto il duo si è esibito con (altro…)
(BMG) Mega edizione celebrativa per i grandi Kreator! Con l’avvicinarsi dei quarant’anni di carriera, ecco la collezione definitiva che esalta il primo decennio di attività della band di Mille Petrozza! Di fatto si tratta di una reissue degli album pubblicati sotto Noise Records, fino a “Renewal” del 1992. (altro…)
(M-Theory Audio) “Age of Revolution” (qui) era stato davvero un debut coi controfiocchi; “Psychosomatic” ci mostra gli Immortal Guardian sempre in spolvero, ma forse meno graffianti e originali che in passato. La pandemia ha inciso in tutto questo: i texani si erano riuniti per le registrazioni, ma si sono poi dovuti separare e, lasciando i brani in programma, ne hanno composti altri dedicati proprio alla loro percezione degli eventi recenti. (altro…)
(High Roller Records) La sempre meritevole High Roller Records ristampa su vinile, in diversi formati, il debut dei Blitzkrieg, datato 1985: ottimo! Certo, di ristampe questo disco ne ha conosciute tantissime (e anche di recente), ma l’etichetta vi aggiunge pure un 10’’ bonus, che – immagino – contiene le versioni di “Buried Alive” e “Blitzkrieg” del singolo del 1981, e “Inferno” addirittura dal demo del 1980 (dico ‘immagino’ perché, piuttosto sorprendentemente, il bonus non fa parte del package promozionale). (altro…)
(Ma.Ra.Cash Records / Andromeda Relix) Nella carriera ricca di impegni del bassista e polistrumentista italiano Alberto ‘Baro’ Molesini, il prog è sempre stato sia il punto di arrivo che quello di partenza, oltre che un IL percorso. Tantissime le sue collaborazioni ed i suoi progetti: (altro…)
(Andromeda Relix / DeathStrom) Gli italiani Eresia si sono formati più di venticinque anni fa e la loro carriera vede quattro album: due agli inizi… poi una lunga pausa (quasi vent’anni) e poi altri due lavori, quello del 2019 ed il nuovo “Neocosmo”. (altro…)
(Peaceville Records) La one man band di Thomas Eriksen giunge al quinto sigillo! Se con il precedente “Det Svarte Juv” (recensione qui) non erano contemplati degli ospiti, in contrapposizione con l’anteriore “Eremittens Dal” (recensione qui), questa volta si torna alle collaborazioni di alto livello, grazie a membri di bands mitiche quali Darkthrone, Kampfar e Skepticism! (altro…)
(Massacre Records) Colata di thrash metal, la terza per i Septagon, che in poco più di mezz’ora per dieci pezzi, spariglia riff chiari, netti, incastonati in una produzione che offre gli spazi giusti (altro…)
(Iron Shield Records) Seguo gli Angel Martyr di Tiziano Sbaragli dagli inizi, e cioè dai primi due demo (recensioni disponibili qui e qui); ho salutato con grande apprezzamento il debut e, ora che la band ha risolto i propri problemi di organico, con l’ingresso in formazione del nuovo drummer Niccolò Vanni, mi godo “Nothing Louder Than Silence”. (altro…)
(Autoproduzione) Per quanto, forse, il loro nome non sia arrivato al ‘grande pubblico metal’, i Derdian sono una band importante del panorama power tricolore, e soprattutto i primi tre dischi, quelli che hanno narrato la saga della “New Era”, sono piccole gemme di power symphonic neoclassic metal. (altro…)
(Pride & Joy Music) Tanti anni fa rimasi conquistato dai primi tre dischi dei Crystallion, band tedesca che proponeva un power leggero, ipermelodico, oserei dire ‘garbato’ ma sempre dotato di ottimi ritornelli e suoni che sembravano provenire dagli anni ’80. (altro…)
(Nuclear Blast Records) Da qualche mese chi scrive ha avuto la netta sensazione che dal fronte Nuclear Blast c’era un solo livello comunicativo, un solo argomento promozionale: gli Epica! Certo gli olandesi Epica e non i pinco pallino. In un momento storico (altro…)
(Massacre Records) Poco meno di quattro anni sono passati da “Fallen Kings”, e la corazzata heavy/power tedesca Wizard ritorna con un nuovo disco, composto durante la pandemia. Aspettarsi innovazioni al dodicesimo disco è certamente pretestuoso, quindi andiamo subito con la scaletta… (altro…)
(Fighter Records) Spagnoli (e si sente lontano un miglio), all’esordio dopo un EP del 2018, i War Dogs fanno il loro onesto lavoro con un buon disco di heavy/speed/power alla vecchia maniera. Subito la titletrack, muscolare ma allo stesso tempo melodica, con un tocco di Tierra Santa e un altro di Maiden, senza dimenticare sullo sfondo l’us power. (altro…)
(Ipecac Recordings) King Buzzo incide un album con Dale Crover e Mike Dillard che è stato il primo batterista dei Melvins. È difficile stare dietro a Buzzo e ai Melvins, la discografia è corposa e il sound è ogni volta (altro…)
(Debemur Morti Productions) Assordante, primordiale, feroce black metal prima maniera con le tastiere che fronteggiano le chitarre e nessuna delle due linee ha veramente la meglio in fatto di chiarezza, almeno nei primi tre movimenti (altro…)
(Massacre Records) Annunciata dal 7’’ “Black Wings of Solitude”, ecco finalmente la nuova fatica discografica degli Helstar, ma c’è un ‘ma’… Nell’osservare superficialmente il package promozionale, avevo gongolato: oltre 90’ di musica! Ma poi la gioia ha gradualmente ceduto il passo alla delusione. (altro…)
(Dark Essence Records) Con i Vulture Industries le cose sono sempre strampalate, almeno tanto quanto è geniale la loro superlativa musica, il loro approccio scenico, artistico e pure quello pandemico, visto che continuano a fare live strem gratuiti da posti tanto iconici quanto assurdi: ex bordelli, ex fabbriche tessili… con conseguenti surreali concorsi di maglieria. (altro…)
(Antiq) Introspettiva, oscura, rilassante e sensuale la musica del duo neo-folk francese Wÿntër Ärvń, progetto che giunge con “Abysses” al secondo capitolo. Il duo è composto dal clarinetto di Vittorio Sabelli (Dawn of A Dark Age, Notturno) e dal mastermind Wÿntër Ärvń, anche chitarrista degli Aorlhac (qui la recensione del loro ultimo album, risalente al 2018)… la band che ha dato i natali anche ai Jours Pâles freschi di pubblicazione (recensione qui), creati da Spellbound, cantante per l’appunto degli Aorlhac. (altro…)
(Sliptrick Records) In archivio abbiamo l’EP d’esordio dei Varang Nord, “Fire of the North”; ma da allora, le strade di Metalhead.it e della pagan metal band lettone non si sono più incrociate. Con piacere ritrovo allora questi guerrieri baltici con il loro terzo disco, forte di undici brani. (altro…)
(Clobber Records) In sei anni gli inglesi Wolvencrown hanno pubblicato un solo album (“Of Bark And Ash”, recensione qui) uscito nel 2019, ed ora ripetono l’esperienza dell’EP, esattamente come fecero in occasione del debutto del 2017. (altro…)
(Autoproduzione) Ad un anno dall’ultimo sulfureo EP (recensione qui) questo progetto canadese torna, debuttando sulla lunga durata. Se l’anno scorso le informazioni relative alla band erano scarse, ora c’è più consapevolezza e voglia di mettersi in mostra, tanto che quel che era una one man band è ora un duo, composto sempre dal mastermind RM (di origine polacca, ex bassista degli Azarath), questa volta affiancato dal misterioso vocalist JC, il quale secondo i credits è anche co-compositore dei brani. (altro…)
(Dark Essence Records) Forse “Through Aureate Void” è un atto meno audace rispetto al debut album “Over Phlegethon” (QUI recensito). I britannici restano comunque dei soggetti estrosi, magici e sperimentatori. Fino ad oggi due album e tre EP incisi hanno dimostrato al mondo quanto siano abili tessitori di trame attraverso la materia (altro…)
(Helter Skelter / Regain Records) Questo trio è in giro da quasi un decennio, è legato all’underground della terra madre, l’Argentina, ed è devoto al proprio stile stoner-doom oltre che altrettanto devoto ai contenuti palesemente satanici, deviati, malati, tutt’altro che politicamente corretti. (altro…)
(Karisma Records) Sempre più imprevedibili i norvegesi Tusmørke. Un altro album, un altro viaggio, un’altra esperienza sonora… questa volta un doppio disco, un concept che parla dei famigerati Bog Bodies (Mummie di palude, conservate grazie ai muschi tipici delle torbiere) Danesi, figure che i ragazzi della band videro per la prima volta visitando i musei danesi a Moesgaard e Silkeborg da ragazzi, rimanendo affascinati da quei corpi neri con i capelli arancioni. (altro…)
(Svart Records) Se guardi le fotografie di questi quattro devastati finlandesi, pensi ad un incrocio bastardo tra black metal, dark wave e pop canzonatorio. Poi premi play e scoppia un casino pazzesco dentro il quale c’è rock, c’è blues, ma queste radici musicali sono infestate e corrotte da punk, doom e praticamente qualsivoglia cosa passi per la testa per questo gruppo il quale si auto definisce una ‘death rock band’ che suona blues nero e sanguinante, dando vita ad una poesia guerrafondaia farcita di garage doom. E forse hanno davvero ragione. (altro…)